Microplastiche nel cervello umano in quantità allarmanti, pari a un intero cucchiaino
Le microplastiche nel cervello umano hanno raggiunto quantità allarmanti, arrivando a costituire lo 0,48% in peso, l’equivalente di un intero cucchiaino di plastica nel cervello di ogni individuo: l’inquietante scoperta è stata documentata in uno studio appena pubblicato su Nature Medicine da un team internazionale di scienziati, che ha rilevato il crescente accumulo di micro e nanoplastiche in campioni di tessuto cerebrale da decine di autopsie effettuate tra il 1997 e il 2024.
I ricercatori hanno trovato le minuscole particelle, principalmente di polietilene (PE), anche nel fegato e nei reni ma, nel complesso, i campioni di cervello contenevano livelli di microplastiche significativamente più elevati, dalle 7 alle 30 volte in più. “Le concentrazioni che abbiamo riscontrato nel tessuto cerebrale di individui normali, che avevano un’età media di circa 45 o 50 anni, erano di 4.800 microgrammi per grammo, vale a dire lo 0,48% in peso – ha affermato Matthew Campen, coautore principale dello studio e professore ordinario di scienze farmaceutiche presso l’Università del New Mexico – . Rispetto ai campioni delle autopsie del 2016, si tratta del 50% in più, il che potrebbe significare che il nostro cervello oggi è costituito al 99,5% da tessuto celebrale e il resto è plastica”.
Microplastiche in quantità allarmanti nel cervello umano
Le microplastiche sono minuscole particelle di plastica che ormai hanno invaso ogni angolo del pianeta, note per aver contaminato mari e oceani, bacini e corsi d’acqua dolce, il suolo, la catena alimentare e perfino l’aria che respiriamo: sono una conseguenza della degradazione della plastica e la loro onnipresenza sta sollevando sempre più preoccupazioni ambientali e sanitarie in tutto il mondo, per gli impatti osservati sugli ecosistemi e la nostra salute.
Le microplastiche che ingeriamo, inaliamo e che addirittura entrano nel nostro organismo attraverso la cute possono raggiungere diversi organi e tessuti, incluso il cervello, in quantità che sembrano riflettere l’aumento esponenziale dell’inquinamento registrato negli ultimi 50 anni. Le microplastiche sono state trovate anche nel sangue, nello sperma, nella placenta, nel latte materno, nel liquido follicolare ovarico e nei tessuti del cuore: il loro impatto sulla salute umana non è ancora stato completamente chiarito, ma sono state trovate forti associazioni con l’aumento del rischio di ictus, infarti e altre condizioni, come la riduzione della fertilità e il cancro.
Nell’ambito dello studio che ha rilevato la loro presenza nel cervello umano, i ricercatori hanno riscontrato livelli di microplastiche dalle tre alle cinque volte superiori nei tessuti cerebrali di persone a cui era stata diagnosticata la demenza rispetto a quelli di individui sani: queste microscopiche particelle di plastica erano concentrate nelle pareti dei vasi sanguigni e nelle cellule immunitarie del cervello.
“È allarmante, ma bisogna ricordare che la demenza è una malattia in cui la barriera ematoencefalica e i meccanismi di eliminazione sono compromessi – ha aggiunto il professor Campen – . Vogliamo essere comunque molto cauti nell’interpretare questi risultati, molto probabile che le microplastiche siano elevate a causa della malattia (demenza) e al momento non suggeriamo che le microplastiche possano causare la malattia”.