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Le orche uccidono gli squali bianchi per mangiarne il fegato anche in Australia: trovate le prime prove

Le analisi condotte sulla carcassa di squalo bianco lungo 4,7 metri, trovata su una spiaggia dello Stato di Victoria, hanno dimostrato che le orche uccidono questi grandi predatori per il fegato anche in Australia. Ecco cosa è stato scoperto dagli scienziati.
A cura di Andrea Centini
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Lo squalo bianco ucciso dalle orche. Credit: Ben Johnstone / Portland Bait and Tackle / Facebook
Lo squalo bianco ucciso dalle orche. Credit: Ben Johnstone / Portland Bait and Tackle / Facebook

Per la prima volta gli scienziati hanno dimostrato che le orche (Orcinus orca) uccidono gli squali bianchi (Carcharodon carcharias) per mangiarne il fegato anche in Australia. Questo peculiare comportamento era stato già osservato in precedenza in California e soprattutto in Sudafrica, dove i due esemplari maschi di orca Port e Starboard dal 2015 stanno creando “scompiglio” tra le popolazioni di squali, compresi quelle dei grandi bianchi. Basti pensare che, secondo recenti stime, circa un migliaio di squali bianchi sono spariti dalle acque innanzi a Gansbaai – nella provincia sudafricana del Capo Occidentale – e zone limitrofe proprio per la presenza di questi mammiferi marini. Nel 2024 sono stati fatti appena dieci avvistamenti nell'area. Nel corso degli ultimi dieci anni gli scienziati – compresi gli italiani del Centro Studi Squali – hanno documentato diverse predazioni ai danni dei selaci, uccisi selettivamente per il fegato, un alimento ricchissimo di grassi e nutrienti che evidentemente i grandi delfinidi apprezzano molto. Ora, come indicato, i biologi marini hanno le prove che questa tecnica di alimentazione viene eseguita anche in Australia. Ciò suggerisce che possa essere un comportamento globale, o comunque molto più diffuso di ciò che si pensava in precedenza.

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A dimostrare che le orche uccidono gli squali bianchi per il fegato anche nella “terra dei canguri” è stato un team di ricerca del Southern Shark Ecology Group – College di Scienza e Ingegneria dell'Università Flinders e del Cetacean Research Centre (CETREC WA) di Perth, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti la società EnviroDNA, l'EcoGenetics Lab dell'Università Deakin e Killer Whales Australia. I ricercatori, coordinati dalla dottoressa Isabella M. M. Reeves e dal professor Adam D. Miller, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato a fondo le ferite della carcassa di uno squalo bianco ritrovato a ottobre del 2023 su una spiaggia di Cape Bridgewater a Portland, lungo la costa dello Stato di Victoria. Del pesce cartilagineo, che aveva una lunghezza di 4,7 metri quando fu attaccato e ucciso, rimanevano sola la testa e l'intera colonna vertebrale fino alla pinna caudale. “Mancavano il fegato, gli organi digestivi e riproduttivi, e c'erano quattro ferite da morso distintive, una delle quali era caratteristica dell'estrazione del fegato da parte di un'orca, simile a quanto osservato in Sudafrica”, ha dichiarato in un comunicato stampa la dottoressa Reeves.

Seppur convincente, l'analisi visiva della carcassa non era sufficiente a determinare con esattezza i reali responsabili della predazione, così gli scienziati hanno applicato tecniche di medicina forense per identificarli. In parole semplici, hanno condotto esami del DNA sui tamponi applicati alle ferite dello squalo bianco, per verificare quali animali avevano interagito con la carcassa. Ebbene, le analisi genomiche di sequenziamento hanno confermato con precisione la presenza di DNA di orca proprio all'altezza del morso per estrarre il fegato.

Credit: Emma Luck
Credit: Emma Luck

Ma non è stato trovato solo il materiale genetico dei grandi mammiferi marini. Nelle altre ferite è stato infatti identificato anche il DNA di squalo manzo nasolargo (Notorynchus cepedianus). Probabilmente le orche, soddisfatte del pasto, hanno abbandonato la carcassa della preda nell'oceano che è stata successivamente aggredita da altri animali “spazzini”, che l'hanno ridotta nello stato in cui è stata ritrovata sulla spiaggia australiana.

“Questi risultati forniscono prove convincenti della predazione delle orche sugli squali bianchi nelle acque australiane, con una forte indicazione di consumo selettivo di fegato. Ciò suggerisce che tali eventi di predazione potrebbero essere più diffusi e prevalenti in tutto il mondo di quanto si pensasse in precedenza”, ha chiosato la dottoressa Reeves. In precedenza erano stati fatti degli avvistamenti di attacchi agli squali bianchi da parte delle orche con probabile estrazione del fegato, ma mancava la pistola fumante, che è stata trovata proprio nei resti dello sfortunato esemplare di 4,7 metri. Nel 2023, nella Baja California, è stato documentato in video anche un caso di estrazione del fegato anche ai danni di un grande squalo balena, il pesce più grande del pianeta. I dettagli del nuovo studio “Genetic Evidence of Killer Whale Predation on White Sharks in Australia” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Ecology and Evolution.

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