Migliaia di pesci morti su una spiaggia del Giappone: “Mai visto nulla di simile”
Mistero in Giappone, dove migliaia di pesci sono stati trovati morti su una spiaggia di Hokkaido, la seconda più grande isola del nord del Paese, scatenando speculazioni sulle possibili cause. La moria di massa si è verificata giovedì 7 dicembre e ha riguardato soprattutto sardine e alcuni sgombri, arenati lungo più di un chilometro di costa. I residenti hanno affermato di non aver “mai visto nulla di simile” e sono stati esortati a non consumare il pesce.
Le cause dell’incidente sono al momento sconosciute ma Takashi Fujioka, un ricercatore dell’Istituto di ricerca sulla pesca di Hakodate, una delle principali città di Hokkaido, ha suggerito che i pesci potrebbero essere stati inseguiti da alcuni predatori e, a causa della mancanza di ossigeno (ipossia) dovuta al fatto di trovarsi in un banco molto affollato, probabilmente erano esausti e sono stati trascinati a riva dalle onde. Oppure potrebbero essere entrati improvvisamente in acque troppo fredde durante la migrazione.
Fujioka ha inoltre avvertito sul rischio della presenza di pesci in decomposizione, che potrebbero abbassare i livelli di ossigeno nell’acqua e influenzare l’ambiente marino. “Non sappiamo con certezza in quali circostanze questi pesci siano spiaggiati, quindi non consiglio di mangiarli” ha spiegato il ricercatore all’Associated Press. Nonostante gli avvertimenti, alcuni residenti hanno raccolto il pesce, apparentemente per la vendita e il consumo.
“È probabile che parte delle sardine, che avrebbero dovuto già migrare verso sud e lasciare di mare di Okhotsk, siano rimaste nella zona. Possiamo presumere che i pesci siano morti a causa dell’esposizione a temperature dell’acqua più basse di quella ottimale per la sopravvivenza” ha indicato anche Nobuyaki Tanaka, ricercatore capo presso l’Istituto di ricerca sulla pesca di Abashiri, il centro situato sulla costa nord-orientale dell’isola di Hokkaido.
Una risposta sulle cause del fenomeno potrebbe arrivare dalle analisi che verranno condotte su alcuni campioni prelevati dalle autorità all’indomani della moria di massa. I test potrebbero rivelare il colpevole dell’evento di mortalità ed eventualmente confermare l’ipotesi dello shock termico dovuto alla migrazione tardiva.