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Migliaia di microplastiche trovate anche nei tessuti del cuore umano

Possono accumularsi e persistere nel tessuto cardiaco, con conseguenze non ancora completamente comprese.
A cura di Valeria Aiello
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Quello delle microplastiche è un problema di cui si parla poco ma che è di massima importanza per l’impatto di queste minuscole particelle plastiche che, purtroppo, troviamo ormai ovunque. La loro presenza è ampiamente documentata nell’acqua, nell’aria ma anche nella catena alimentare, oltre che nel sangue e diversi tessuti del corpo umano. Per la prima volta, un team di scienziati del Beijing Anzhen Hospital in Cina le ha trovate anche in campioni di tessuto cardiaco di 15 pazienti sottoposti a cardiochirurgia, come riportato in un nuovo articolo scientifico pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology.

Per l’analisi, i ricercatori hanno utilizzato diverse tecniche di imaging, rilevando “da decine a migliaia di singoli frammenti di microplastiche nella maggior parte dei campioni di tessuto”. Ciò che però non era stato finora osservato è che, nonostante parte di queste microplastiche fosse presente nei tessuti prima che i pazienti fossero sottoposti ad intervento chirurgico, diverse altre microplastiche sono state introdotte nel corso dell’intervento chirurgico stesso.

La conferma di questa ulteriore via di esposizione è arrivata dalle analisi condotte su campioni di sangue prelevati sia prima che dopo l’intervento, e che hanno mostrato la presenza di particelle di dimensioni inferiori e di tipi di plastica diversa dopo le operazioni.

Nel complesso, nei campioni di tessuto cardiaco, i ricercatori hanno individuato nove tipi di plastica diversi, tra cui metacrilato di metile, i cui polimeri sono comunemente utilizzato come alternativa infrangibile al vetro (Plexiglass), il polietilene tereftalato, ampiamente impiegato in imballaggi econtenitori per alimenti, e il cloruro di polivinile, diffuso nell’edilizia e nelle costruzioni.

Il rilevamento di microplastiche in vivo – spiegano gli autori dello studio – è allarmante e sono necessari ulteriori studi per indagare su come queste particelle penetrino nei tessuti cardiaci e sui loro potenziali effetti sulla prognosi a lungo termine dopo la cardiochirurgia”.

Gli impatti della microplastica sulla salute umana non sono ancora completamente compresi, sebbene stiano iniziando ad emergere crescenti prove di diversi effetti dannosi. Un recente studio su modelli murini ha dimostrato che, se inalate, le microplastiche presenti nell’aria possono avere impatto sugli ormoni sessuali. È quindi possibile che possano contribuire al calo dei tassi di fertilità oppure indurre cancerogenesi, come suggerito da un altro recente studio, che ha indicato che le microplastiche possono causare danni alle cellule umane, simili a quelli introdotti dalle particelle di inquinamento atmosferico, già note per essere causa di milioni di morti precoci ogni anno. Le microplastiche possono anche attraversare la barriera ematoencefalica e invadere il cervello, oppure raggiungere la placenta delle donne in gravidanza, passando rapidamente attraverso i polmoni nel cuore, nel cervello e in altri organi del feto.

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