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Cambiamenti climatici

L’ultimo mese è stato il più caldo di sempre, anche se a noi è sembrato freddo: cosa dice la climatologa

Con una temperatura globale media dell’aria in superficie di 16,66°C, il mese che si è appena concluso è stato il giugno più caldo mai registrato, nonostante dalla maggior parte degli italiani sia stato percepito quasi come un mese autunnale. La climatologa Claudia Pasquero spiega perché tra queste due informazioni non c’è nessuna contraddizione: tutto dipende dalla differenza tra clima e meteo.
Intervista a Prof.ssa Claudia Pasquero
Docente di Oceanografia, meteorologia e climatologia dell'Università di Milano Bicocca
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Con giugno 2024 siamo a tredici, tredici mesi in cui la temperatura è la più alta mai registrata nel mese corrispondente. In base ai dati dell'osservatorio Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell'Unione europea, nell'ultimo anno la Terra è stata più calda che mai, con temperature più alte di 0,76°C rispetto alla media del periodo 1991-2020. Abbiamo ufficialmente superato anche l'obiettivo fissato all'Accordi di Parigi di tenere il riscaldamento globale sotto l'1,5°: negli ultimi mesi l'aumento rispetto alla media del periodo 1850-1900 è stato di 1,64°C. Qui abbiamo parlato deirischi per la salute del caldo estremoe come riconoscerli.

Nello specifico, a giugno 2024 la temperatura media dell'aria in superficie è stata 16,66°C, 0,67°C in più ridetto alla media registrata a giugno nel periodo 1991-2020. Eppure una buona parte degli italiani a leggere questi dati potrebbe sentirsi un po' confuso: soprattutto al Nord e al Centro Italia il mese che si è appena chiuso è stato uno dei più anomali degli ultimi anni, più da inizio autunno che inizio estate.

In realtà, tra queste due informazioni non c'è nessuna contraddizione: si riferiscono semplicemente a due ordini di riferimmo distinti. Quello che abbiamo percepito ha a che fare con il meteo, i dati diffusi da Coperinicus si riferiscono all'andamento del clima della Terra. A Fanpage.it la professoressa Claudia Pasquero, docente di Oceanografia, meteorologia e climatologia all'Università di Milano Bicocca, ha spiegato qual è la differenza tra meteo e clima e perché è vero che giugno 2024 è stato il più caldo di sempre, a prescindere da quello che abbiamo vissuto qui in Italia.

Com’è possibile che giugno 2024 sia stato il più caldo di sempre, ma a noi è sembrato quasi freddo?

È vero che per buona parte dell’Italia quello che si è appena concluso è stato un giugno meno caldo del solito, ma questo dato non ha nessun peso in una valutazione globale del clima perché è un’informazione estremamente locale, si riferisce cioè a una porzione di superficie davvero piccola rispetto all’intero Pianeta.

Una condizione locale non può essere per definizione un indicatore del clima perché subisce l’effetto di moltissime variabili. Basta infatti spostarsi al Sud Italia, oppure nel Medio Oriente, per osservare un giugno molto più caldo di quello che ha vissuto chi vive al Nord o Centro Italia.

Quindi la nostra percezione non è un dato significativo?

La percezione personale e locale non può essere indicativa di quello che sta succedendo alla Terra. Sarebbe un po’ come guardare nelle mie tasche e dire in base a quello che c’è dentro se gli italiani sono o meno ricchi.

Allora come dobbiamo leggere i dati di Copernicus?

Secondo i dati di Copernicus, questo giugno è stato il 13° mese più caldo di sempre e tutti i 12 mesi precedenti, a partire dal giugno 2023, a loro volta, sono stati più caldi dei corrispettivi degli anni precedenti.

Detto ciò, non significa che questa tendenza continuerà all’infinito. Questo caldo anomalo a livello globale è destinato in parte a rientrare. Attenzione però a non fare confusione: questo non significa che stiamo risolvendo l’emergenza climatica, neanche se i prossimi 12 mesi saranno globalmente un po’ più freddi di quelli appena passati.

Cosa dicono della crisi climatica?

Negli ultimi mesi l'aumento delle temperature è stato così importante da superare anche l’obiettivo di mantenere il riscaldamento globale entro l’1,5°. Anche se la presenza di El Niño fa supporre che questo superamento non sia definito, ma temporaneo, ciò non deve però farci sottovalutare l’entità delle temperature che abbiamo raggiunto.

Ci spieghi meglio.

L’annata 2023-2024 è stata particolarmente calda per la Terra, per effetto di due fenomeni che si sono sovrapposti: da una parte l’innalzamento delle temperature dovute al riscaldamento globale, dall’altra però ha avuto un suo ruolo anche la presenza di El Niño, che ciclicamente determina il riscaldamento delle acque superficiali dell'Oceano Pacifico equatoriale ed orientale, vicino alle coste del Perù. Questo, in modo ripetitivo ma irregolare, all’incirca ogni 2-7 anni, provoca un aumento delle temperature a livello globale.

Ma la presenza di El Niño è legata al riscaldamento globale?

No, si tratta di un fenomeno ciclico naturale, che prevede l’alternanza di fasi in cui le acque superficiali del Pacifico equatoriale ed orientale si riscaldano (El Niño), e fasi in cui si raffreddano (La Niña). Il fenomeno nel suo insieme è infatti noto anche con il nome di “ENSO”, dove la sigla sta per “El Niño-Southern Oscillation”.

Non è naturale però l’aumento costante di temperature che negli ultimi decenni si sta registrando a causa del riscaldamento globale. Infatti, in passato, in altri momenti in cui ci siamo trovati nella fase di El Niño, abbiamo registrato un aumento delle temperature a livello globale ma mai ai livelli record che abbiamo toccato quest’anno

Come fa un fenomeno che interessa l’Oceano Pacifico a influenzare le temperature globali?

Dobbiamo tenere presente che il Pacifico equatoriale occupa una porzione molto estesa della superficie terrestre, quindi quando le sue acque si riscaldano le temperature medie dell’aria alla superficie sono più alte, inoltre le variazioni proposte dal ciclo ENSO modificano anche le condizioni atmosferiche, anche a lunghissime distanze.

Perché spesso il meteo sembra contraddire il clima?

Non c’è nessuna contraddizione. Semplicemente meteo e clima sono due cose diverse. Entrambe si riferiscono alle condizioni dell’atmosfera, temperatura, umidità e velocità del vento, ma il meteo si riferisce a queste condizioni in un certo luogo e in un certo momento, mentre il clima valuta le condizioni atmosferiche mediate sul lungo periodo. Nello specifico, l’Organizzazione meteorologica mondiale indica come periodo di riferimento 30 anni.

C’è un detto, semplice ed efficace, che spiega bene la differenza tra i due concetti: “Guardi il meteo per decidere cosa indossare al mattino, ti informi sul clima quando devi preparare la valigia per un viaggio in un paese lontano”.

Cosa dobbiamo aspettarci per i prossimi mesi?

Sappiamo che El Niño si sta esaurendo e dalle previsioni attuali sembra che sarà seguito direttamente dalla fase di raffreddamento La Niña, probabilmente senza nessuna fase intermedia di neutralità. In termini globali questo vuol dire che nei prossimi mesi le temperature saranno verosimilmente un po’ più basse, ma comunque più alte rispetto al passato. Questo perché, anche se non avremo più l’effetto di El Niño, quello del riscaldamento globale di origine antropico continuerà ad agire.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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