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Le scimmie degli esperimenti con i chip di Elon Musk nel cervello vengono lasciate soffrire e morire

Lo denuncia un’organizzazione americana di oltre 17mila medici, venuta in possesso di “documenti inquietanti” che mostrano l’estrema sofferenza delle scimmie utilizzate nei test della Neuralink.
A cura di Valeria Aiello
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Le scimmie utilizzate negli esperimenti della Neuralink, la società di neurotecnologie di Elon Musk, sarebbero soggette a “estreme sofferenze” durante i test condotti presso il centro di ricerca dell’Università della California a Davis, dove l’azienda di chip cerebrali sta testando i suoi impianti. Lo denuncia il Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM), un’organizzazione americana no-profit di oltre 17mila medici, che ha depositato un’istanza presso il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per violazione dell’Animal Welfare Act in relazione a pratiche invasive ed esperimenti cerebrali letali su 23 scimmie.

Gli esperimenti sulle scimmie con i chip nel cervello

Il PCRM, che promuove la ricerca medica responsabile e alternative ai test sugli animali, ha spiegato di essere venuto in possesso di documenti inquietanti, che mostrano “l’estrema sofferenza delle scimmie a causa di inadeguatezze nella cura degli animali e di impianti cerebrali sperimentali altamente invasivi durante gli esperimenti”. Il gruppo sottolinea che il personale di Neuralink e dell’Università della California “non ha fornito alle scimmie in fin di vita cure veterinarie adeguate, ha utilizzato una sostanza non approvata, nota come “Bioglue” che ha ucciso le scimmie distruggendo parti del loro cervello e non ha offerto cure psicologiche volte al benessere degli animali assegnati all’esperimento”.

Questi primati, che sono esemplari di macaco rhesus, sono stati “chiusi in gabbie da soli, avevano perni d’acciaio avvitati al cranio e hanno subito ‘traumi facciali' e convulsioni a seguito degli impianti cerebrali” oltre a “infezioni ricorrenti nei siti di impianto”. In alcuni casi, per via del peggioramento del loro stato di salute, il PCMR ha evidenziato che gli animali sono stati soppressi prima ancora che fossero utilizzati negli esperimenti pianificati.

Si tratterebbe dunque di una situazione ben diversa da quella presentata in un recente video rilasciato dalla stessa Neuralink che, in seguito all’impianto di uno dei primi chip nel cervello di una scimmia, aveva mostrato come Pager (questo il nome dell’animale) fosse in grado di giocare al videogioco “Pong”.

Per condurre gli esperimenti, il centro di ricerca dell’Università della California ha ricevuto più di 1,4 milioni di dollari dalla società di Elon Musk e “potrebbe aver consegnato le sue strutture finanziate con fondi pubblici a un miliardario, ma ciò non significa che possa eludere i requisiti di trasparenza e violare le leggi federali sul benessere degli animali” ha dichiarato in una nota Jeremy Bechjam, coordinatore della difesa del PCMR – . I documenti rivelano che le scimmie avevano il cervello mutilato in esperimenti scadenti e sono state lasciate soffrire e morire”.

L’Università ha rifiutato di pubblicare foto e video della sperimentazione, sostenendo che i documenti siano di proprietà di Neuralink che, essendo questa una società privata, non è soggetta al Public Records Act della California. Il Comitato di medici sostiene, tuttavia, che il lavoro svolto e i materiali prodotti presso le strutture pubbliche siano comunque soggetti alla normativa, per cui devono essere divulgati. “L’Università della California a Davis non può proteggere una società privata dal controllo pubblico – ha aggiunto a Deborah Dubow Press, consigliere generale associato del PCMR – . Foto e video di animali ospitati e oggetto di esperimenti in un’istituzione pubblica sono documenti pubblici. Neuralink non può avvalersi di risorse pubbliche ma eludere le responsabilità pubbliche”.

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