L’ESA rinvia il lancio della missione Juice su Giove: ecco cosa è successo
Il lancio di Juice su Giove, la prima missione dell’ambizioso programma dell’Agenzia spaziale europea (ESA) che osserverà il gigante gassoso e tre delle sue grandi lune oceaniche (Callisto, Europa e Ganimede) non avverrà oggi. Il lancio della sonda è stato annullato a causa delle avverse condizioni meteo – in particolare per il rischio di fulmini – , quindi riprogrammato per domani, venerdì 14 aprile alle 14:14 ora italiana.
Bisognerà pazientare un altro giorno per assistere al lancio dallo spazioporto europeo di Kourou, nella Guyana francese, della missione Juice, acronimo di Jupiter Icy Moons Explorer, nel cosiddetto Sistema Solare esterno, dove la sonda dell’ESA monitorerà il complesso ambiente magnetico, radioattivo e plasmatico di Giove e la sua interazione con le sue lune, studiando il sistema gioviano come archetipo per i sistemi di giganti gassosi in tutto l’Universo.
Il rinvio è stato annunciato ufficialmente pochi minuti prima dell’orario di lancio, inizialmente ritardato a causa delle cattive condizioni meteo, dopo che gli ingegneri avevano verificato tutte le componenti, inclusi i sistemi del razzo Ariane 5 che trasporterà la sonda Juice nello spazio. Il programma della missione prevede che, 26 minuti dopo il lancio, lo stadio superiore di Ariane 5 si stacchi da Juice, e che 5 minuti dopo l’ESA inizi a tracciare Juice utilizzando le stazioni di terra. Trascorsi 17 giorni e 99 minuti, i pannelli solari, le antenne, le sonde e il braccio del magnetometro (il “boom” in gergo tecnico) di Juice verranno schierati, dopodiché la sonda sarà pronta per continuare il suo viaggio di otto anni verso Giove.
La missione, sotto la guida dell’ESA con il contributo di NASA, JAXA e Israel Space Agency, includerà tre passaggi ravvicinati della Terra (l’ultimo nel 2029), uno di Venere e uno dell’asteroide 223 Rosa, nella fascia principale degli asteroidi. Nel luglio 2031, la sonda sorvolerà prima Ganimede e poi entrerà nell’orbita attorno a Giove. La missione caratterizzerà questi corpi celesti sia come oggetti planetari, sia come possibili habitat, alla ricerca di tracce di vita aliena.