Le esercitazioni della NATO forse coinvolte nello spiaggiamento di quattro cetacei: com’è possibile
Nel giro di pochissimi giorni si sono spiaggiati tre cetacei in Corsica e uno sull'isola d'Elba, dalla parte opposta del Mar Tirreno. Forse l'esemplare spiaggiato in Toscana è uno di quelli che era riuscito a riconquistare il largo dalla costa francese. Ciò che è certo è che siamo innanzi a un evento che gli esperti considerano anomalo, per l'area geografica ristretta, le tempistiche e la specie coinvolta: l'elusivo zifio (Ziphius cavirostris). Spiaggiamenti di questi mammiferi marini – veri e proprio campioni di apnea – si verificano ogni anno lungo le coste italiane e in altre parti del mondo, ma in genere sono casi isolati e sporadici. "Una cosa è certa: 4 spiaggiamenti di zifio in pochi giorni e nella stessa area, devono destare attenzione", ha spiegato l'organizzazione di ricerca SEAME Sardinia in un post su Facebook.
Ciò che è accaduto tra Corsica e Toscana impone una seria riflessione sulle potenziali cause, che emergeranno con certezza solo con i risultati degli esami necroscopici (autopsie) condotti dagli esperti. Tra gli addetti ai lavori sta comunque già serpeggiando un'idea concreta su ciò che potrebbe essere accaduto. Gli zifi, cetacei poco conosciuti dal grande pubblico, potrebbero essere stati uccisi dalle esercitazioni militari navali della NATO “Mare Aperto 2024-1”, attualmente in corso proprio nelle acque tra Italia e Francia.
Chiaramente i meravigliosi mammiferi marini non sono stati ammazzati a colpi di arma da fuoco, ma con strumenti bellici che per questi animali sono ancor più subdoli e pericolosi: i sonar, più nello specifico i sonar attivi a media frequenza (MFA). Questi dispositivi, introdotti a partire dagli anni '60 del secolo scorso tra le forze navali della NATO e della marina militare statunitense (U.S. Navy), inviano impulsi potentissimi che arrivano a 200 decibel: servono a scovare i sottomarini nemici che si celano nelle profondità marine. Alle esercitazioni attualmente in corso stanno partecipando anche navi antisommergibile dotate di questi micidiali sonar. Per i cetacei che si immergono a grandi profondità come gli zifi si tratta di veri e propri strumenti di tortura. Questi animali, che usano un biosonar per orientarsi nelle profondità marine e dare la caccia alle loro prede preferite (calamari), quando vengono raggiunti dagli impulsi dei sonar militari non solo restano storditi e disorientati, ma provano anche un dolore intenso, andando incontro a possibili gravi emorragie.
La sofferenza e la paura indotte da queste ondate insopportabili – un concerto rock a tutto volume arriva a 120 decibel – spinge i cetacei a nuotare il più velocemente possibile verso la superficie. È così che avviene la tragedia. Come ben sanno tutti i sub, risalire dalle grandi profondità troppo rapidamente rischia di scatenare una condizione gravissima e potenzialmente fatale: la malattia da decompressione, nella quale bolle di gas si sviluppano nel sangue. Ne sono colpiti anche i cetacei. Secondo gli esperti, gli zifidi spaventati dalle esercitazioni potrebbero essere morti a causa di questo fenomeno.
Al momento non c'è alcuna certezza sulle reali cause, ma è chiaro che una correlazione con l'operazione Mare Aperto 2024-1 è plausibile, come dimostrano incidenti verificatisi in passato in associazione alle esercitazioni militari. Basti ricordare lo spiaggiamento di ottanta esemplari di zifio e mesoplodonte di Sowerby (un altro zifide) lungo le coste di Irlanda e Scozia tra l'agosto e il novembre del 2018, un “evento insolito di mortalità” o UME (acronimo di Unusual Mortality Event). Secondo i biologi marini dell'Irish Whale and Dolphin Group sarebbe stato causato proprio da navi da guerra della marina militare britannica e statunitense nell'Oceano Atlantico.
Un'altra prova a sostegno delle responsabilità dei sonar MFA risiede in ciò che si è verificato alle Canarie; da quando questi dispositivi sono stati banditi dalle acque territoriali, nel 2004, non si sono più registrati spiaggiamenti anomali di zifidi; prima avvenivano con frequenza. Come indicato, solo gli esami autoptici potranno svelare le cause esatte della morte degli zifidi; non resta che attendere la pubblicazione dei risultati da parte dei veterinari del CERT – Cetacean strandings Emergency Response Team e dell'IZS Toscana per saperne di più.