Meravigliosa ape fossile di 14,6 milioni di anni scoperta in Nuova Zelanda: le immagini
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Un'ape fossile di 14,6 milioni di anni è stata trovata in una formazione paleontologica della Nuova Zelanda. È in un ottimo stato di conservazione, anche se non è completa. Poiché si vede solo la parte dorsale dell'insetto imenottero, mancano diversi dettagli su zampe e zona ventrale. Spettacolari invece i particolari della testa – si notano le antenne e alcuni elementi dell'apparato buccale – ma soprattutto delle ali, che risaltano con delle bellissime iridescenze e i dettagli delle venature alari. L'ape è stata trovata in un deposito di argilla del Miocene medio Hindon Maar a Otago, sito nella Nuova Zelanda meridionale. Sebbene possa apparire strano, la fossilizzazione di un invertebrato non è troppo dissimile da quello di un vertebrato (ne esistono vari tipi); in genere avviene attraverso un processo di permineralizzazione, con i composti organici dell'animale sostituti da quelli inorganici.
A descrivere l'ape estinta i due ricercatori Michael S. Engel e Uwe Kaulfuss, rispettivamente della Divisione di Zoologia degli Invertebrati dell'American Museum of Natural History (Stati Uniti) e dell'Istituto per la Zoologia, Antropologia, Evoluzione e Biodiversità dell'Università di Gottinga (Germania). I due ricercatori hanno determinato che il fossile di ape appartiene al genere Leioproctus, del quale oggi in Nuova Zelanda ne vivono circa una ventina di specie endemiche (cioè che si trovano soltanto lì). Le hanno assegnato il nome scientifico di Leioproctus barrydonovani.
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Pur trattandosi di insetti impollinatori, queste api appartenenti alla famiglia Colletidae (colletidi) hanno un comportamento totalmente diverso delle comuni api domestiche da miele europee (Apis mllifera). Sono infatti api solitarie e non gregarie; ciascuna femmina crea il proprio nido dove costruisce le celle per la deposizione delle uova. Mediamente sono api piuttosto piccole, con dimensioni che vanno da 0,4 a 1,6 centimetri di lunghezza massima. L'ape preistorica misura appena 6,4 millimetri. Questi insetti sono spesso ricoperti di peli (gialli, rossi e bianchi) che tendono a diventare più chiari col passare del tempo, risaltando sulla cuticola nera. Nel fossile, come mostrano le immagini presenti nell'articolo, non sono visibili.
Poiché in Nuova Zelanda ci sono soltanto diciotto specie di api del genere Leioproctus endemiche, i paleontologi ritengono che la diversificazione che sarebbe dovuta scaturire dalle specie preistoriche deve essere stata in qualche modo smorzata. Tra le cause possibili eventi di estinzione oppure "complessi processi biotici o interazioni che hanno impedito alla linea evolutiva una speciazione più estesa". Non si esclude nemmeno che questa ape colletide non sia così strettamente imparentata con le moderne api congeneri. Per comprendere meglio la biologia di Leioproctus barrydonovani sarebbe importante trovare nella formazione paleontologica qualche indizio sulle specie floreali cui era legata. Data la bontà del fossile, non si esclude che durante scavi successivi possa emergere anche del polline. Oggi le api del genere Leioproctus sono fondamentali impollinatrici di piante endemiche e in via di estinzione.
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Nonostante sia molto vecchio, questo fossile è tuttavia ben lungi dall'essere l'ape impollinatrice più antica mai rinvenuta. Nel 2020, infatti, gli scienziati dell'Università Statale dell'Oregon hanno descritto Discoscapa apicula, una piccola ape rinvenuta in un blocco di ambra di 100 milioni di anni recuperato in Birmania, in un deposito ricchissimo di questo materiale. Sulle sue zampe pelose non solo è stato trovato il polline, ma i ricercatori hanno anche identificato alcuni parassiti, forse i responsabili della sua morte. I dettagli della ricerca “A bee from the middle Miocene Hindon Maar of southern New Zealand (Hymenoptera, Colletidae)” sul nuovo fossile neozelandese sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Zoosystema.