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Megattera impigliata in una nassa per granchi da 165 kg: salvata con un intervento spettacolare

Una giovane megattera di 10 metri è stata salvata in Alaska dopo una lunga e complessa operazione di soccorso, durante la quale è stata liberata da una nassa per granchi da ben 160 chilogrammi. Vi era rimasta impigliata per almeno 3 giorni; le corde si erano attorcigliate attorno alla bocca e alla pinna caudale, costringendola a nuotare facendo piccoli cerchi.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Screenshot video NOAA Fisheries / Sean Neilson /
Credit: Screenshot video NOAA Fisheries / Sean Neilson /

Una giovane megattera (Megaptera novaeangliae) di circa 10 metri è stata salvata dopo essere rimasta impigliata per giorni in una pesantissima nassa per granchi da oltre 160 chilogrammi. Il cetaceo, con un'età stimata tra i 3 e i 4 anni, era stato avvistato in grave difficoltà nei pressi della costa di Gustavus, una città dell'Alaska meridionale dove vivono poche centinaia di persone. La presenza della balena è stata segnalata dai due residenti Sesylia Hazen e Kamille Williams al centro visitatori del Parco nazionale di Glacier Bay, che ha immediatamente allertato biologi marini e veterinari del National Park Service (NPS) e il team di Large Whale Entanglement Response, un gruppo di esperti della NOAA Alaska specializzato proprio nel soccorso ai grandi cetacei intrappolati nelle reti da pesca. La povera megattera, infatti, trascinava grandi boe dietro di sé e risultava fortemente impigliata, come determinato dalla prima ispezione costiera attraverso binocoli e cannocchiali.

In poco tempo gli specialisti hanno organizzato un gommone e si sono avvicinati rapidamente al grande cetaceo per studiare meglio la situazione. Le immagini, catturate anche attraverso un preziosissimo drone, hanno mostrato che la megattera nuotava costantemente in senso orario, compiendo un piccolo giro e immergendosi continuamente. Si comportava come se qualcosa la tirasse verso il fondale. La balena era infatti rimasta impigliata in una pesantissima nassa per granchi da oltre 160 chilogrammi, le cui spesse corde le erano rimaste attorcigliate attorno alla bocca e sulla pinna caudale. In poco tempo i ranger intervenuti sono riusciti a identificare il proprietario della nassa, un pescatore che l'aveva perduta di vista da tre giorni (non l'ha più trovata dove l'aveva posizionata a Pleasant Island). Evidentemente, dopo essere rimasta intrappolata, la balena l'ha trascinata per giorni, fino a quando non è stata avvistata innanzi a Gustavus.

Dopo aver vagliato attentamente la situazione e capito che la vita della balena era seriamente in pericolo, una squadra di soccorso è intervenuta con attrezzatura specializzata per provare a liberarla dalla morsa letale. Lo strumento principale impiegato, come spiegato in un comunicato stampa di NPS, era una sorta di lunghissimo bastone in carbonio con una tagliente lama all'apice. Avvicinarsi alle balene impigliate è estremamente pericoloso e alcuni soccorritori sono purtroppo morti nel tentativo di liberarle. Un rapido movimento involontario con la pinna caudale o le pinne pettorali può infatti uccidere istantaneamente una persona. Cercare di liberare la megattera non è stato semplice poiché rimaneva sott'acqua per 7 – 9 minuti e riemergeva soltanto per 30 secondi, mostrando anche una certa diffidenza verso l'imbarcazione. Il suo nuoto non era regolare a causa nella nassa, ma evidentemente piegato da un lato. Era in grande sofferenza e i soccorritori hanno visto che aveva anche una ferita sul dorso (guarita) provocato dall'elica di una nave. Impatti con le imbarcazioni e reti da pesca piazzate o abbandonate in mare (le famigerate reti fantasma) rappresentano oggi le principali cause di morte per i cetacei.

L'operazione è durata tutto il giorno e grazie ai tagli precisi e mirati i soccorritori sono riusciti a liberare la megattera dalla maggior parte dell'attrezzatura, a partire da quella attorcigliata attorno alla bocca. Dopo l'ultimo taglio il cetaceo si è inabissato ed è sparito. Segno che era finalmente libero da quell'incubo che lo stava uccidendo in modo atroce. I video del salvataggio possono essere visti qui. Grazie alle foto raccolte durante l'entusiasmante missione, il giorno successivo i ricercatori sono riusciti a identificarla come SEAK-5490, una giovane megattera che era già stata avvistata in Alaska. Come spiegato dal National Park Service, il dottor Martin van Aswegen dell'Alaska Whale Foundation e dell'Università delle Hawaii ne aveva già preso le misure con un drone; era lunga circa 10 metri e aveva un'età compresa tra i 3 e i 4 anni. I soccorritori si augurano di incontrarla di nuovo mentre nuota libera e selvaggia nel suo mare. Questa è una storia a lieto fine, ma moltissime altre finiscono in tragedia, sempre a causa dell'uomo e del suo impatto devastante sull'ambiente naturale.

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