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Livelli elevati di fluoro nell’acqua associati a intelligenza ridotta nei bambini

Ricercatori statunitensi del National Toxicology Program hanno determinato che livelli elevati di fluoro nell’acqua sono associati a un quoziente intellettivo più basso nei bambini, con una riduzione del punteggio da 2 a 5 punti. Quali sono i limiti previsti per l’acqua potabile in Italia.
A cura di Andrea Centini
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Un atteso rapporto pubblicato negli Stati Uniti ha determinato che l'esposizione a livelli elevati di fluoro nell'acqua potabile – e in altri prodotti – è associata a un quoziente intellettivo (QI) più basso nei bambini. In altri termini, questo composto avrebbe un impatto neurologico sullo sviluppo cerebrale dei più piccoli con conseguente riduzione dell'intelligenza, sebbene lo studio non indaghi sui meccanismi biologici che innescano questo deterioramento cognitivo. Alla luce dei risultati, considerati moderatamente solidi, gli autori del rapporto suggeriscono che in particolar modo le donne incinte dovrebbero prestare particolare attenzione ai livelli di fluoro cui sono esposte. Non solo quelli dell'acqua potabile, ma anche di cibi, bevande (come il tè), collutori, dentifrici e altri prodotti in cui è presente l'elemento chimico.

A determinare con moderata sicurezza che livelli elevati di fluoro sono associati a un quoziente intellettivo (QI) ridotto nei bambini è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del National Toxicology Program, facente parte del Dipartimento di Salute e Servizi Umani. I ricercatori hanno condotto uno studio di revisione su precedenti ricerche condotte in diversi Paesi, fra i quali la Cina, il Canada, l'India e il Messico. Incrociando tutti i dati è emerso che i bambini costantemente esposti a oltre 1,5 milligrammi di fluoro per litro d'acqua tendevano ad avere un ridotto quoziente intellettivo. Si tratta di un punteggio basato su test standardizzati che esemplifica le capacità cognitive di una persona. In Italia e nel mondo il quoziente intellettivo medio di una persona adulta è di circa 100. Lo studio sul fluoro ha evidenziato che i bambini avevano un QI più basso da 2 a 5 punti per le esposizioni al fluoro più elevate.

Il dato di 1,5 milligrammi di composto per litro è piuttosto interessane perché si tratta della soglia limite di sicurezza fissata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Anche in Italia si fa riferimento a un decreto legislativo – quello del 2 febbraio 2001 n. 31 legato alla direttiva comunitaria 98/83/CE – che stabilisce in 1,5 mg/l “la concentrazione massima di fluoro nelle acque potabili”, come evidenziato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS). La fluorazione dell'acqua è una procedura introdotta decenni addietro poiché gli scienziati scoprirono che la presenza di fluoro era associata a un ridotto numero di carie, migliore igiene orale (meno infezioni) e mineralizzazione dei denti. In pratica, promuove la salute orale e in particolar modo quella dei denti (non a caso è uno degli ingredienti principali in collutori e dentifrici). Studi più recenti, tuttavia, hanno trovato associazioni tra livelli elevati di fluoro e sviluppo del cervello; in parole semplici, il composto riuscirebbe a influenzare negativamente i neuroni delle aree cerebrali associate a memoria e apprendimento, fra le altre, deteriorando le funzioni cognitive e di conseguenza il quoziente intellettivo.

Alla luce di questi risultati, alcuni studiosi sottolineano la necessità di indicare i livelli di fluoro nei prodotti – in particolar modo nelle bevande – con apposite etichette, al fine di ridurre esposizioni potenzialmente dannose per lo sviluppo cerebrale dei feti e dei bambini. Saranno tuttavia necessari ulteriori studi di approfondimento per determinare non solo quali sono i livelli potenzialmente dannosi, ma anche il processo biologico che innesca il deterioramento cognitivo. “Molte sostanze sono salutari e benefiche se assunte in piccole dosi, ma possono causare danni se assunte in dosi elevate. Sono necessarie ulteriori ricerche per comprendere meglio se vi siano rischi per la salute associati a basse esposizioni al fluoro. Questa monografia NTP può fornire informazioni importanti alle agenzie di regolamentazione che stabiliscono gli standard per l'uso sicuro del fluoro. Non valuta, e non era destinata a farlo, i benefici del fluoro”, hanno chiosato gli autori del rapporto. Il documento di oltre 300 pagine “Fluoride Exposure: Neurodevelopment and Cognition” può essere consultato cliccando su questo link.

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