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Le asportano un rene colpito da un grosso tumore da sveglia, la storia della donna operata a Torino

La donna, una paziente di 76 anni inizialmente dichiarata inoperabile a causa di una severa obesità e un’insufficienza respiratoria grave, è stata dimessa in buone condizioni di salute dopo soli 3 giorni di ricovero: il suo caso è il primo in Europa di asportazione di un rene senza anestesia generale.
A cura di Valeria Aiello
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Prima asportazione di un rene colpito da un grosso tumore in una paziente sveglia in Europa: l'intervento chirurgico all'Ospedale Le Molinette di Torino / Photo Credit: iStock
Prima asportazione di un rene colpito da un grosso tumore in una paziente sveglia in Europa: l'intervento chirurgico all'Ospedale Le Molinette di Torino / Photo Credit: iStock

Primo caso di un’asportazione di un rene colpito da un grosso tumore in una paziente sveglia in Europa: a poche settimane dalla notizia del giovane americano che ha ricevuto un trapianto di rene senza anestesia generale negli Usa, un nuovo intervento ai limiti del possibile è stato condotto all’Ospedale Molinette di Torino, in una paziente di 76 anni a cui era stato diagnosticato un tumore al rene destro di 8 centimetri. Per la donna, l’unica possibilità di cura era rappresentata dall’asportazione dell’organo in modo radicale ma, a causa di una severa obesità e un’insufficienza respiratoria grave che complicavano un suo quadro clinico già complesso, la signora era stata dichiarata inizialmente inoperabile.

“Il suo fisico non avrebbe retto un’anestesia generale, necessaria per questo tipo di intervento” hanno spiegato gli anestesisti che hanno valutato la paziente. La sola alternativa era tentare un intervento da sveglia, utilizzando un’anestesia loco-regionale, che addormenta solo la parte del corpo da operare, mantenendo la persona in stato di coscienza. “Per aumentare la probabilità di riuscire nell’intento, occorreva però utilizzare una tecnica chirurgica meno invasiva possibile ma allo stesso tempo che garantisse efficacia oncologia” hanno precisato gli specialisti dell’Ospedale Molinette, che effettuato l’intervento con l’ausilio di un sistema robotico di ultima generazione, il “da Vinci Single Port”, una tecnologia a porta singola (tutti gli strumenti emergono da una singola cannula) che permette di eseguire operazioni complesse in maniera minimamente invasiva.

Asportazione di rene in una donna sveglia, primo caso in Europa

L’asportazione del rene colpito dal grosso tumore, il primo intervento di questo tipo condotto in una paziente sveglia in Europa, è stato eseguito presso la Clinica Urologica dell’Ospedale le Molinette di Torino diretta dal professor Paolo Gontero. “Nonostante un’ampia esperienza con all’attivo, il caso della donna era così complesso anche per le dimensioni del tumore, che, unitamente all’obesità, rendeva l’intera massa da asportare di dimensioni straordinarie” si legge nella nota diffusa dall’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino.

Il problema è stato risolto grazie all’utilizzo del sistema robotico da Vinci Single Port, recentemente acquisito dal nosocomio torinese grazie al supporto della Fondazione CRT (Cassa di risparmio di Torino), una soluzione che “ha permesso di operare con una sola porta di lavoro di 2,5 centimetri, contenente quattro strumenti miniaturizzati che vengono inseriti nell’addome mediante un singolo taglio”. Rispetto ai sistemi multi-porta, ampiamente utilizzati e che restano il gold standard in diversi tipi di chirurgia, il braccio singolo del sistema da Vinci Single Port è infatti in grado di minimizzare ulteriormente l’invasività dell’intervento.

La scelta del sistema robotico da Vinci Single Port si è rivelata la strategia vincente, poiché la finezza dei suoi quattro strumenti che vengono azionati dall’operatore come i tentacoli di un polipo, ha consentito di minimizzare il trauma chirurgico, riducendo così gli stimoli dolorosi traumatici alla paziente, e garantendo al contempo grande precisione nei movimenti e rapidità d'azione” ha affermato il professor Paolo Gontero.

Il successo della procedura, ha evidenziato il professor Gontero, che ha effettuato l’intervento insieme al dottor Daniele D’Agate, è stato possibile “solo grazie al connubio tra la nuova tecnologia mini invasiva, che ha permesso asportare una grossa massa utilizzando una porta di accesso di pochi centimetri, ed una eccellente équipe di anestesiologica (che ha visto la fondamentale collaborazione del dottor Giulio Rosboch e del dottor Edoardo Ceraolo sotto la direzione del professor Luca Brazzi ndr), e dell’équipe infermieristica di sala operatoria, coordinata dalla dottoressa Filippa Converso”.

La paziente è stata dimessa in buone condizioni di salute dopo soli 3 giorni di ricovero ed ha potuto fare ritorno a casa. Per la donna seguirà ora il periodo di decorso post-operatorio e il regolare e periodico programma di visite di controllo. Nel caso in cui il tumore possa recidivare o diffondersi ad altre parti del corpo, potrebbero inoltre essere necessari trattamenti aggiuntivi come la chemioterapia o la radioterapia.

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