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Le immagini della prima, spettacolare supernova catturata dal James Webb

La morte di una stella avvenuta tra i 3 e i 4 miliardi di anni fa è stata catturata dall’occhio del Telescopio Spaziale James Webb: le immagini della supernova.
A cura di Andrea Centini
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Credit: NASA
Credit: NASA

L'avveniristico Telescopio Spaziale James Webb (JWST) ha catturato la sua prima, spettacolare supernova, ovvero il “finale esplosivo” di una stella di massa significativa. L'evento, che dura una frazione di secondo, è talmente energetico e violento che da solo riesce a sprigionare una luminosità equivalente a quella della galassia stessa in cui si verifica. Durante il processo il materiale di cui è composta la stella viene espulso quasi completamente attraverso una bolla di gas, proiettata nello spazio profondo a velocità di decine di migliaia di chilometri al secondo. La luce del fenomeno si attenua giorno dopo giorno, quindi per riuscire a individuarlo bisogna essere molto fortunati, puntando lo strumento nel posto giusto e al momento giusto.

La supernova intercettata dal James Webb, a pochissimi giorni dalla sua entrata ufficiale in attività scientifica, si è verificata nel cuore della galassia SDSS.J141930.11+525159.3, sita tra i 3 e i 4 miliardi di anni luce dal nostro pianeta. Ciò significa che l'evento esplosivo è accaduto tra i 3 e i 4 miliardi di anni fa, quando la Terra e il Sistema solare erano ancora “bambini”. Come si evince dalle immagini pubblicate su Twitter dal dottor Mike Engesser, astronomo che gestisce lo strumento MIRI del James Webb presso lo Space Telescope Science Institute (STScI) di Baltimora, il puntino luminoso quasi al centro dell'oggetto celeste è così luminoso da rivaleggiare con la galassia a spirale in cui si è formato.

L'evento è stato classificato col nome di 2022owj e al momento non è ancora ufficialmente confermato come supernova (servirà la revisione tra pari), ma gli scienziati hanno pochi dubbi. Hanno infatti confrontato gli scatti ottenuti dalla NIRCam del Webb con le immagini catturate anni addietro dal Telescopio Spaziale Hubble e quel puntino così luminoso non c'era. Inoltre la sua luminosità ha continuato ad attenuarsi per cinque giorni consecutivi, un ulteriore segnale della dispersione della bolla di gas della supernova, tecnicamente chiamata “resto di supernova”. Tutto lascia ipotizzare che si tratti proprio di questo fenomeno.

L'aspetto più affascinante della scoperta risiede nel fatto che il James Webb non è stato espressamente progettato per andare a caccia di supernovae. Normalmente questo lavoro viene svolto da grandi telescopi terrestri che scansionano ampie porzioni di cielo e catturano immagini a campo largo, mentre l'avveniristico telescopio – lanciato dalla NASA a Natale del 2021 – analizza a elevatissima risoluzione piccoli frammenti di spazio profondo. È stata una grande fortuna avere lo strumento puntato verso l'esatta parte del cielo in cui si è verificata la supernova. Poiché il grande specchio primario del Webb può guardare più lontano e con più dettaglio di qualunque altro strumento, operando nell'infrarosso e trovandosi a 1,2 milioni di chilometri dalla Terra, gli scienziati ritengono che il telescopio possa osservare supernovae in galassie lontanissime, come quelle mostrate nella prima immagine ufficiale del telescopio, un “deep field” mostrato dalla Casa Bianca e dalla NASA durante un'apposita conferenza stampa.

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Il sogno degli esperti è intercettare la supernova di un'antica stella di prima generazione, un evento mai osservato fino ad oggi. Questi oggetti celesti erano centinaia di volte più massicci del nostro Sole e, come affermato a Space.com dal dottor Engesser, con una composizione principalmente fatta di elio e idrogeno. Erano astri molto diversi da quelli più giovani, caratterizzati da una composizione molto più ricca e variegata.

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