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Perché le sigarette elettroniche fanno male alla salute: l’allarme dell’OMS

L’OMS si è scagliata contro le sigarette elettroniche definendole “prodotti dannosi”, ha inoltre attaccato apertamente l’industria del tabacco accusandola di arricchirsi distruggendo la salute delle persone. Secondo l’organizzazione è urgente l’introduzione di restrizioni per arginare la diffusione delle e-cig, soprattutto tra i giovani.
A cura di Andrea Centini
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L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) prende una posizione nettissima sulla diffusione delle sigarette elettroniche e tuona contro l'industria del tabacco, accusandola senza mezzi termini di “trarre profitto dalla distruzione della salute”. In un comunicato pubblicato il 14 dicembre, l'istituto dell'ONU ha lanciato un vero e proprio allarme sulle cosiddette e-cig, a causa del numero sempre maggiore di studi dai quali stanno emergendo “prove allarmanti sugli effetti negativi sulla salute della popolazione”. A preoccupare l'OMS è soprattutto l'autorizzazione al mercato aperto in numerosi Paesi, sfociata in una promozione aggressiva fra i giovani e dalla quale non sono protetti nemmeno i più piccoli.

“I bambini vengono coinvolti e irretiti sin dalla tenera età dall'utilizzo le sigarette elettroniche e potrebbero diventare dipendenti dalla nicotina”, ha dichiarato il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS. “Esorto i Paesi ad attuare misure rigorose per impedirne il consumo e proteggere i propri cittadini, in particolare i bambini e i giovani”, ha chiosato il biologo e immunologo originario dell'Etiopia. L'Organizzazione sottolinea che le e-cig, definite “prodotti dannosi”, sono vietate solo in 34 Paesi, mentre in 88 non è stata indicata l'età minima entro la quale poterle acquistare e in 74 non c'è alcuna restrizione.

L'OMS sottolinea che le sigarette elettroniche contenenti nicotina “creano una forte dipendenza e sono dannose per la salute”, specificando che “sebbene gli effetti sulla salute a lungo termine non siano pienamente compresi, è stato stabilito che generano sostanze tossiche, alcune delle quali sono note per causare il cancro e altre che aumentano il rischio di disturbi cardiaci e polmonari”. Ci sono diverse ricerche hanno dimostrato questi rischi. Uno studio condotto nel 2018 dall’Università del Minnesota, ad esempio, ha dimostrato che i vapori delle e-cig contengono tre sostanze tossiche che catalizzano il rischio di sviluppare tumori: formaldeide, acroleina e metilgliossale. Questi composti chimici possono creare un legame covalente col DNA e innescare potenziali mutazioni cancerose nelle cellule del cavo orale. Lo studio “Exhalation of alternative tobacco product aerosols differs from cigarette smoke—and may lead to alternative health risks” pubblicato quest'anno da scienziati dell'Università di New York ha invece rilevato che le sigarette elettroniche determinano un rischio superiore di infiammazione alle alte vie respiratorie, cancro al naso, alla gola e ai seni paranasali, a causa dell'esposizione ai vapori esalati.

L’OMS nel suo comunicato evidenzia che le sigarette elettroniche possono anche “influenzare lo sviluppo del cervello e portare a disturbi dell’apprendimento nei giovani”, inoltre l’esposizione fetale a questi dispositivi “può influenzare negativamente lo sviluppo del feto nelle donne in gravidanza”. Se ciò non bastasse, gli autori di uno studio dell'Università della California Meridionale hanno rilevato che lo svapo “proprio come il fumo di sigaretta, è associato alla disregolazione dei geni mitocondriali e all’interruzione di percorsi molecolari coinvolti nell’immunità e nella risposta infiammatoria, che governano la salute rispetto allo stato di malattia”. Mentre l'autorevole Karolinska Institute di Stoccolma ha scoperto che le e-cig contenenti nicotina aumentano istantaneamente del 23 percento i coaguli di sangue, oltre ad alterare l’elasticità dei vasi sanguigni, accelerare il battito cardiaco e aumentare la pressione sanguigna. Sono tutte condizioni che a lungo termine potrebbero incrementare le probabilità di sviluppare severe patologie cardiovascolari, come ictus e infarto del miocardio.

Alla luce dei risultati negativi di questi e altri studi, l'OMS sottolinea la necessità di introdurre misure urgenti contro l'utilizzo delle sigarette elettroniche e contrastare la dipendenza da nicotina. In parole semplici, andrebbe messa in piedi una severa regolamentazione, esattamente come quella introdotta per limitare il vizio del fumo, considerato un nemico pubblico della salute globale. Infine l'affondo contro l'industria del tabacco, che secondo l'OMS non solo si arricchisce danneggiando la salute delle persone, ma sta anche utilizzando le sigarette elettroniche come un grimaldello “per ottenere un posto al tavolo decisionale con i governi per fare pressione contro le politiche sanitarie”. Sottolinea inoltre che sta finanziando e promuovendo “false prove per sostenere che questi prodotti riducono i danni, mentre allo stesso tempo promuove pesantemente questi prodotti ai bambini e ai non fumatori e continua a vendere miliardi di sigarette”. Per l'OMS è necessaria un'azione urgente, drastica e rapida per regolamentare le e-cig e proteggere soprattutto i più giovani, attratti dalle migliaia di gusti, dalle pubblicità sui social network e dagli influencer.

“Alcuni di questi prodotti utilizzano personaggi dei cartoni animati e hanno un design elegante, che piace alle generazioni più giovani. C’è un aumento allarmante nell’uso delle sigarette elettroniche tra i bambini e i giovani, con tassi che superano l’uso degli adulti in molti Paesi”, spiega l'OMS, affermando che l'utilizzo delle e-cig tra i ragazzini di 13-15 anni è superiore rispetto agli adulti in tutti i Paesi che fanno riferimento all'OMS. Tra i casi più rilevanti il Canada e il Regno Unito, dove tra i ragazzi con età compresa tra i 16 e i 19 anni, l'uso di questi dispositivi è rispettivamente raddoppiato e triplicato. La speranza dell'OMS è che istituzioni sanitarie e governi rispondano a questo allarme attuando misure restrittive contro la dilagante diffusione di questi prodotti.

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