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Le microplastiche hanno invaso anche il liquido follicolare ovarico

La loro presenza nel fluido in cui crescono gli ovuli documentata per la prima volta da un team di ricerca italiano: “Potenziale minaccia per la funzione riproduttiva femminile”.
A cura di Valeria Aiello
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Microplastiche ovunque, anche nel liquido follicolare ovarico: è quanto scoperto da un team di ricerca italiano che per la prima volta ha documentato la presenza di queste minuscole particelle di plastica nel fluido in cui crescono e maturano gli ovuli. Il loro accumulo, dettagliato in un articolo disponibile in preprint su MedRxiv, è stato valutato in campioni di liquido follicolare ovarico di 18 donne che si sono sottoposte a trattamento di riproduzione assistita: le microplastiche, di dimensioni inferiori ai 10 micron (µm), sono state rilevate in 14 campioni su 18, con una media di 2.191 particelle/millilitro.

Questo è il primo studio a fornire prove della presenza di microplastiche nel liquido follicolare ovarico nelle donne sottoposte a trattamento di riproduzione assistita – hanno spiegato i ricercatori, guidati dal dottor Luigi Montano, responsabile dell’Unità Operativa di Andrologia e Medicina degli Stili di Vita in UroAndrologia dell’ASL di Salerno – . Queste minuscole particelle di plastica rappresentano una potenziale minaccia per la funzione riproduttiva femminile”.

Cosa sono le microplastiche e dove si trovano

Le microplastiche, come suggerito dal nome, sono minuscole particelle di plastica, di dimensioni inferiori ai 5 millimetri e fino a 1 micron, diventate una delle principali preoccupazioni ambientali e sanitarie in tutto il mondo. Si trovano in vari ambienti, come oceani, corsi d’acqua dolce, nel suolo, nella catena alimentare e persino nell’aria che respiriamo.

Provengono da varie fonti, come plastica di scarto, tessuti e prodotti per la cura personale, inclusi detergenti per il viso e saponi, anche se una delle fonti più comuni risiede nei prodotti di plastica di scarto, come contenitori, bottiglie e materiali di imballaggio che, quando si frantumano, rilasciano piccole particelle plastiche che finiscono nel terreno e nell’acqua, ma anche nell’aria e nella catena alimentare, costituendo un notevole minaccia per gli ecosistemi e la salute.

Gli impatti delle microplastiche sulla salute

Sebbene gli effetti sulla salute dell’esposizione alle microplastiche siano ancora in fase di studio, ci sono prove che suggeriscono come queste minuscole particelle abbiano numerosi impatti negativi, causando infiammazione, deterioramento cellulare, disfunzione immunitaria, neurotossicità e tossicità riproduttiva. “Una volta ingerite, le microplastiche possono potenzialmente accumularsi nel tratto digestivo e in altri organi – precisa un recente rapporto su Sustainability – . L’inalazione è un altro percorso di esposizione alle microplastiche, ma possono entrare nel nostro corpo anche attraverso l’esposizione cutanea, che può avvenire attraverso l’uso di prodotti utilizzati nella cura personale che contengono microsfere, ad esempio scrub viso e detergenti per il corpo. Possono essere presenti anche negli indumenti e nei tessuti realizzati con materiali sintetici, che possono rilasciare microfibre durante l’uso e il lavaggio”.

La ricerca ha dimostrato che l’ingestione di microplastiche causa danni alla parete intestinale, che possono portare a infiammazione, stress ossidativo e cambiamenti nel microbiota, nonché essere associata a disturbi autoimmuni, cancro e malattie neurodegenerative. L’inalazione di microplastiche può invece causare irritazione e danni alle vie respiratorie e contribuire allo sviluppo di malattie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’asma, oltre ad essere potenziale causa di altre condizioni di salute, come i disturbi endocrini.

Ad oggi, la presenza di microplastiche è stata ampiamente documentata in diversi tessuti e fluidi del corpo umano, incluso il sangue, attraverso cui queste minuscole particelle possono raggiungere cuore, cervello e altri organi. Le microplastiche sono state trovate anche nella placenta delle donne in gravidanza, nello sperma e, come appena scoperto dai ricercatori, nel liquido follicolare ovarico, che è a diretto contatto con gli ovociti. “Mancano ancora prove su come l’accumulo di microplastiche influisca sulla salute riproduttiva – hanno affermato gli autori del nuovo studio -. Il rilevamento di una media di 2191 particelle in un millilitro di liquido follicolare è la conferma di quanto la contaminazione da microplastiche sia da considerare un’emergenza da affrontare nell’immediato”.

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