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Maneggia carne di cinghiale e un batterio invade il suo defibrillatore e il cuore: il raro caso clinico

Un uomo si è presentato in ospedale con febbre, dolori al petto e uno strano indurimento della pelle del torace. Le analisi hanno rilevato che era stato infettato anni prima da un batterio, dopo aver maneggiato carne cruda e sangue di cinghiale. Il microrganismo ha invaso il suo defibrillatore, il cuore e parte del torace.
A cura di Andrea Centini
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Un uomo ha contratto una pericolosa infezione batterica chiamata brucellosi dopo aver maneggiato carne cruda e sangue e di cinghiale. Il patogeno responsabile, Brucella suis, è stato identificato correttamente solo anni dopo l'esposizione allo stesso, avvenuta nel 2017. L'uomo si è presentato in ospedale per la prima volta nella primavera del 2019 segnalando febbre e dolori che andavano e venivano, oltre a un fastidio costante al torace con indurimento della pelle. I medici rilevarono anche un accumulo di liquidi, un edema. Le prime analisi condotte sui campioni biologici (emocolture) per determinare la fonte dell'infezione rilevarono la presenza del batterio Ochrobactrum anthropic, che tuttavia non si rivelò corretta.

L'uomo è stato ricoverato più volte per i peculiari sintomi di cui soffriva. Dopo aver sospeso le cure antibiotiche si recò in un altro nosocomio in Alabama dove fu rilevato anche lo spostamento del defibrillatore. Ulteriori indagini hanno fatto emergere che il dispositivo medico era stato invaso dal batterio, così come il cuore (più precisamente il ventricolo sinistro), la vena succlavia e parte del torace, la ragione dei suoi sintomi. Solo la rimozione del defibrillatore e un'appropriata terapia antibiotica hanno permesso all'uomo di superare la subdola infezione contratta anni prima.

Il caso clinico è stato descritto da medici e ricercatori del College di Medicina dell'Università della Florida e del Malcom Randall Veterans Affairs Medical Center di Gainesville, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Istituto dei Patogeni Emergenti, del Dipartimento della Salute della Florida e dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta. La brucellosi umana, come indicato dagli autorevoli Manuali MSD per operatori sanitari, è un'infezione causata da batteri del genere Brucella. Più nello specifico, i responsabili sono “Brucella abortus (dai bovini), B. melitensis (da ovini e caprini), e B. suis (dai suini)”. “B. canis (dai cani) ha provocato solo infezioni sporadiche. Generalmente, B. melitensis e B. suis sono più patogene rispetto ad altre specie di Brucella spp.”, spiegano gli esperti.

L'infezione si contrae entrando in contatto con secrezioni ed escrezioni di animali infetti; consumo di carne poco cotta, “latte crudo o prodotti lattiero-caseari contenenti microrganismi vitali”; inalazione di aerosol; e trasmissione da uomo a uomo, anche se più rara. I Manuali MSD indicano che allevamento di animali e prodotti caseari sono le fonti di infezioni più comuni per i batteri del genere Brucella. I batteri sono presenti anche in Italia e, secondo i dati dell'ultimo Rapporto Epidemiologico Annuale degli ECDC, nel nostro Paese si sono verificati 94 casi nel 2018; 49 nel 2019; 18 nel 2020; 32 nel 2021; e 20 nel 2022. La carne cruda o poco cotta di cinghiale infetto è nota per essere un'altra fonte di infezione ricorrente.

A rendere peculiare il caso del paziente coinvolto nel Case Report, un settantenne della Florida, il fatto che in migliaia di casi clinici di brucellosi contratta da persone con defibrillatore solo per una persona è stato necessario rimuovere completamente il dispositivo "invaso" e inserirne uno nuovo. Brucella suis è infatti un batterio subdolo, che può restare quiescente per anni all'interno delle cellule immunitarie risultando difficile da rilevare dalle analisi, inoltre può annidarsi nei dispositivi medici dove trova terreno fertile per riprodursi e diffondersi nel resto dell'organismo. Solo dopo l'identificazione del batterio i medici hanno cercato di risalire alla fonte dell'infezione intervistando l'uomo, un pastore che viveva con alcuni cani e pecore nella sua fattoria. L'uomo ha affermato di aver ricevuto più volte nel 2017 carne cruda da parte di un cacciatore del posto, che ha maneggiato a mani nude (insieme al sangue) prima di cucinarla. Secondo i medici fu proprio quell'esposizione a innescare l'infezione latente poi esplosa con i caratteristici sintomi.

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Il paziente è stato sottoposto a un ciclo di sei settimane con gli antibiotici doxiciclina orale e rifampicina, così come alla rimozione del vecchio defibrillatore per l'impianto di uno nuovo, che è stato posizionato “sul lato controlaterale”. A tre anni dall'intervento, le indagini di follow-up non hanno rilevato “alcuna evidenza clinica di brucellosi”. Il caso clinico ricorda l'importanza di trattare adeguatamente parti di animali potenzialmente infette da batteri responabili di infezioni pericolose per la vita. I dettagli del caso clinico “Brucella suis Infection in Cardiac Implantable Device of Man Exposed to Feral Swine Meat, Florida, USA” sono stati pubblicati su Emerging Infectious Diseases.

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