Le case automobilistiche costruiranno 400 milioni di auto in più di quelle “sostenibili” dal pianeta
Le principali case automobilistiche produrranno centinaia di milioni di auto a benzina e diesel in più di quelle che ci permetterebbero di centrare l'obiettivo principale nella lotta ai cambiamenti climatici, ovvero contenere l'aumento della temperatura media entro e non oltre 1,5° C rispetto all'epoca preindustriale. Superata questa fatidica soglia, infatti, secondo gli scienziati le conseguenze del riscaldamento globale saranno catastrofiche e irreversibili, tanto per gli ecosistemi quanto per l'umanità. Al momento ci troviamo attorno a 1,1° C oltre la media; secondo l'“orologio dell'apocalisse climatica” ad oggi mancano poco più di 9 e anni e 5 mesi al raggiungimento di 1,5° C, se non taglieremo in modo netto e drastico le emissioni di anidride carbonica (CO2) e di altri gas a effetto serra.
Una delle misure considerate fondamentali è il passaggio a mezzi di trasporto elettrici; non a caso a partire dal 2035 nell'Unione Europea saranno venduti solo veicoli elettrificati (BEV, veicoli a batteria). Ma come indicato, i volumi produttivi di mezzi a benzina e diesel previsti dalle case automobilistiche vanno ben oltre quelli compatibili col contenimento della temperatura a 1,5° C. Il concetto è semplice. Ciascun veicolo prodotto possiede un ciclo vitale nell'arco del quale emette un determinato quantitativo di CO2 nell'atmosfera, in base alla potenza e ai chilometri percorsi. Troppi nuovi veicoli inquinanti commercializzati nei prossimi anni corrispondono a un aumento di emissioni incompatibili con l'obiettivo prefissato.
Secondo il nuovo rapporto “The Internal Combustion Engine Bubble”, pubblicato in collaborazione tra gli scienziati di Greenpeace Germania, Università della Tecnologia di Sydney (UTS) e Università delle Scienze Applicate dell'Industria di Bergisch Gladbach, il mondo ha ancora un “tesoretto” di 400Gt (gigatonnellate) di gas serra da poter immettere in atmosfera – entro il 2050 – ed evitare il superamento della soglia segnata in rosso dagli scienziati, con una probabilità di successo del 67 percento. Non eccezionale, ma comunque accettabile. Di questo budget complessivo 53Gt rappresentano la fetta di emissioni dei veicoli leggeri – auto e furgoni – con motore a combustione interna (ICE). In base ai calcoli, questa soglia permette la vendita di altri 315 milioni di mezzi inquinanti a partire dal 2022. Ma come indicato, i piani delle case automobilistiche prevedono volumi di vendita sensibilmente superiori. Secondo gli autori del rapporto i volumi previsti di veicoli ICE che saranno prodotti e venduti oscilla dai 645 ai 778 milioni, con un superamento compreso tra il 105 percento e il 147 percento delle vendite compatibili col contenimento della temperatura entro 1,5° C. In pratica, si stima verranno venduti 400 milioni di veicoli in più di quelli sostenibili per l'ambiente.
Gli scienziati sottolineano che le case automobilistiche dovrebbero rimodulare e tagliare i piani di produzione / vendita di veicoli con motore diesel e benzina per i prossimi anni, mentre i governi dovrebbero introdurre il divieto di vendita dei veicoli inquinanti a partire dal 2030, non dal 2035. Oltre a potenziare sensibilmente il trasporto pubblico "verde". Ciò darebbe il tempo di sostituire il vecchio parco auto ed evitare di introdurre troppi nuovi mezzi di inquinanti. Sarebbe necessario anche un taglio netto ai prezzi dei veicoli elettrici, dato che le city car (non parliamo di quadricicli e affini) costano quasi il doppio delle controparti termiche. Senza dimenticare che molta promozione continua a puntare su SUV pesanti e con batterie gigantesche a prezzi spropositati.