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Covid 19

Le sottovarianti BA.4 e BA.5 di Omicron eludono gli anticorpi di infezioni pregresse e vaccino Covid

Test di neutralizzazione hanno dimostrato che le sottovarianti BA.4 e BA.5 di Omicron eludono gli anticorpi di vaccini anti Covid e infezioni. Cosa significa.
A cura di Andrea Centini
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Le sottovarianti BA.4 e BA.5 di Omicron sono in grado di eludere sia gli anticorpi neutralizzanti derivati da una precedente infezione – anche da Omicron BA.1 e BA.2 – che quelli innescati dal vaccino anti Covid. Nonostante questa capacità di nascondersi e catalizzare il rischio di reinfezione e infezione rivoluzionaria (cioè che “buca” il vaccino) , gli esperti ritengono che la vaccinazione base più il booster continueranno a garantire una protezione elevata contro il ricovero in ospedale, la mortalità e in generale la COVID-19 in forma grave. Ciò nonostante un vaccino aggiornato efficace contro le sottovarianti di Omicron, destinate a diventare i ceppi dominanti in Europa e nel mondo nelle prossime settimane, è ormai considerato necessario da larga parte degli esperti. Il vaccino anti Covid aggiornato dovrebbe arrivare entro l'autunno e nel mese di ottobre dovrebbero partire le somministrazioni nelle persone con più di 50 anni.

A determinare che le sottovarianti BA.4 e BA.5 del coronavirus SARS-CoV-2 eludono gli anticorpi neutralizzanti indotti dal vaccino e dalle precedenti infezioni è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del Beth Israel Deaconess Medical Center presso la prestigiosa Facoltà di Medicina dell'Università di Harvard. Gli scienziati, coordinati dal professor Dan Barouch, direttore del Center for Virology and Vaccine Research presso l'istituto di Boston, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato l'attività neutralizzante degli anticorpi (titolo anticorpale) di 27 pazienti vaccinati con tre dosi di Comirnaty – il vaccino a mRNA di Pfizer e BioNTech – e di altri 27 pazienti che erano stati infettati dalle sottovarianti BA.1 o BA.2 della Omicron, rispettivamente l'originale emersa in Sudafrica a novembre del 2021 e la cosiddetta “Omicron invisibile”. Nel primo caso i vaccinati avevano ricevuto la terza dose (il booster) da almeno due settimane, mentre nel secondo le infezioni si erano verificate in media da 29 giorni.

I ricercatori hanno valutato il titolo anticorpale neutralizzante contro i vari ceppi di Omicron (BA.1, BA.2, BA.4, BA.5 e BA.2.12.1, diffusa negli USA) e anche contro il lignaggio WA1/2020, cioè il virus originale di Wuhan. A due settimane dalla terza dose il titolo anticorpale contro il virus emerso in Cina è risultato essere di 5783, sensibilmente superiore rispetto al valore di 900 rilevato contro la sottovariante BA.1; 829 contro BA.2; 410 contro BA.2.12.1; e 275 contro BA.4 o BA.5. In altri termini, il titolo anticorpale neutralizzante “risultava inferiore di un fattore 6,4 contro BA.1, di un fattore 7,0 contro BA.2, di un fattore 14,1 contro BA. 2.12.1, e di un fattore 21.0 contro BA.4 o BA.5” rispetto a WA1/2020, si legge nello studio. Questi dati indicano chiaramente l'estrema elusività di BA.4 e BA.5 rispetto agli anticorpi indotti dai vaccini, suggerendo un rischio di infezione rivoluzionaria significativo. Nonostante ciò, come indicato, si ritiene che i vaccini si mantengano fortemente protettivi contro la Covid grave.

Per quanto concerne i 27 pazienti infettati da Omicron BA.1 e BA.2, il titolo anticorpale neutralizzante mediano era di 11.050 contro WA1/2020; 1740 contro BA.1; 1910 contro BA.2; 1150 contro BA.2.12.1; e 590 contro BA.4 o BA.5, sottovarianti che hanno le medesime mutazioni sulla proteina S o Spike del patogeno pandemico. Da questi dati i ricercatori hanno determinato che il titolo anticorpale neutralizzante mediano “risultava inferiore di un fattore 6,4 rispetto a BA.1, di un fattore 5,8 rispetto a BA.2, di un fattore 9,6 rispetto a BA.2.12. 1, e di un fattore 18,7 contro BA.4 o BA.5”. Anche in questo caso si evidenzia un rischio significativo di reinfezione, anche nelle persone già infettate dalle prime Omicron, considerando che i titoli anticorpali sono risultati ridotti di oltre 3 volte tra BA.4 / BA.5 e BA.1 / BA.2.

Credit: The New England Journal of Medicine
Credit: The New England Journal of Medicine

“I nostri dati suggeriscono che queste nuove sottovarianti di Omicron saranno probabilmente in grado di portare a picchi di infezioni nelle popolazioni con alti livelli di immunità al vaccino e immunità naturale a BA1 e BA2”, ha dichiarato il professor Barouch. “Tuttavia, è probabile che l'immunità del vaccino fornirà ancora una protezione sostanziale contro le malattie gravi con BA4 e BA5”, ha aggiunto l'esperto. Risultati analoghi sono emersi da un'indagine indipendente condotta da scienziati dell'Università Columbia di New York. I dettagli della ricerca “Neutralization Escape by SARS-CoV-2 Omicron Subvariants BA.2.12.1, BA.4, and BA.5” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The New England Journal of Medicine.

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