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Malattia misteriosa simile all’influenza fa strage in Congo: fino a 143 morti. Quali sono i sintomi

In Congo è in corso un’epidemia provocata una malattia di origine sconosciuta che ha già provocato fino a 143 morti nell’arco di due settimane. L’OMS è al corrente della situazione e sono già in corso indagini di laboratorio ed epidemiologiche per identificare il patogeno responsabile. Cosa sappiamo sulla misteriosa patologia e quali sono i suoi sintomi.
A cura di Andrea Centini
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Tra il 10 e il 25 novembre 2024 nella Repubblica Democratica del Congo sono morte dozzine di persone per una malattia misteriosa, i cui sintomi di base sono simili a quelli dell'influenza. Le stime delle autorità locali indicano che i morti potrebbero essere anche più di 140. Non è chiaro se vi siano stati ulteriori decessi tra la fine del mese scorso e l'inizio di dicembre, tuttavia, secondo quanto dichiarato dall'amministratore locale Cephorien Manzanza citato dal Guardian, la situazione è "estremamente preoccupante" perché continua ad "aumentare il numero di persone infette".

Al momento le notizie sono molto frammentarie; l'unica certezza è che è stata colpita la popolosa provincia di Kwango, nel Sud Ovest del Paese africano. Le vittime, come specificato dall'Associated Press (AP), sono concentrate nell'area di Panzi, una zona sanitaria rurale in cui scarseggiano i medicinali e dove è complicato l'accesso all'assistenza medica. A dare notizia di questa enigmatica epidemia durante una conferenza stampa Remy Saki e Apollinaire Yumba, rispettivamente vicegovernatore e ministro della salute della provincia di Kwango e ministro della salute. Le persone decedute a causa della patologia sarebbero comprese tra le 67 e le 143, nell'arco delle due settimane sopraindicate. Nella maggior parte dei casi si tratterebbe di donne e bambini, principalmente morti nelle loro case poiché privi di un'adeguata assistenza sanitaria. Le autorità stanno invitando i cittadini a stare lontani dai cadaveri per scongiurare ulteriori infezioni.

Quali sono i sintomi della malattia misteriosa

Le persone infettare dal virus, batterio o altro agente patogeno responsabile manifestano un quadro clinico di base simile a quello di una forte influenza, caratterizzato da febbre alta, tosse e mal di testa severo. I due politici hanno indicato anche che le vittime presentano anemia, ovvero una riduzione di globuli rossi ed emoglobina nel sangue che determina una ridotta ossigenazione dell'organismo. Non è stato specificato come sopraggiunge il decesso. Stando all'AP, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sarebbe già sul campo con squadre di epidemiologi e specialisti per condurre tutte le indagini del caso. La speranza è che dall'analisi dei campioni biologici prelevati si possa arrivare rapidamente a identificare il patogeno responsabile.

In una situazione del genere è inevitabile pensare a quanto avvenne in Cina alla fine del 2019, quando si iniziò a parlare di una “misteriosa polmonite” che serpeggiava tra i cittadini di Wuhan, in particolar modo tra clienti e venditori del mercato ittico di Huanan, un mercato umido dove venivano macellati anche animali selvatici. Erano le prime infezioni del coronavirus SARS-CoV-2, dalle quali scaturì la pandemia di COVID-19 che ad oggi ha provocato quasi 7 milioni di morti (ufficialmente).

In questo momento il Congo sta combattendo anche con una significativa epidemia di vaiolo delle scimmie (più correttamente Mpox) causato da un ceppo aggressivo, che ha infettato decine di migliaia di persone e provocato un migliaio di decessi. Preoccupa anche la circolazione in Africa del virus di Marburg che provoca la cosiddetta “malattia dell'occhio sanguinante”, una febbre emorragica con esiti non dissimili dall'Ebola e a elevata mortalità (50 percento). Il Congo fu colpito da due significative epidemie nel 1998 e nel 2000, mentre attualmente il Paese africano più colpito è il Ruanda. Alla luce della sintomatologia della malattia misteriosa non sembra essere coinvolta un'infezione da Filoviridae come nel caso delle sopracitate febbri emorragiche. Al momento l'OMS non ha lasciato alcuna dichiarazione ufficiale in merito alla situazione.

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