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Svelati i danni spaventosi causati dalle microplastiche ai tessuti del corpo umano: quali sono

Un nuovo studio ha dimostrato che le microplastiche e le nanoplastiche finiscono in ogni organo e tessuto del nostro corpo, innescando danni correlati a molteplici malattie. Trovati segni di infiammazione, ossidazione e lesioni associati a tumori, malattie neurodegenerative e “suicidio cellulare”.
A cura di Andrea Centini
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Numerosi studi hanno evidenziato che microplastiche e nanoplastiche (MNP) sono presenti praticamente in ogni tessuto e organo del nostro corpo, tuttavia il loro impatto sulla salute umana non è ancora pienamente compreso. Una nuova ricerca ha provato a far luce sui danni ai tessuti innescati da questi minuscoli frammenti di polimeri che penetrano nell'organismo attraverso l'ingestione e l'inalazione, facendo emergere un quadro parecchio preoccupante. Attraverso varie tecniche di laboratorio, infatti, è stato evidenziato che microplastiche e nanoplastiche innescano una serie di condizioni patologiche, dall'ossidazione all'infiammazione, passando per il “suicidio cellulare” (un processo noto come apoptosi) fino alla neurodegenerazione. I danni e le lesioni ai tessuti riscontrati sono così significativi che possono essere associati a molteplici malattie, comprese cancro, trombosi, aterosclerosi, malattie infiammatorie intestinali e molte altre. Il nuovo studio rappresenta dunque l'ennesimo campanello d'allarme sui rischi legati all'inquinamento da plastica, un'emergenza globale anche per le conseguenze catastrofiche sull'ambiente.

A determinare che microplastiche e nanoplastiche sono in grado di scatenare danni e lesioni ai tessuti correlati a numerose gravi malattie è stato un team di ricerca cinese guidato da scienziati della Facoltà di Scienze Ambientali e delle Risorse dell'Università di Agraria e Forestale dello Zhejiang, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Laboratorio congiunto sino-spagnolo per i contaminanti emergenti dell'ambiente agricolo della provincia di Zhejiang e dell'Istituto di Scienze del Suolo dell'Accademia Cinese delle Scienze. I ricercatori, coordinati dai professori Haibo Zhang e Yating Luo, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una revisione sistematica di oltre 60 articoli scientifici dedicati al rilevamento dei frammenti plastici nel corpo umano (tessuti e fluidi, come il sangue e il liquido seminale) e di quasi mille in cui i colleghi hanno indagato sulla tossicità di questi pervasivi inquinanti. Come indicato, i risultati sono drammatici.

Attraverso svariate tecniche come spettrometria di massa, spettroscopia, cromatografia e simili, è stato innanzitutto determinato che microplastiche e nanoplastiche finiscono praticamente ovunque nel nostro corpo. Sono state trovate in tutti gli organi e i tessuti analizzati, fluidi compresi. Fra essi sangue, sperma, pene, testicoli, utero, cordone ombelicale, cuore, cervello, intestino, reni, fegato, placenta, polmoni e molti altri. Ricordiamo che le microplastiche sono frammenti con una dimensione compresa tra 0,1 micrometri e 5 millimetri, mentre le nanoplastiche sono al di sotto di 0,1 micrometri. Secondo vari studi, nel nostro corpo finisce ogni anno circa mezzo chilogrammo di plastica, di cui 250 grammi ingeriti e 250 grammi inalati. Secondo il nuovo studio cinese l'inalazione rappresenta invece la via di assunzione principale ed è stato dimostrato che bambini e adulti con più di 60 anni sono maggiormente esposti. Per quanto concerne i piccoli, molto probabilmente, la ragione risiede nel fatto che gattonano sul pavimento e quindi sono più esposti alle piccole particelle plastiche che invadono le nostre case.

A preoccupare gli scienziati non è solo la quantità assorbita, ma anche la patogenesi innescata dalle MNP nei nostri tessuti. Come spiegato nell'abstract del nuovo studio, le MNP “possono essere internalizzate dalle cellule umane, causando stress ossidativo e risposte pro-infiammatorie e portando a genotossicità e apoptosi”, inoltre “possono persino attraversare l'asse intestino-cervello umano e la barriera emato-encefalica, inducendo malattie neurodegenerative”. Morte cellulare, disfunzione mitocondriale, ossidazione, eccesso di radicali liberi e lesioni da accumulo possono essere correlate allo sviluppo di tumori, malattie infiammatorie, formazione di trombi e placche aterosclerotiche, giusto per indicare alcuni dei rischi evidenziati dal professor Zhang e colleghi. È chiaro che innanzi a un simile scenario, ancora da definire in modo approfondito, l'azione contro l'inquinamento da plastica deve essere ancora più incisivo e rapido.

Ciò nonostante, a causa del basso costo e della miriade di applicazioni pratiche, ogni anno produciamo quasi 400 milioni di tonnellate di plastica, diverse delle quali finiscono nei mari e negli oceani dove si degradano in minuscoli frammenti che finiscono nella catena alimentare. Un nuovo studio, ad esempio, ha evidenziato che tutti gli animali marini analizzati avevano microplastiche nel corpo, a eccezione dei tardigradi. Per quanto concerne i prodotti che consumiamo, è stato dimostrato che le bottiglie di plastica rilasciano miliardi di particelle all'interno dell'acqua; lo stesso accade con le bustine di tè nell'infuso. Sono tutti frammenti che giungono nel nostro corpo e possono innescare i processi patogenici legati alle gravi malattie di cui sopra. I dettagli della ricerca “Mapping micro(nano)plastics in various organ systems: Their emerging links to human diseases?” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica TrAC Trends in Analytical Chemistry.

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