Luna, il video del lancio del primo lander privato Peregrine: allunaggio previsto per il 23 febbraio
La corsa alla Luna riparte con Peregrine, il lander dell’americana Astrobotic, che oggi, lunedì 8 gennaio 2024, è decollato da Cape Canaveral, in Florida, con l’obiettivo di diventare la prima missione USA a oltre 50 anni dalla fine del programma Apollo a completare un atterraggio morbido sulla superficie lunare e la prima in assoluto da parte di una compagnia privata. Il suo lancio, alle 2:18 ora locale (le 8.18 in Italia), è stato anche il primo volo per il nuovissimo razzo Vulcan della United Launch Alliance, la joint venture tra Lockheed Martin e Boeing.
Se tutto andrà secondo i piani, dopo il decollo ed aver orbitato attorno alla Terra, il veicolo si dirigerà verso la Luna ed entrerà nell’orbita lunare, prima di tentare l’allunaggio subito dopo l’alba locale del 23 febbraio in una regione nota come Bay of Stickness (Baia della Viscosità), una pianura lavica nella parte nord-occidentale del “lato vicino” della Luna (la faccia rivolta verso la Terra), chiamata così in riferimento al tipo di materiale vulcanico che può aver formato le vicine colline Gruithuisen.
Il tentativo, commissionato dalla NASA nell’ambito del programma Commercial Lunar Payload Services (CLPS), non sarà però l’unico da parte di una compagna privata: anche l’Intuitive Machines, una società con sede a Houston guidata da veterani della NASA, in quegli stessi giorni proverà a far atterrare un veicolo spaziale sulla superficie lunare: il lancio dovrebbe avvenire a metà febbraio su un razzo SpaceX Falcon 9 per puntare, mediante una rotta più diretta, all’allunaggio il 22 febbraio, il che eclisserebbe di un giorno il primato di Astrobotic.
Le due missioni gemelle rappresentano una corsa straordinaria, una gara tra aziende, non tra Paesi, che contribuirà a spianare la strada delle future missioni Artemis con equipaggio, in particolare ad Artemis 3 che nel 2025 riporterà gli astronauti a lasciare le loro impronte sul suolo lunare.
La prima missione di Peregrine sulla Luna
Il lander lunare Peregrine, che prende il nome dall’animale più veloce della Terra, il falco pellegrino, trasporta venti strumenti scientifici, di cui cinque della NASA, compreso un piccolo rover della Carnegie Mellon University, destinato a diventare il primo robot americano ad esplorare la Luna.
A bordo del veicolo ci sono però anche diverse curiosità, come i campioni di DNA e resti cremati – alcuni dei quali appartengono a Gene Roddenberry, il creatore di Star Trek – in capsule commemorative prodotte dalle società Elysium Space e Celestis, che in una nota hanno spiegato che “rimarranno sulla Luna come tributo permanente alle anime intrepide che non hanno mai smesso di raggiungere le stelle”. Sulla Luna arriverà anche una copia di Wikipedia, un bitcoin caricato all’interno di una moneta fisica e “moonbox” di DHL che trasporta ricordi che vanno da romanzi e fotografie a un piccolo pezzo del Monte Everest.
Come indicato, il viaggio di Peregrine verso la Luna è diretto alla Bay of Stickness, un’antica pianura lavica chiamata anche Sinus Viscositatis, dove gli strumenti scientifici misureranno il ghiaccio d’acqua superficiale e sotterraneo, ma anche i livelli di radiazione, il campo magnetico e lo strato estremamente tenue di gas (esosfera lunare). L’obiettivo di queste misurazioni sarà quello di ridurre al minimo i rischi di missioni future, nonché di valutare la possibilità di sfruttare le risorse naturali della Luna quando gli esseri umani torneranno sulla sua superficie.
“È sicuramente un rischio elevato, ma lo sapevamo quando ci siamo lanciati in questo progetto – ha affermato Simeon Barber, ricercatore senior presso la Open University e co-investigatore principale del Regno Unito per lo spettrometro di massa a trappola ionica di Peregrine, o strumento PITMS, che analizzerà la composizione dell’esosfera lunare e monitorerà i suoi cambiamenti nel corso dei circa dieci giorni terrestri in cui opererà il lander.
L’intera missione, incluso l’allunaggio, è considerato un “compito non facile” da Cheris Culbert, il responsabile del programma CLPS con cui la NASA sovvenziona le aziende private per fornire attrezzature scientifiche sulla Luna. “Lo sbarco sulla Luna è estremamente difficile – ha precisato Culbert – . Riconosciamo che il successo non può essere assicurato”.