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Le sacche delle flebo possono rilasciare migliaia di microplastiche nel sangue: rischi significativi

Attraverso specifiche analisi di laboratorio gli scienziati hanno scoperto che le sacche per le infusioni intravenose (IV) possono rilasciare migliaia di microplastiche nel sangue dei pazienti che si sottopongono alle flebo. I rischi per la salute non sono da sottovalutare.
A cura di Andrea Centini
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Sin dagli anni '70 del secolo scorso i ricercatori si accorsero di minuscole particelle solide nelle soluzioni delle sacche per le flebo, ma non capivano cosa fossero. A oltre mezzo secolo da quelle prime ricerche, il mistero è stato infine risolto: si trattava di microplastiche, che tramite le soluzioni per infusioni endovenose (IV) possono finire direttamente nel sangue di chi le riceve. Lo ha dimostrato un nuovo studio che ha eseguito test su sacche per le flebo di due marche, rilevando che rilasciano microscopici pezzetti di plastica tra 1 e 62 micrometri. Si stima che ogni sacca da 250 millilitri possa riversare nel flusso sanguigno dei pazienti migliaia di queste particelle di plastica, con effetti negativi da non sottovalutare.

I rischi per la salute legati alle microplastiche ad oggi non sono ancora chiari, tuttavia il recente studio “Mapping micro(nano)plastics in various organ systems: Their emerging links to human diseases?” pubblicato sulla rivista scientifica TrAC Trends in Analytical Chemistry ha determinato che possono essere spaventosi. Microplastiche e nanoplastiche, infatti, possono essere assorbite dalle cellule che reagiscono con stress ossidativo e risposte pro-infiammatorie, sfociando in morte cellulare e genotossicità. Per rendersi conto dei rischi, basti sapere che queste condizioni sono associate a tumori, malattie infiammatorie, formazione di coaguli di sangue e placche aterosclerotiche, che sono alla base di gravi patologie cardiovascolari. Se ciò non bastasse, un altro studio ha dimostrato che le microplastiche sono in grado di rendere i batteri resistenti agli antibiotici, catalizzando il rischio di infezioni sempre più aggressive e mortali. Se pensiamo che le microplastiche e le nanoplastiche sono state trovate in ogni organo e tessuto umano – ne inaliamo e ingeriamo mezzo chilogrammo ogni anno – è evidente il pericolo che si corre. Sapere che possono finire direttamente nel nostro sangue (dove sono state già rilevate) attraverso procedure mediche che dovrebbero proteggerci, rende il potenziale rischio ancora più inquietante.

A determinare che le sacche per le flebo possono rilasciare microplastiche e nanoplastiche nel nostro sangue è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Dipartimento di scienze e ingegneria ambientale dell'Università di Fudan e dell'Istituto di Shanghai per il controllo dell'inquinamento e la sicurezza ecologica, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Unità di terapia intensiva – ospedale affiliato dell'Università medica di Jining e del Centro per la nanoscienza e la nanotecnologia – Dipartimento di fisica dell'Università di Bath. I ricercatori, coordinati dal professor Liwu Zhang, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato sacche per infusioni mediche – soluzioni saline – di due marche diverse. Hanno fatto gocciolare il contenuto in alcune vaschette e hanno filtrato i liquidi per intrappolare le microparticelle di plastica potenzialmente presenti. Attraverso una combinazione di spettroscopia di Raman e microscopia elettronica a scansione hanno identificato ciò che sospettavano: migliaia di microplastiche in polipropilene, il materiale utilizzato per produrre le sacche. Hanno stimato che ciascuna di queste sacche può rilasciare 7.500 microplastiche nel flusso sanguigno; si sale a 25.000 in caso di disidratazione e oltre 50.000 nei casi di interventi chirurgici addominali, dato che alcune procedure richiedono molte sacche.

Le microplastiche rilevate nelle sacche. Credit: Adapted from Environment & Health 2025, DOI:10.1021/envhealth.4c00210
Le microplastiche rilevate nelle sacche. Credit: Adapted from Environment & Health 2025, DOI:10.1021/envhealth.4c00210

Per ridurre i rischi gli autori dello studio raccomandano di non esporre le sacche a luce ultravioletta e calore, inoltre sottolineano l'importanza di inserire un sistema di filtraggio micrometrico che possa intrappolare le microparticelle impendendo loro di fluire nel sangue. I dettagli della ricerca “MPs Entering Human Circulation through Infusions: A Significant Pathway and Health Concern” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Environment & Health.

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