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Le zanzare hanno un punto debole che possiamo sfruttare per trappole più efficaci

Per attrarre e catturare le zanzare, gli scienziati suggeriscono lo sviluppo di trappole senza l’uso di insetticidi, ora che un nuovo studio ha scoperto in che modo il ronzio delle femmine viene riconosciuto dai maschi di zanzara.
A cura di Valeria Aiello
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Una trappola per le zanzare / Credit: iStock
Una trappola per le zanzare / Credit: iStock

Le zanzare sono attratte dall’anidride carbonica (CO2) che emettiamo durante la respirazione, così come dal calore e da alcuni odori: sono solo le femmine di zanzara quelle che ci pungono, succhiano il nostro sangue e, con le sostanze contenute nella loro saliva, causano i pomfi, le protuberanze che danno prurito per diversi minuti. La saliva di alcune specie di zanzara può però anche veicolare pericolosi agenti patogeni, come i virus di West Nile, Dengue, Zika e Chikungunya, contro cui diversi team di ricerca stanno lavorando allo sviluppo di trappole più efficaci e senza l’uso di insetticidi che inducono lo sviluppo di resistenza.

Uno studio, appena pubblicato sulla rivista Current Biology, suggerisce un metodo alternativo per attrarre e catturare le zanzare, ora che gli scienziati hanno scoperto un nuovo punto debole di questi insetti. “Può portare a nuove tecniche di controllo delle zanzaredicono gli studiosi che per la prima volta hanno osservato in che modo il ronzio delle femmine viene riconosciuto dai maschi di zanzara.

Il punto debole delle zanzare per trappole più efficaci

Per ridurre la presenza delle zanzare, oltre a suggerimenti e metodi già in uso – dall’eliminare i ristagni d’acqua, all’uso di insetticidi, larvicidi e trappole tradizionali, fino alle più moderne tecniche di controllo genetico – una strategia finora mai stata esplorata ma che potrebbe portare allo sviluppo di un nuovo modo per controllare la proliferazione di questi insetti arriva da una recente scoperta sull’accoppiamento delle zanzare.

Quando i maschi di zanzara cercano una femmina, sentono il loro ronzio, che ha una frequenza diversa e “attiva” il sistema visivo, notoriamente scarso nelle zanzare. “Abbiamo scoperto questa associazione incredibilmente forte nelle zanzare maschio – spiega l’autrice principale dello studio, la dottoressa Saumya Gupta, ricercatrice post-dottorato in Biologia presso l’Università di Washington – . Quando i maschi di zanzara cercano una compagna, sentono il suono dei battiti d’ali a una frequenza specifica, e quello stimolo coinvolge il sistema visivo”.

Nonostante le zanzare formino grandi sciami al tramonto, nei quali gli insetti di entrambi i sessi sfrecciano rapidamente (“La maggior parte delle zanzare in questi sciami sono maschi, con solo poche femmine” precisano gli studiosi), la frequenza del ronzio di una femmina di zanzara risulta così attraente per i maschi da consentire loro di individuare visivamente ciò che emette il suono, quindi accelerare e sfrecciare abilmente attraverso lo sciame, evitando di scontrarsi con gli altri esemplari.

Ciò mostra la complessa interazione in atto tra i diversi sistemi sensoriali delle zanzare” hanno osservato gli studiosi, secondo i quali il modo in cui i maschi di zanzara integrano segnali uditivi e visivi potrebbe aprire la strada a nuove tecniche di controllo di questi insetti, limitandone la replicazione. “Il suono spinge i maschi a dirigersi verso quella che pensano possa essere la fonte, che si tratti di una vera femmina o, magari, di una trappola per zanzare” ha evidenziato il professor Jeffrey Riffell, docente di Biologia dell’Università di Washington e autore senior dello studio.

I test con le zanzare Anopheles coluzzii

Per arrivare a scoprire i dettagli di questo meccanismo, gli studiosi hanno condotto una serie di test di laboratorio con zanzare Anopheles coluzzii, uno dei principali vettori della malaria in Africa. In questi esperimenti, i ricercatori hanno osservato che i maschi di zanzara rispondevano in modo diverso a un oggetto nel loro campo visivo in base al suono che veniva diffuso: se la frequenza era a 450 hertz, – la stessa con cui le zanzare femmina sbattono le ali quando si trovano negli sciami – i maschi si dirigevano verso l’oggetto che emetteva il suono. Se invece la frequenza del suono era di 700 hertz, più simile a quella prodotta da battito di ali dei maschi, gli esemplari non si dirigevano verso l’oggetto.

Illustrazione dei test condotti dai ricercatori / Credit: Current Biology
Illustrazione dei test condotti dai ricercatori / Credit: Current Biology

A influire era anche la distanza tra le zanzare e l’oggetto che, quando troppo lontano, non veniva comunque captato dai maschi. “Il potere di risoluzione dell’occhio della zanzara è circa 1.000 volte inferiore a quello dell'occhio umano – ha precisato il professor Riffell – . Le zanzare tendono a usare la vista per comportamenti più passivi, come evitare altri oggetti e controllare la propria posizione”.

Ciò comporterebbe che i maschi di zanzara impiegherebbero segnali visivi a breve distanza per evitare collisioni all’interno degli sciami ma che l’ascolto del ronzio delle femmine “vada ad alterare drasticamente il loro comportamento, il che suggerisce l’importanza di integrare informazioni sonore e visive nello sviluppo di nuove trappole” hanno concluso gli studiosi, indicando che la forte e costante attrazione dei maschi per i segnali visivi quando avvertono il ronzio delle femmine può essere una vulnerabilità da sfruttare durante la progettazione di nuovi sistemi di controllo, in particolare per la specie Anopheles, che è uno dei principali vettori della malaria.

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