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L’orca più sola al mondo fissa immobile un cancello per 24 ore: le immagini strazianti di Kshamenk

L’orca Kshamenk, un grande maschio, è rinchiusa da circa 30 anni in una piccola vasca di cemento in un parco acquatico argentino. L’associazione animalista urgentseas ha mostrato un video time-lapse commovente, nel quale il cetaceo fissa immobile per 24 ore il cancello che lo separa dai delfini. La speranza è che queste immagini possano portare alla sua liberazione in un santuario.
A cura di Andrea Centini
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L'orca Kshamenk fissa immobile per 24 ore il cancello della sua vasca. Credit: urgentseas
L'orca Kshamenk fissa immobile per 24 ore il cancello della sua vasca. Credit: urgentseas

Per un giorno intero l'orca Kshamenk ha fissato il cancello in metallo che separa la sua piccola vasca di cemento da quella di alcuni tursiopi (Tursiops truncatus), i delfini per antonomasia. Le immagini condivise dall'associazione animalista urgentseas sono semplicemente strazianti e inaccettabili. Mostrano una creatura meravigliosa, tra le più intelligenti e sociali dell'intero pianeta, privata della libertà e della dignità, oltre che del benessere di base che chi imprigiona questi animali dovrebbe perlomeno tentare di dare loro.

Ma la storia di Kshamenk, un maschio di 33 anni, è l'ennesimo esempio di sofferenza e solitudine. È stato soprannominato “l'orca più sola del mondo”, un appellativo triste che altri esemplari avevano ricevuto prima di lui; tra essi l'orca Kiska, morta dopo 44 anni di prigionia in un parco acquatico in Canada. Le immagini scioccanti in cui la si vedeva dare testate contro il vetro della sua vasca fecero il giro del mondo, puntando i riflettori sulle condizioni di vita orribili in cui sono costretti i cetacei in cattività. Ora Kiska è finalmente libera, ma per Kshamenk la speranza di libertà non deve essere la morte. In molti si stanno battendo strenuamente affinché possa essere trasferito in un santuario, dopo circa 30 anni di crudele prigionia.

Come raccontato da Killer Whale Wiki, un portale dedicato alle “biografie” degli esemplari di orca (Orcinus orca) tenuti in cattività, Kshamenk si spiaggiò nel novembre del 1992 su una spiaggia nella baia di Samborombon (Argentina) assieme a tre grandi maschi. All'epoca aveva un'età stimata di circa tre anni ed era molto più piccolo degli altri sfortunati esemplari. Gli animali furono visti da alcuni pescatori, ma trovandosi molto all'interno dell'arenile, a causa del calo della marea, pensarono che non si poteva fare nulla per salvarli, così avvisarono il parco acquatico Mundo Marino della loro presenza solo il giorno successivo. Quando gli addetti arrivarono sulla spiaggia trovarono solo Kshamenk, ancora in vita ma ustionato dal sole e fortemente disidratato. Gli altri tre maschi non c'erano più; molto probabilmente avevano riguadagnato il largo grazie alla successiva alta marea. Kshamenk fu prelevato e trasferito in una vasca del parco marino, dove fu curato e nutrito. Dopo la riabilitazione, tuttavia, i veterinari del governo argentino stabilirono che non era nelle condizioni di essere nuovamente liberato nell'oceano e così divenne un'attrazione del parco. Fu imprigionato insieme a Belén, una femmina spiaggiatasi in un'altra circostanza.

La coppia si riprodusse almeno due volte. Ebbero un primo piccolo che morì nel 1998, ma seconda gravidanza fu fatale per Belén, che morì nel 2000 al quarto mese di gestazione. Da allora, nonostante un certo periodo di tempo trascorso in compagnia del tursiope Floppy, una femmina, Kshamenk è rimasto completamente solo nella sua piccola vasca di cemento. Per molti anni le associazioni come urgentseas che si battono per la libertà dell'orca hanno condiviso le immagini dei suoi comportamenti ripetitivi, come girare continuamente in cerchio stretto all'interno della minuscola vasca di cemento. Fra l'altro priva di qualunque copertura dal sole. Le ultime immagini, diventate virali, sono quelle di un time-lapse registrato attorno alla metà del mese, nel quale si vede l'imponente cetaceo fissare immobile per 24 ore il cancello che lo separa dai tursiopi, altre vittime “privilegiate” dai carcerieri di mammiferi marini, a causa del fatto che si “adattano” meglio di altre specie. Flipper era un tursiope e tutti i delfini tenuti in cattività in Italia sono tursiopi.

Tutti gli appelli rivolti al governo argentino e al Mundo Marino per liberare Kshamenk sono finiti nel vuoto; è sempre stato risposto che l'orca è in salute, anche se recentemente sono stati rilevati preoccupanti cali di peso. La speranza delle associazioni animaliste è che le immagini commoventi del suo comportamento possano spingere le autorità a cercargli finalmente un santuario dove trasferirlo. Riportarlo subito nell'oceano – dopo circa 30 anni di prigionia – potrebbe significare condannarlo a morte, ma un santuario dove possa riassaporare la libertà passo dopo passo, sino all'immissione in natura, con la buona volontà e i fondi necessari potrebbe non essere una missione impossibile.

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