Meticci e cani di razza pura, quali sono i più sani: nuova ricerca fa luce sulla salute di Fido
Da tempo è stato dimostrato che alcuni cani di razza pura sono soggetti a significativi problemi di salute, tanto da aver spinto diversi Paesi a bloccare l'allevamento di alcune razze. La Norvegia, ad esempio, ha messo al bando il cavalier king charles spaniel e il bulldog inglese. I cani brachicefali, ovvero quelli col muso schiacciato come i bulldog, sono del resto considerati i più a rischio in assoluto dagli esperti. Nel caso estremo del carlino, i veterinari del The Royal Veterinary College hanno addirittura proposto in un articolo di non considerarlo più come un cane “tipico”, proprio a causa dei problemi fisici cui va spesso incontro questa razza, in particolar modo di tipo respiratorio e neurologico.
Il confronto tra la salute media dei meticci con quella dei cani di razza pura è diventato un ampio terreno di studio – oltre che di aspro dibattito sui social network – dal quale sono emerse alcune sorprese interessanti. Una recente ricerca guidata da scienziati dell'associazione Dogs Trust e dell'Università di Liverpool John Moores, basata sull'analisi di ben 580.000 cani di 155 razze diverse, è giunta alla conclusione che quelli piccoli con muso allungato hanno una longevità media sensibilmente superiore (il lancashire heeler arriva a 15,4 anni) rispetto a quelli grandi e / o con muso schiacciato. Dallo stesso studio è inoltre emerso che alcune razze pure risultano più longeve degli incroci, un dato interessante che contrasta con la consapevolezza popolare.
Una nuova indagine ha voluto indagare sulla salute dei cani ibridi derivati dall'incrocio di due razze pure; meticci, ma non esattamente quelli che si incontrano per strada. La moda di questi “ibridi di design”, catalizzata dalla promozione sul web, è relativamente recente e sarebbe nata proprio dall'idea di contrastare i problemi fisici che normalmente si riscontrano nelle razze pure. Come sottolineato in un articolo pubblicato su The Coversation dalla dottoressa Mia Cobb, ricercatrice presso l'Animal Welfare Science Centre dell'Università di Melbourne (Australia), molti allevatori hanno deciso di perseguire il cosiddetto out-crossing, ovvero l'accoppiamento deliberato di razze pure, proprio con l'obiettivo di “diluire i problemi fisici o comportamentali ereditati” e ottenere cuccioli più sani e robusti dei loro genitori, sviluppando il cosiddetto “vigore ibrido”.
Una delle razze più coinvolte in questo processo è il barboncino, che è stato incrociato con diverse altre per ottenere cani "nuovi" dai nomi bizzarri. Ad esempio, l'incrocio con il king charles spaniel (quello vietato in Norvegia) è diventato il cavoodle in Australia e il cavapoo nel Regno Unito; l'incrocio con il cocker spaniel è diventato lo spoodle in Australia e il cockapoo nel Regno Unito; mentre quello col labrador retriever è diventato il famoso labradoodle, che vedete in testa all'articolo. Queste nuove razze canine sono realmente meno esposte ai problemi di salute rispetto alle pure da cui derivano? La risposta del nuovo studio è tendenzialmente no.
A condurre la ricerca è stato un team britannico guidato da scienziati del Royal Veterinary College, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'EviVet Evidence-Based Veterinary Consultancy di Nottingham. I ricercatori coordinati dalla professoressa Rowena M. A. Packer hanno coinvolto circa 10.000 persone, proprietarie di una delle razze pure incrociate coi barboncini oppure di uno dei tre ibridi. Tutti gli animali avevano meno di cinque anni di età, dunque erano giovani. I veterinari hanno valutato le probabilità che le singole razze potessero sviluppare sessanta tipologie diverse di problemi di salute comuni nei cani, come infezioni degli occhi e delle orecchie, problemi gastrointestinali e rottura del legamento crociato. Incrociando tutti i dati sono giunti alla conclusione che ibridi e razze pure condividono lo stesso risultato di salute nell'87 percento dei casi.
“Gli incroci avevano maggiori probabilità di sperimentare un piccolo numero di disturbi (7%). Ma avevano meno probabilità di sperimentare un piccolo numero (6%) di altri disturbi”, ha spiegato la dottoressa Cobb. “Nel complesso, non c'erano prove convincenti in questi incroci di barboncini del ‘vigore ibrido'. Non c'erano nemmeno prove che i cani di razza pura fossero significativamente più sani dei cani derivati dall'incrocio di design”, ha chiosato l'esperta. In pratica, le nuove razze non offrono alcun beneficio in termini di salute rispetto alle razze pure progenitrici, a differenza di quanto sostengono molti allevatori, che hanno cominciato a commercializzare gli ibridi proprio alla luce delle crescenti pressioni sulla salute di determinati cani.
È doveroso sottolineare che lo studio si è concentrato su cani di meno di cinque anni, pertanto alcuni dei benefici degli incroci potrebbero emergere in età più avanzata, quando chiaramente i nostri amici pelosi tendono ad ammalarsi di più. Pertanto sarà necessario condurre ulteriori indagini per avere un quadro completo. Ciò che è che certo è che per centinaia di anni l'uomo ha selezionato artificialmente centinaia di razze di cani e molte sono chiaramente più a rischio di altre, eppure continuano a essere regolarmente acquistate e allevate perché considerate esteticamente più belle di altre. Nemmeno gli ibridi di moda sembrano riuscire a migliorare questa situazione.
Secondo gli esperti dell’associazione dell’ICECDogs la scelta consapevole di un amico a quattro zampe dovrebbe basarsi su alcune specifiche caratteristiche fisiche, con dieci di esse assolutamente da evitare (alcune come muso schiacciato, occhi sporgenti e cranio a cupola si ritrovano proprio nelle razze di maggior successo commerciale). I dettagli della nuova ricerca “The doodle dilemma: How the physical health of ‘Designer-crossbreed’ Cockapoo, Labradoodle and Cavapoo dogs’ compares to their purebred progenitor breeds” sono stati pubblicati su PloS ONE.