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Le tempeste geomagnetiche alterano le migrazioni degli uccelli: lo dimostra uno studio

Le tempeste geomagnetiche influenzano il comportamento migratorio degli uccelli, confondendoli in volo o “lasciandoli a terra”. Lo ha dimostrato un nuovo e approfondito studio condotto negli Stati Uniti.
A cura di Andrea Centini
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Le tempeste geomagnetiche possono alterare sensibilmente il comportamento degli uccelli migratori, riducendo il numero di quelli che tentano il viaggio e rendendo più complicata la navigazione di quelli che sono già in volo. In pratica, vengono confusi dagli effetti dell'attività solare. È noto da tempo che molte specie di uccelli sfruttano il campo magnetico terrestre per compiere le migrazioni da e verso i luoghi di riproduzione / svernamento, ma l'impatto delle tempeste solari su di essi non era noto compiutamente. Le tempeste solari o geomagnetiche sono legate al vento solare espulso dal Sole durante la sua attività, come espulsioni di massa coronale e brillamenti. Sono flussi di particelle cariche elettricamente (plasma) che sono in grado di disturbare sensibilmente il campo magnetico terrestre, oltre che dar vita allo spettacolo delle aurore polari. Una tempesta di classe G5 (la superiore) friggerebbe satelliti, distruggerebbe linee elettriche e connessioni internet, spedendoci in un Medioevo tecnologico. Ma anche quelle più deboli possono comportare problemi. Non solo alle comunicazioni radio e satellitari, ma anche agli animali migratorio. La conferma arriva da un nuovo e approfondito studio.

A dimostrare che le tempeste geomagnetiche alterano il comportamento degli uccelli migratori è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dell’Università del Michigan, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Department of Fish, Wildlife, and Conservation Biology dell'Università Statale del Colorado e del Cornell Lab of Ornithology dell'Università Cornell. I ricercatori, coordinati dal dottor Eric Gulson-Castillo, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente grandi set di dati raccolti in 23 anni da 37 stazioni radar meteorologiche (NEXRAD) e magnetometri a terra negli Stati Uniti, dispositivi in grado di misurare l'intensità del campo magnetico. Si sono concentrati sull'area e Grandi Pianure degli Stati Uniti, uno spettacolare altopiano ricchissimo di biodiversità a Est delle Montagne Rocciose sul quale ogni anno migrano moltissime specie di uccelli.

I ricercatori hanno combinato i dati sulle alterazioni dei campi magnetici dovute alle tempeste geomagnetiche e il comportamento degli uccelli migratori attraverso un sofisticato modello statistico. Grazie ad esso hanno misurato un calo nel numero di uccelli migratori compreso tra il 9 e il 17 percento durante i periodi di massimo spostamento (primavera e autunno) e impatto delle tempeste solari. Inoltre hanno scoperto che gli uccelli in volo durante gli eventi geomagnetici più significativi avevano maggiori difficoltà a seguire la rotta verso la propria destinazione, soprattutto con cielo molto nuvoloso.

“I nostri risultati evidenziano come le decisioni degli animali dipendano dalle condizioni ambientali, comprese quelle che noi esseri umani non possiamo percepire, come i disturbi geomagnetici, e che questi comportamenti influenzano i modelli di movimento degli animali a livello di popolazione”, ha dichiarato il dottor Castillo in un comunicato stampa. “Abbiamo trovato un ampio sostegno al fatto che l'intensità della migrazione diminuisce in presenza di elevati disturbi geomagnetici”, gli ha fatto eco il professor Ben Winger, docente presso il Dipartimento di Ecologia e Biologia Evoluzionistica dell'ateneo del Michigan. “I nostri risultati forniscono un contesto ecologico per decenni di ricerca sui meccanismi della magnetorecezione animale, dimostrando gli impatti a livello comunitario della meteorologia spaziale sulle dinamiche migratorie”, ha chiosato l'esperto. Un altro studio ha recentemente determinato che le tempeste geomagnetiche possono essere responsabili anche degli spiaggiamenti dei cetacei. I dettagli della ricerca “Space weather disrupts nocturnal bird migration” sono stati pubblicati su PNAS.

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