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Le TAC comuni potrebbero causare fino al 5% dei nuovi casi di tumore, secondo uno studio

Un team di ricerca internazionale ha stimato che il rischio di sviluppare un tumore a seguito di una TAC è più alto di quanto stimato in precedenza. Fino al 5% di tutti i nuovi casi di cancro potrebbe essere legato a questo preziosissimo esame. I ricercatori non vogliono demonizzarlo ma aumentare la consapevolezza su rischi, necessità e dosi.
A cura di Andrea Centini
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Le TAC più comuni potrebbero causare fino al 5 percento dei casi di cancro totali rilevati in un anno. Ciò significa che oltre 100.000 nuove diagnosi di tumori negli Stati Uniti potrebbero essere associate proprio a questo diffuso esame medico, il cui utilizzo è aumentato di oltre il 30 percento negli ultimi 20 anni. Secondo gli autori del nuovo studio che ha fatto emergere queste inquietanti stime, la Tomografia Assiale Computerizzata è un controllo che non va assolutamente demonizzato, dato che è fondamentale per rilevare proprio tumori, emorragie, fratture e molte altre condizioni potenzialmente pericolose per la vita; ciò su cui puntano il dito gli scienziati è l'uso eccessivo di questo esame – talvolta eseguito anche per situazioni apparentemente non idonee – e del dosaggio delle radiazioni ionizzanti non standardizzato, che potrebbe portare alcuni pazienti a essere esposti a dosi molto più elevate di quelle necessarie.

A condurre lo studio è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati di vari dipartimenti dell'Università della California di San Francisco, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molteplici istituti. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di Scienze della Salute Pubblica dell'Università della California di Davis, il Dipartimento di Ingegneria Biomedica dell'Università della Florida, la Divisione di Genetica ed Epidemiologia del The Institute of Cancer Research di Londra (Regno Unito) e il Kaiser Permanente Washington. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Rebecca Smith-Bindman, radiologa e docente di epidemiologia, biostatistica e scienze riproduttive presso l'ateneo californiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato statisticamente i dati di oltre 61 milioni di pazienti americani sottoposti a circa 93 milioni di TAC. Il numero di esami variava molto in base alla fascia di età, con quella compresa tra i 60 e i 69 anni sottoposta al maggior numero di scansioni. Il 4,2 percento degli esami è stato effettuato sui bambini, il 53 percento sulle donne (32,6 milioni) e il 47 percento (28,81 milioni) sugli uomini.

I ricercatori hanno stimato che da tutti questi esami sarebbero emersi 103.000 nuovi casi di cancro, proprio a causa dell'esposizione alle radiazioni. È doveroso sottolineare che il rischio per la singola persona legato alle radiazioni ionizzanti della TAC è molto basso, tuttavia su campioni così grandi i numeri possono risultare elevati. La nuova stima dei casi di cancro associati alle TAC è risultato essere dalle 3 alle 4 volte superiore rispetto a quelle precedenti. Incrociando tutti i dati i ricercatori hanno stimato che la maggior parte dei futuri tumori dovuti all'esposizione alle radiazioni sarebbe derivato da TAC all'addome e alla pelvi negli adulti, "con 37.500 tumori su 103.000 (37 percento) e 30 milioni di esami TC su 93 milioni (32 percento)". A seguire la TAC al torace, con 21.500 tumori e 20 milioni di esami. Tra i tumori più comuni rilevati nei pazienti quelli a polmone, colon, vescica, seno e sangue (leucemie). Giovane età del paziente e numero di TAC più elevato erano associati a un rischio superiore di sviluppare il cancro cancro, con probabilità 10 volte più alte per i bimbi piccoli.

“La TC può salvare vite umane, ma i suoi potenziali danni vengono spesso trascurati. Dato l'elevato utilizzo della TC negli Stati Uniti, in futuro potrebbero verificarsi molti tumori se le attuali pratiche non cambiano”, ha dichiarato in comunicato stampa la professoressa Smith-Bindman. “Le nostre stime pongono la TAC alla pari con altri fattori di rischio significativi, come il consumo di alcol e l'eccesso di peso corporeo. Ridurre il numero di scansioni e le dosi per scansione salverebbe delle vite”, ha chiosato l'esperta.

Nel mirino degli scienziati, come indicato, il possibile ‘far west' nei dosaggi delle radiazioni ionizzanti e gli esami eseguiti quando non strettamente necessario, come quelli "per le infezioni delle vie respiratorie superiori o per il mal di testa in assenza di segni o sintomi preoccupanti". Resta comunque un tema estremamente delicato, alla luce dei rischi legati a diagnosi “errate” o approfondimenti non eseguiti. In conclusione, gli autori dello studio non vogliono assolutamente stigmatizzare un esame prezioso come la TAC, ma solo aumentare la consapevolezza dei potenziali rischi. I dettagli della ricerca “Projected Lifetime Cancer Risks From Current Computed Tomography Imaging” sono stati pubblicati su JAMA.

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