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Lo scioglimento del ghiaccio sta “risvegliando” oltre 100 vulcani in Antartide: sono una seria minaccia

Gli oltre cento vulcani dell’Antartide occidentale (WAIS), molti dei quali sepolti sotto la calotta glaciale, stanno intensificando la loro attività a causa dello scioglimento del ghiaccio. La riduzione dell’enorme massa su di essi sta alterando gli equilibri delle camere magmatiche, innescando eruzioni più frequenti e violente. I rischi sono significativi per l’intero pianeta.
A cura di Andrea Centini
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Vista aerea del Monte Erebus in Antartide, il vulcano attivo più meridionale del pianeta. Credit: NSF/Josh Landis
Vista aerea del Monte Erebus in Antartide, il vulcano attivo più meridionale del pianeta. Credit: NSF/Josh Landis

Oltre cento vulcani in Antartide si stanno "risvegliando" a causa dello scioglimento del ghiaccio, rappresentando una potenziale minaccia per l'intera umanità. Anche quelli già attivi stanno intensificando le eruzioni in frequenza e potenza per lo stesso processo. È quanto emerso da un nuovo studio che, attraverso modelli matematici al computer, ha calcolato l'impatto della deglaciazione sul sistema vulcanico antartico, larga parte del quale giace sepolto sotto la calotta glaciale. L'enorme pressione determinata dagli spessi strati di ghiaccio soprastanti possono “tenere a bada” i giganti, tuttavia, a causa della fusione innescata dal riscaldamento globale, tali strati stanno perdendo massa a un ritmo vertiginoso. Ciò modifica le dinamiche della crosta terrestre e, con esse, gli equilibri all'interno delle camere magmatiche, in particolar modo quelle superficiali.

L'intensificarsi dell'attività vulcanica in Antartide può avere conseguenze catastrofiche per l'intero pianeta. Le eruzioni, del resto, accelerano ulteriormente lo scioglimento del ghiaccio a causa del calore supplementare, portano ancora più anidride carbonica (CO2) in atmosfera – il principale gas climalterante responsabile della crisi climatica in corso – e riducono ancora di più l'albedo, connessa alla capacità di riflettere i raggi solari. È un mix di fattori in grado di far innalzare il mare a livelli impressionanti. Basti sapere che, se la sola calotta occidentale antartica dovesse collassare, secondo un nuovo studio pubblicato su Nature Climate Change il mare si alzerebbe di oltre 5 metri. Ciò porterebbe alla sommersione di moltissime città e regioni costiere (diverse anche in Italia), oltre che di intere isole.

A determinare che oltre cento vulcani antartici stanno aumentando la loro attività a causa dello scioglimento dei ghiacciai è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi della Brown University, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi della Divisione di Scienze della Terra e Geografia della RWTH Aachen University di Aquisgrana (Germania), del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università dell'Oregon e del Dipartimento di Geoscienze dell'Università del Wisconsin-Madison. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Allie N.Coonin del Dipartimento di Scienze della Terra, Ambientali e Planetarie dell'ateneo di Providence, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a punto uno specifico modello termomeccanico al computer, in grado di simulare camere magmatiche nel cuore della calotta glaciale antartica. Si sono concentrati proprio su quelle della calotta glaciale dell'Antartide occidentale (WAIS), sotto la quale si trova un sistema vulcanico chiamato West Antarctic Rift System (WARS).

La ragione di questa scelta è chiara: oltre che per la cospicua presenza di vulcani, questa regione del Polo Sud è particolarmente suscettibile al collasso innescato dal riscaldamento globale. Inoltre si trova proprio su una spaccatura vulcanica attiva e questo fenomeno non è ben considerato nei modelli di scioglimento dei ghiacciai, quando invece può avere un effetto determinante sulle dinamiche di fusione. Attraverso diverse simulazioni condotte con sopracitato modello, i ricercatori sono giunti alla conclusione che la perdita di massa, il sollevamento del terreno e la conseguente diminuzione della pressione sulle camere magmatiche sta catalizzando in frequenza e violenza le eruzioni di questo remoto sistema vulcanico. Il processo è legato anche al fatto si determina la formazione di bolle all'interno del magma, dovuto al mescolamento di acqua e anidride carbonica. La generazione di questi gas fa aumentare la pressione all'interno delle camere magmatiche favorendo l'attività eruttiva e lo "sfiato" dei composti volatili. Lo scioglimento dei ghiacci sta modificando gli equilibri del sistema WARS e l'alterazione continuerebbe anche se le emissioni di CO2 e altri gas climalteranti di origine antropica finissero all'istante. La fusione del ghiaccio che si è già verificata, infatti, si ritiene che possa avere conseguenze per le prossime centinaia o migliaia di anni.

Secondo i calcoli degli scienziati è stato determinato che maggiori sono le dimensioni delle camere magmatiche, più esse sono suscettibili agli effetti della perdita di ghiaccio. E la velocità con cui ciò si verifica è un “fattore critico”. Per fare un esempio, se una calotta glaciale spessa 500 metri si scioglie in 150 anni anziché in 1.500 a causa della crisi climatica, la fuoriuscita di magma aumenta di 25 milioni di tonnellate nello stesso arco temporale. La dottoressa Coonin e colleghi hanno stimato che circa 3 milioni di metri cubi di ghiaccio possono essere perduti a causa del rilascio di calore supplementare dovuto alle eruzioni più intense e frequenti di una singola camera magmatica. E come indicato, di vulcani ce ne sono oltre cento nella WAIS. Ciò, come indicato, può avere effetti catastrofici su un sistema delicato come quello della calotta antartica occidentale e sull'innalzamento del livello del mare.

A suffragio delle simulazioni ottenute con i modelli informatici, anche i dati geocronologici delle Ande negli ultimi due cicli glaciali (fino a 150.000 anni fa), che suggeriscono l'influenza della massa di ghiaccio sull'attività vulcanica. Chiaramente stiamo parlando di simulazioni e serviranno altri studi per confermare meccanismi e impatto; ciò che è certo è che il cambiamento climatico agisce per molteplici vie e gli esiti risultano sempre potenzialmente devastanti. I dettagli della nuova ricerca “Magma Chamber Response to Ice Unloading: Applications to Volcanism in the West Antarctic Rift System” sono stati pubblicati su Geochemistry, Geophysics, Geosystems.

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