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Le Hawaii hanno definitivamente vietato la pesca a tutte le specie di squalo

Gli squali che vivono nelle acque territoriali delle Hawaii non potranno più essere catturati o uccisi. Una vittoria per questi animali sempre più minacciati.
A cura di Andrea Centini
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Dall'inizio di quest'anno le Hawaii hanno definitivamente vietato la pesca agli squali, di qualunque specie. Il divieto si applica in tutte le acque territoriali, non solo a specifici santuari protetti. Si tratta del primo Stato degli USA a bandire le uccisioni di questi meravigliosi pesci cartilaginei, tra gli animali più minacciati di estinzione al mondo. Basti pensare che, sulla base dei dati dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), ogni anno vengono uccisi fino a 273 milioni di squali in tutto il globo. A causa della caccia spietata cui sono sottoposti, sia legale che illegale, oltre che per le catture accidentali, il numero di squali è crollato del 70 percento negli ultimi 50 anni. Diverse delle 430 specie conosciute sono sull'orlo dell'estinzione, classificate in pericolo critico (codice CR) dall'IUCN. Per questo la notizia che le Hawaii hanno deciso di proteggere tutti gli squali è una grandissima vittoria per la biodiversità e la salute degli ecosistemi marini, dei quali questi pesci rappresentano un tassello fondamentale.

In base alla legge 51 (House Bill 533) approvata nell'ultima sessione legislativa del 2021, il governo delle Hawaii ha stabilito che dall'inizio del 2022 è diventato illegale catturare, intrappolare o uccidere consapevolmente qualunque specie di squalo nelle acque marine statali. “Siamo ben consapevoli di quanto siano importanti gli squali per mantenere sani gli ecosistemi marini. Riconosciamo anche la loro importanza nelle pratiche e nelle credenze culturali native hawaiane”, ha commentato la decisione Brian Neilson, amministratore della DLNR – Division of Aquatic Resources (DAR) dello Stato americano. La nuova legge ha naturalmente alcune deroghe; oltre a possibili permessi speciali rilasciati dalle autorità competenti, sarà possibile uccidere gli squali per questioni di pubblica sicurezza o in caso di autodifesa o per la difesa di qualcun altro. Ma per il resto, d'ora in avanti, questi magnifici animali saranno liberi di nuotare nelle cristalline acque hawaiane senza correre il rischio che qualcuno li uccida.

Purtroppo le catture accidentali saranno sempre possibili, per questo le autorità hawaiane raccomandano ai pescatori di evitare le zone abitualmente frequentate dagli squali, in particolar modo quelle dove sono presenti i piccoli. Per ridurre i rischi viene consigliato l'utilizzo di “ami circolari senza ardiglione”, ovvero quella parte che impedisce agli ami di sfilarsi dalla bocca di un pesce una volta infilzati. Nel caso in cui uno squalo dovesse abboccare, si richiede di tagliare la lenza e di non issare a bordo delle imbarcazioni gli animali. Chi si macchierà dell'odioso reato di uccidere o intrappolare volontariamente uno squalo dovrà pagare sanzioni crescenti. Si parte dai 500 dollari per la prima infrazione ai 2mila per la seconda e ai 10mila per la terza e tutte le successive. Ci saranno inoltre la confisca e il sequestro degli animali, della licenza marittima commerciale, della nave e dell'attrezzatura da pesca, con l'addebito di tutte le spese (amministrative e legali). Insomma, le Hawaii stanno facendo sul serio ed è un'ottima notizia per la tutela degli squali.

Ricordiamo che in questi giorni sono state raggiunte 1,2 milioni di firme (sul milione richiesto) per l'Iniziativa dei cittadini europei “STOP FINNING – STOP THE TRADE”, che ha l'obiettivo di vietare definitivamente la commercializzazione delle pinne di squalo nell'Unione Europea. In Italia sono state raccolte oltre 70mila firme.

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