L’incredibile storia di Elizabeth, la donna nata con due vagine e due uteri
Ci sono storie che hanno dell’incredibile, spesso legate a condizioni rare e di difficile diagnosi. È andata così per Elizabeth Amoaa, una donna di 37 anni originaria del Ghana, nata con due uteri, due cervici e due canali vaginali, ma che ha vissuto più di due decenni di sofferenza prima di poter dare un nome al suo problema. All’età di 10 anni, quando insieme alla sua famiglia si è trasferita in Francia, ha iniziato ad avere sempre più frequentemente dolori addominali, di cui soffriva già da bambina, e da allora ha cominciato ad entrare ed uscire dagli ospedali, senza ricevere una diagnosi precisa. A differenza di tante altre adolescenti, entusiaste di raggiungere la pubertà, la sua è stata un’esperienza molto difficile, non perché il suo ciclo fosse irregolare, ma perché estremamente doloroso e pesante.
Nel 2003, Elizabeth si è trasferita dalla Francia al Regno Unito, ma le sue visite in ospedale sono continuate perché per la maggior parte del tempo non si sentiva bene. Ma è stato solo quando ha compiuto 32 anni che ha finalmente ottenuto le risposte che cercava da anni. La sua vagina era a forma di Y, con due canali vaginali che portavano a due cervici e due uteri.
“Le mie mestruazioni erano sempre molto abbondanti – ha raccontato la donna ai media britannici – . Mi lamentavo molto del dolore addominale, ma quando mia madre mi portava in ospedale i medici continuavano a prescrivermi integratori di ferro e multivitaminici e dicevano che ero anemica”.
Da quel momento, la donna ha subito un totale di sei interventi chirurgici nell’arco di soli tre anni, una gravidanza con parto pretermine e un aborto che l’ha quasi uccisa. “La mia gravidanza non è stata normale – ha ricordato Elizabeth – . I medici sospettavano una gravidanza extrauterina e, quando ci ripenso, credo che stessero guardando l’utero “sbagliato”, perché non riuscivano a spiegarsi il perché alcune volte non vedessero il bambino. Devo aver fatto quasi 15 ecografie durante la gravidanza”.
“Nessuno all’epoca scoprì che avevo un doppio utero, quindi è stato davvero un momento difficile. E nonostante mia figlia sia nata prematura a 32 settimane, i medici non l’avevano ancora capito”.
Un indizio importante era dato dal fatto che Elizabeth aveva continuato ad avere le mestruazioni durante la gravidanza. “I medici avevano attribuito le perdite ad alcuni fibromi che, secondo loro, stavano crescendo con il bambino. Continuavano a concentrarsi sui fibromi e a dire che avevo basse difese immunitarie, ma non hanno indagato ulteriormente”. Solo successivamente Elizabeth ha scoperto che sua figlia era sopravvissuta perché si trovava nell’utero sano piuttosto che in quello colpito dai fibromi. “Anche se sono stata fortunata ad aver avuto mia figlia, mi sento molto turbata e infastidita perché i medici avrebbero dovuto fare delle indagini adeguate”.
Dopo la nascita della bambina, Elizabeth ha continuato a soffrire di forti dolori addominali, che i medici attribuirono a una depressione post-partum, per la quale le vennero prescritti degli antidepressivi. È stato poi nel 2015, quando la donna ha incontrato il suo attuale marito e la coppia si è trasferita temporaneamente in Germania per lavoro, che i suoi dubbi hanno trovato una risposta. “È stato allora che i medici mi hanno diagnosticato un doppio utero e una doppia vagina. Ho sempre saputo che c’era qualcosa che non andava, quindi ricevere effettivamente questa diagnosi, dopo tutti quegli anni, è stato di un po’ di sollievo”.
Cos'è l'utero didelfo
La condizione, chiamata utero didelfo, è una malformazione congenita dell’apparato genitale femminile che ha origine da anomalie nella formazioni dei genitali durante il periodo di vita embrionale, ciò quando il feto che in futuro diventerà una bambina, si trova ancora nel grembo materno. “Nel primo mese di gravidanza l’utero e la vagina del feto sono “doppi”, in quanto si originano da strutture embrionarie chiamate “dotti di Mueller”, due strutture anatomiche che, scendendo dai reni verso la vulva, tendono a avvicinarsi tra loro per poi unirsi, formando una vagina e una cavità uterina. Quando però questa fusione non avviene in modo regolare, si originano delle malformazioni. “Sono venuta a sapere che questa condizione colpisce una donna su 3.000 – ha aggiunto Elizabeth – . E i medici hanno anche scoperto che avevo l’endometriosi allo stadio 5, che si era diffusa alla vescica, una condizione rende suscettibili ad altre condizioni ginecologiche, molto variabili nel loro manifestarsi”.
La donna, rimasta di nuovo incita nel novembre 2016, ha avuto un aborto silenzioso che ha richiesto un intervento chirurgico. “L’aborto è stato un punto di svolta e ho deciso di creare una fondazione chiamata Speciallady Awareness per informare le donne e le ragazze sulle condizioni ginecologiche, sull’igiene mestruale e sulla salute riproduttiva. E mi sono resa conto che c’è uno stigma che circonda l'utero didelfo a causa della mancanza di consapevolezza. Sono stata anche vittima di bullismo sui social media a causa della mia condizione”.
Attualmente, Elizabeth vive insieme alla sua famiglia nel Regno Unito, dove lavora part-time perché la sua condizione non le permette di accettare impieghi molto impegnativi. “Personalmente, sono sopravvissuta a un’esperienza così traumatica, ma altre donne potrebbero non riuscirci. Per questo voglio incoraggiarle a farsi controllare e far sapere loro che possono comunque avere una vita normale”.