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Le microplastiche hanno invaso anche i testicoli umani, minaccia per la fertilità maschile

L’accumulo di queste minuscole particelle di plastica nei testicoli è stato documentato per la prima volta da un team di ricerca dell’Università del New Mexico: “Preoccupazione per il loro possibile effetto sulla salute riproduttiva”.
A cura di Valeria Aiello
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Le microplastiche sono ovunque, anche nei testicoli umani: la presenza nel tessuto testicolare di queste minuscole e insidiose particelle di plastica, accusate di ridurre la fertilità e aumentare il rischio di cancro, in particolare nel tratto digestivo, è stata documentata da un team di ricerca dell’Università del New Mexico che, in un nuovo articolo pubblicato sulla rivista Toxicological Sciences, rivela di aver trovato microplastiche in ogni campione esaminato.

Lo studio è il primo a fornire prove della presenza di almeno 12 diversi tipi di microplastiche nei testicoli umani e si aggiunge al crescente numero di ricerche che dimostrano come l’invisibile invasione di terra, aria e acqua da parte di questi microscopici pezzi di plastica costituisca una notevole minaccia per la salute. Recentemente, le microplastiche sono state trovate nel liquido follicolare ovarico (il fluido in cui crescono e maturano gli ovuli) e nella placenta delle donne in gravidanza, nello sperma, ma anche nei tessuti di cuore, cervello e altri organi.

Microplastiche anche nei testicoli umani: perché sono diventate un problema

Le microplastiche, come suggerito dal nome, sono microscopiche particelle di plastica, di dimensioni inferiori ai 5 millimetri e fino a 1 micron, che si trovano in vari ambienti, come mari e oceani, corsi d’acqua dolce, nel suolo, nella catena alimentare e perfino nell’aria che respiriamo. La loro onnipresenza sta sollevando sempre più preoccupazioni ambientali e sanitarie in tutto il mondo per gli impatti osservati sugli ecosistemi e sulla nostra salute. Le microplastiche che ingeriamo, inaliamo e che addirittura penetrano nel nostro organismo attraverso la cute possono infatti accumularsi in diversi organi, inclusi i testicoli, come scoperto dai ricercatori dell’Università del New Mexico hanno quantificato e caratterizzato la presenza delle microplastiche in tessuti testicolari sia canini che umani.

Il team, nello specifico, ha trovato una media di 122,63 microgrammi di microplastiche per grammo di tessuto testicolare canino e di 329,44 microgrammi per grammo di tessuto testicolare umano, dunque una quantità quasi tre volte superiore a quella rilevata nei cani. “All’inizio dello studio – ha affermato il professor Xiaozhong “John” Yu del College of Nursing dell’Università del New Mexico e autore principale della ricerca – dubitavo che le microplastiche potessero penetrare nel sistema riproduttivo, ma quando ho ricevuto per la prima volta i risultati sui cani sono rimasto sorpreso. E sono rimasto ancora più sorpreso quando ho ricevuto i risultati sugli esseri umani”.

Nel complesso, gli studiosi hanno rilevato almeno 12 tipi di diverse microplastiche nei testicoli canini e umani, di cui il più abbondante era il polietilene (PE), il polimero plastico ampiamente impiegato nella produzione di buste e bottiglie di plastica, seguito dal polivinilcloruro (PVC), che viene utilizzato negli impianti idraulici industriali, municipali e domestici e in molte altre applicazioni.

Il team ha anche scoperto che livelli più elevati di PVC nel tessuto testicolare canino erano correlati a un numero di spermatozoi inferiore (la misura è stata effettuata solo nei campioni canini e non in quelli umani, per limiti dovuti alla conservazione dei tessuti testicolari umani), mentre nessuna associazione è stata osservata con la concentrazione tissutale di PE. Ciò ha suggerito che l’accumulo di solo alcuni tipi di plastica possa essere legato a possibili impatti sulla salute riproduttiva, probabilmente dovuto al fatto che le particelle di PVC possono rilasciare sostanze chimiche che interferiscono con la spermatogenesi e trasportare e concentrare inquinanti e altre sostanze chimiche che causano disturbi endocrini.

Questi nuovi risultati aprono la strada a ulteriori ricerche per capire come le microplastiche possano influenzare la produzione di spermatozoi nei testicoli. “Ci sono ancora molte incognite, ma crediamo che cani ed esseri umani condividano fattori comuni che possono contribuire al declino della spermatogenesi – ha aggiunto il professor Yu – . Ci chiediamo se le microplastiche siano uno di questi fattori e quale sia il loro potenziale effetto nel lungo termine. Non vogliamo spaventare le persone, ma fornire dati scientifici che possano permetterci di fare scelte consapevoli, evitare le esposizioni, cambiare il nostro stile di vita e il nostro comportamento”.

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