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Mare invaso dalla mucillagine: cos’è, come si forma e perché nell’Adriatico le chiazze sono più frequenti

La mucillagine di mare è un aggregato di sostanze organiche (neve marina) che si forma come conseguenza di condizioni meteo-climatiche che determinano temperature marine calde e scarso idrodinamismo, combinate con l’eutrofizzazione e altre condizioni di stress, incluse le infezioni virali a carico di organismi marini: nell’Adriatico, lungo la Riviera romagnola e a Pesaro, enormi chiazze galleggianti coprono chilometri di costa.
A cura di Valeria Aiello
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La mucillagine al largo di Pesaro, dove le chiazze galleggianti coprono decine di chilometri di costa / Credit: X/@totospanu
La mucillagine al largo di Pesaro, dove le chiazze galleggianti coprono decine di chilometri di costa / Credit: X/@totospanu

La mucillagine, tornata a invadere anche quest’anno l’Adriatico, dove si trova lungo le coste di gran parte della Riviera romagnola fino alle Marche, continua a fare notizia in tante località di mare, come a Pesaro, dove enormi chiazze galleggianti coprono stabilmente lo specchio d’acqua davanti alla città. Il fenomeno, documentato anche da molti bagnanti attraverso video e immagini sui social, è ben noto in Italia, soprattutto nell’Adriatico centro-settentrionale che, essendo un bacino poco profondo e semi-chiuso, è di fatto più soggetto alla formazione di ammassi mullaginosi, che possono estendersi anche per diverse centinaia di chilometri.

La mucillagine è infatti un aggregato di materiale organico (neve marina) composto da sostanze che vengono rilasciate da diversi organismi marini. Le cause della sua formazione, come vedremo di seguito, possono essere diverse, ma un ruolo centrale è giocato dal riscaldamento delle acque superficiali e il conseguente scarso idrodinamismo, che possono favorire l’aggregazione della neve marina in mucillagine, in cui può essere inglobato qualsiasi altro materiale o microrganismo si trovi in sospensione nella colonna d’acqua.

Ciò comporta che la mucillagine – che di per sé non rappresenta un rischio per la salute umana – possa diventare un habitat dove batteri e virus, a volte anche patogeni per l’uomo, possono proliferare indisturbati, il che può rendere l’acqua di mare inadatta alla balneazione, non solo a causa del cattivo odore.

Cos’è la mucillagine di mare e come si forma

La mucillagine di mare, nota anche come muco marino o saliva di mare, è un aggregato di materiale organico e inorganico, denso e gelatinoso, composto principalmente da sostanze (polisaccaridi) rilasciate da diversi organismi marini mediante una serie processi, tra cui l’essudazione di carboidrati da parte di alcune specie di fitoplancton – ad esempio, le alghe diatomee possono produrre grandi quantità di polisaccaridi – , oppure dalla rottura di cellule e la predazione dello zooplancton.

Queste sostanze prendono il nome di neve marina, di cui la mucillagine è uno stadio evolutivo, favorito dalla progressiva aggregazione di piccoli accumuli in fiocchi, filamenti, nastri ma anche chiazze gelatinose di forma variabile, che possono raggiungere anche dimensioni importarti e arrivare a coprire aree di centinaia di chilometri.

La mucillagine di mare può formarsi come conseguenza di diversi processi, anche se è determinante la presenza di condizioni meteo-climatiche che comportano il riscaldamento delle acque superficiali, con conseguenze scarso idrodinamismo che favorisce l’aggregazione della neve marina in mucillagine. A questa circostanza si associano le cause che possono innescare l’eccessiva produzione di neve marina, legate sia alla presenza di inquinanti e all’eutrofizzazione, in particolare alla sovrabbondanza di composti del fosforo, sia a infezioni virali a carico di organismi marini, come procarioti e fitoplancton, con possono contribuire alla rottura delle cellule e quindi a un ulteriore rilascio e accumulo di materia organica disciolta nella colonna d’acqua.

Perché nell’Adriatico la mucillagine è sempre più frequente

A livello globale, il Mar Adriatico e, in particolare la sua porzione settentrionale, è l’area più gravemente colpita dal fenomeno della mucillagine. Qui, la sua formazione è nota già dal XVIII secolo, segnalata per la prima volta nel 1729 e originariamente definita come un fenomeno di “mare sporco”, anche se le prime descrizioni di carattere scientifico risalgono al 1872, quando venne ipotizzato che la formazione di tali sostanze fosse determinata dalla secrezione mucosa di alcune diatomee.

Sempre nell’Adriatico, fenomeni analoghi sono stati osservati anche nel 1880, 1891, 1903, 1905, 1920, 1949, ma è dagli anni Ottanta e soprattutto dagli anni Novanta che la frequenza di questi eventi è cresciuta in maniera esponenziale.

Alcune zone dell’alto Adriatico, come il golfo del Quarnero, e la zona centrale compresa tra il delta del Po e l’Istria, sono quelle in cui più spesso si osserva la formazione di aggregati che, inizialmente, si manifestano lungo le coste della Croazia e, successivamente, lungo le coste italiane, arrivando talvolta a interessare anche l’Adriatico meridionale. In genere, in condizioni di stabilità meteo-marina, le chiazze di grandi dimensioni tendono ad accumularsi già a partire da prima metà giugno nelle aree più settentrionali, viaggiando poi verso sud, fino ad arrivare alle coste romagnole, marchigiane ed abruzzesi nel mese di agosto.

In Emilia-Romagna, i maggiori accumuli di solito si osservano dapprima al largo e poi nell’area a sud del delta del Po, dove i venti di Scirocco favoriscono l’aggregazione, fino a quando, solitamente nella seconda metà di agosto, le incursioni di venti provenienti da nord-est rimescolano la colonna d’acqua, disperdendo le masse mucillaginose e confinandole sul fondale.

Come detto, a favorire la formazione degli aggregati mucillaginosi sono principalmente le condizioni meteo-climatiche che determinano temperature marine calde e prolungate e il conseguente aumento della stabilità della colonna d’acqua, quindi situazioni che nell’Adriatico sono accentuate dalle caratteristiche stesse del bacino, poco profondo e semi-chiuso, quindi più soggetto sperimentare alte temperature, basse velocità di corrente e scarso ricambio della massa d’acqua. Le anomalie climatiche, che vedono il Mediterraneo e l’Adriatico toccare sempre più frequentemente e per periodi di tempo prolungati temperature record, stanno aumentando la gravità del fenomeno.

Evidenze del collegamento tra la comparsa di mucillagini e il recente riscaldamento delle acque superficiali sono emerse da più studi, che negli ultimi anni hanno valutato la frequenza e la durata degli eventi in relazione alle anomalie di temperatura, mostrando il chiaro legame tra gli impatti del cambiamento climatico e la formazione di mucillagine. Condizioni che, unitamente alla proliferazione di fioriture di specie di fitoplancton che possono secernere maggiori quantità di sostanze di tipo mucoso per effetto dell’eutrofizzazione, sono alla base della maggiore frequenza di eventi nell’Adriatico.

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