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L’infarto mortale è più probabile di lunedì, rischio +13%: il motivo secondo gli esperti

Dall’analisi dei dati di 10.000 pazienti colpiti da infarto grave (STEMI) è stato determinato che il lunedì è il giorno della settimana in cui è più probabile essere colpiti dall’attacco di cuore potenzialmente mortale. Ecco il perché secondo gli esperti.
A cura di Andrea Centini
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Il maggior numero di infarti gravi, quelli che mettono a repentaglio la vita dei pazienti, si verifica all'inizio della settimana e in particolar modo di lunedì. Il rischio, in questo particolare giorno, è infatti più elevato del 13 percento. Altri studi avevano trovato un'associazione statistica tra la frequenza dell'infarto del miocardio e l'inizio della settimana, oltre che con determinati periodi dell'anno: ad esempio un team di ricerca dell’Università di Lund (Svezia) aveva dimostrato che durante la vigilia di Natale – attorno alle ore 22:00 – si verifica il picco massimo degli attacchi di cuore dell'intero anno, un dato emerso dall'analisi di circa 300.000 infarti verificatisi tra il 1998 e il 2013.

A determinare che il lunedì è il giorno nero per l'infarto grave – tecnicamente definito STEMI, acronimo di infarto del miocardio con sopra-slivellamento del segmento ST – è stato un team di ricerca irlandese guidato da scienziati del Belfast Health and Social Care Trust e del Royal College of Surgeons, che hanno presentato i propri risultati presso la British Cardiovascular Society (BCS). I ricercatori, coordinati dal professor Jack Laffan, cardiologo presso l'istituto irlandese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto un'indagine statistica sui dati di oltre 10.000 pazienti, tutti ricoverati in ospedale con un infarto STEMI tra il 2013 e il 2018. In base ai dati della British Heart Foundation (BHF), diretta dal professor Sir Nilesh Samani, ogni anno circa 30.000 persone finiscono ricoverate in ospedale nel Regno Unito a causa di uno di questi improvvisi e devastanti eventi cardiovascolari, legati all'otturazione completa di una coronaria (ad esempio a causa delle placche aterosclerotiche, che si accumulano nel lume dei vasi fino a farli ostruire).

Incrociando i dati sui casi di infarto STEMI e la data del ricovero in ospedale è stato determinato che il tasso principale di infarti si concentra proprio all'inizio della settimana, con un picco di lunedì (+13 percento, come indicato). Anche di domenica se ne registrano di più rispetto ad altri giorni della settimana. Ma perché gli infarti si concentrano proprio in questi giorni? Le ragioni esatte non sono ancora note, ma gli esperti ipotizzano che il cambio nello stile di vita durante il weekend possa alterare il ritmo circadiano e il metabolismo, che associato allo stress da lavoro del lunedì catalizza il rischio di un attacco di cuore. “Abbiamo trovato una forte correlazione statistica tra l'inizio della settimana lavorativa e l'incidenza di STEMI. La causa è probabilmente multifattoriale, tuttavia, sulla base di quanto sappiamo da studi precedenti, è ragionevole presumere un elemento circadiano”, ha dichiarato il professor Laffan al Daily Record.

I ritmi circadiani sono quelli legati al nostro orologio biologico, al ciclo di sonno – veglia che subisce dei forti scossoni durante il fine settimana. Non solo si dorme meno, ma nel weekend spesso si mangia di più e peggio, con un incremento di lipidi e zuccheri nel sangue e della pressione sanguigna, fattori che possono mettere sotto stress un apparato cardiovascolare già debilitato, ad esempio a causa delle suddette placche aterosclerotiche. Il professor Giovanni Esposito, docente di cardiologia presso l'Università Federico II di Napoli e presidente nazionale della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (GISE), in un'intervista all'ANSA ha spiegato che il dato emerso in Irlanda si riscontra anche in Italia. “In precedenti studi è stato evidenziato che a giocare un ruolo determinante sarebbe il ritmo circadiano, che regola il ciclo del sonno e della veglia. In effetti, a inizio settimana tendono ad associarsi tre importanti fattori di rischio cardiovascolare strettamente legati al ritmo circadiano: carenza di sonno, orari ‘sballati' e stress di inizio settimana. Si tratta di una sorta di jetlag sociale, che va ad aumentare il rischio infarto nei soggetti più vulnerabili”, ha chiosato l'esperto. A questo si aggiungono i “bagordi” alimentari di cui sopra.

Il cardiologo spiega che ridurre questi rischi per il cuore non è complicato: si devono infatti “rispettare le buone regole di vita quotidiana, alimentari e di attività fisica, assumere le terapie corrette agli orari appropriati, e magari prendere l'inizio della giornata e della settimana con calma, cercando di ridurre almeno lo stress”, ha concluso lo scienziato. Il professor Sir Nilesh Samani ha affermato che comprendere le esatte cause che innescano l'aumento di eventi STEMI all'inizio della settimana potrà aiutare i medici a salvare più vite. Gli eventi cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei Paesi ricchi e industrializzati.

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