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Le nuove foto del telescopio James Webb rivelano le due più antiche galassie simili alla via Lattea

Risalenti a circa 11 miliardi di anni fa, sono le più vecchie (e distanti) galassie a spirale barrata fino ad oggi conosciute.
A cura di Valeria Aiello
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La galassia a spirale barrata EGS-23205 vista da Hubble (a sinistra) e dal telescopio spaziale James Webb (a destra) / Credit: NASA/CEERS/Università del Texas ad Austin
La galassia a spirale barrata EGS-23205 vista da Hubble (a sinistra) e dal telescopio spaziale James Webb (a destra) / Credit: NASA/CEERS/Università del Texas ad Austin

L’universo si sta mostrando davvero senza confini per il telescopio James Webb. Le nuove incredibili immagini catturate dall’osservatorio spaziale della NASA rivelano le due più antiche (e distanti) galassie simili alla via Lattea, mostrando per la prima volta la loro struttura a spirale barrata che le accomuna all’ammasso di cui fa parte il nostro Sistema solare. Entrambe risalgono a circa 11 miliardi di anni fa, ma mentre la prima – denominata EGS-23205 – era già stata intravista dal telescopio spaziale Hubble come una macchia a forma di disco, la seconda galassia barrata, chiamata EGS-24268, non era mai stata osservata in precedenza. La loro scoperta, che permetterà agli scienziati di affinare le teorie sull’evoluzione delle stelle, è descritta nel dettaglio in un articolo recentemente accettato per la pubblicazione su The Astrophysical Journal Letters.

Le nuove foto del telescopio spaziale James Webb

La potenza del telescopio spaziale James Webb nel mappare ampie porzioni del cosmo ad alta risoluzione e a lunghezze d’onda infrarosse maggiori rispetto ad Hubble ha infatti permesso di “guardare” attraverso la polvere galattica e svelare la struttura e la massa di questi ammassi lontani, in un momento in cui l’universo era solo al 25% della sua attuale età. La foto di EGS-23205, catturata la scorsa estate, mostra chiaramente la spirale dal cui nucleo si estendono due prolungamenti di stelle che, nell’insieme, ricordano una barra. “Appena visibili nei dati di Hubble, sono venute fuori nell’immagine del telescopio spaziale James Webb, mostrando il suo enorme potere nell’osservazione della struttura sottostante nelle galassie ha affermato Shardha Jogee, coautrice dello studio e professoressa di astronomia all’Università del Texas ad Austin, descrivendo i dati del Cosmic Evolution Early Release Science Survey (CEERS), guidato dal professor Steven Finkelstein.

Oltre a queste due galassie, che rappresentano le più antiche spirali barrate conosciute, i ricercatori hanno mostrato gli esempi di altre quattro galassie barrate risalenti a più di 8 miliardi di anni fa. “Per questo studio, stiamo esaminando un nuovo regime in cui nessuno aveva utilizzato questo tipo di dati o fatto questo tipo di analisi quantitativa prima d’ora – ha aggiunto Yuchen “Kay” Guo, che ha coordinato l’analisi – . Pertanto tutto è nuovo. È come entrare in una foresta in cui nessuno è mai entrato”

Le immagini del telescopio spaziale James Webb che mostrano sei esempi di galassie barrate, due delle quali rappresentano i più alti tempi di ricerca quantitativamente identificati e caratterizzati fino ad oggi. Le etichette in alto a sinistra in ogni figura mostrano il tempo di ricerca di ciascuna galassia, che va da 8,4 a 11 miliardi di anni fa (Gyr), quando l'universo era solo dal 40% al 20% della sua attuale età. Credit: NASA/CEERS/Università del Texas ad Austin
Le immagini del telescopio spaziale James Webb che mostrano sei esempi di galassie barrate, due delle quali rappresentano i più alti tempi di ricerca quantitativamente identificati e caratterizzati fino ad oggi. Le etichette in alto a sinistra in ogni figura mostrano il tempo di ricerca di ciascuna galassia, che va da 8,4 a 11 miliardi di anni fa (Gyr), quando l'universo era solo dal 40% al 20% della sua attuale età. Credit: NASA/CEERS/Università del Texas ad Austin

Come spiegato dagli studiosi, le “barre” svolgono un ruolo importante nell’evoluzione delle galassie, incanalando il gas nelle regioni centrali e favorendo la formazione stellare. “Risolvono il problema della catena di approvvigionamento nelle galassie – ha sottolineato Jogee – . Proprio come abbiamo bisogno di portare la materia prima dal porto alle fabbriche dell’entroterra che realizzano nuovi prodotti, una barra trasporta potentemente il gas nella regione centrale dove viene rapidamente convertito in nuove stelle a una velocità tipicamente da 10 a 100 volte maggiore che nel resto della galassia”.

La presenza di barre in un’era così precoce della storia dell’universo è certamente una scoperta entusiasmante per la comprensione dell’evoluzione delle galassie, così come per la conoscenza dei meccanismi che sottendono la crescita dei buchi neri supermassicci, che potrebbero essere alimentati dal gas convogliato dalle barre lungo il loro percorso.

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