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L’attore di Dawson’s Creek colpito da tumore del colon-retto: quali sono i sintomi precoci da controllare

James Van Der Beck, lo storico attore di Dawson’s Creek, serie molto seguita degli anni ’90, ha rivelato di avere il tumore del colon-retto, una delle neoplasie più diffuse nei Paesi occidentali. Anche se nelle fasi iniziali la malattia è quasi sempre asintomatica, ci sono alcuni campanelli d’allarme da non sottovalutare, anche prima dei 50 anni.
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"È cancro". James Van Der Beck ha dichiarato a People.com di avere un tumore al colon-retto. La maggior parte dei nati negli anni '90 lo conosceranno sicuramente come Jack di Dawson's Creek. L'attore, oggi 47enne, ha spiegato di aver tentato di tenere riservata la notizia, almeno fino a quando non avrebbe trovato il modo giusto per renderla nota, anche se – ha raccontato in un post sul suo account Instagram – "non esiste un manuale su come annunciare queste cose".

"È cancro. Ogni anno, circa due miliardi di persone in tutto il mondo ricevano questa diagnosi. E io sono uno di loro", ha scritto Van Der Beck, che ha spiegato di aver "preso provvedimenti per risolverla" con il sostegno di quella che chiama "la mia incredibile famiglia". Il tumore del colon-retto è una delle forme di neoplasia più comuni al mondo: nello specifico rappresenta il terzo tipo di cancro per incidenza e mortalità nei Paesi occidentali. Ma la prevenzione può avere un ruolo decisivo sulle probabilità di guarigione dalla malattia.

Quali sono le funzione del colon e del retto

Il colon e il retto sono i due ultimi segmenti dell'intestino, ovvero l'organo che svolge la funzione fondamentale di assorbire gli elementi nutritivi dal cibo. Nello specifico l'intestino si compone di due parti, l'intestino tenue e quello crasso, a cui appartengono retto e colon.

L'intestino crasso – spiega la Fondazione Humanitas – assorbe l'acqua e gli elettroliti, inoltre è qui che si accumulano gli scarti alimentari che non possono essere digeriti e che quindi devono essere decomposti ed eliminati dal corpo attraverso l'evacuazione.

Che cos'è il tumore del colon-retto

Il tumore del colon-retto è il tumore intestinale più frequente ed è dovuto alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste l’ultima parte dell’intestino. Tra tutte le forme tumorali, questo rappresenta il 10% dei tumori maligni diagnosticati nel mondo. È il terzo tumore più spesso diagnosticato, dopo il tumore al seno e quello al polmone.

Nel 2023 in Italia sono stati diagnosticati 50.500  nuovi casi: 26.800 negli uomini e 23.700 nelle donne. Nonostante il numero delle nuove diagnosi, in crescita – spiega il Ministero della Salute – rispetto al 2022, i dati mostrano una riduzione significativa della mortalità, grazie ai progressi nella prevenzione e nelle tecniche di screening, come la ricerca del sangue occulto nelle feci. Come spiega un approfondimento dell'Istituto oncologico veneto, la diagnosi precoce consente la guarigione in oltre l’85% dei casi.

Anche intervenire sui fattori di rischio modificabili, come alimentazione, fumo e consumo di alcol, può fare la differenza: in questa intervista a Fanpage.it, il professor Pierpaolo Sileri, primario Chirurgia Colorettale dell’Irccs Ospedale San Raffaele, ha spiegato quali sono le abitudini che più incidono sul rischio di tumore al colon-retto.

Cosa causa il tumore del colon-retto

Il tumore del colon-retto si sviluppa in conseguenza di "una proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa che riveste l’ultima parte dell’intestino", prosegue il portale del Ministero della Salute.

Nello specifico, nella maggior parte dei casi questi tumori sono l'evoluzione maligna di alcune escrescenze, in termini medici denominate "polipi", che possono formarsi nella parete interna dell'intestino proprio per la crescita incontrollate delle cellule della mucosa. Questa è la causa in circa l'80% dei casi, spiega il portale dell'Istituto superiore di sanità, aggiungendo come i polipi da benigni possono trasformarsi in tumori maligni dopo periodi anche lunghi, tra i 7 e i 15 anni.

Quali sono i sintomi

Oggi il sistema sanitario punta a intercettare il tumore del colon-retto nelle sue fasi iniziali, quando cioè la malattia è ancora asintomatica, almeno nella maggior parte dei casi. Questo è possibile attraverso le campagna di screening per le fasce anagrafiche considerate a rischio, ovvero dai 50 anni in poi, avviate dalle Regioni: oggi il primo step nella diagnosi precoce si basa sulla ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni. In caso di positività si procede con gli ulteriori esami per accertare o escludere la presenza di un eventuale polipo e la sua natura.

Tuttavia, esistono anche diversi sintomi che possono essere dei campanelli d'allarme per questa forma di tumore. Qui, il verbo "potere" è fondamentale, perché – è importante ribadirlo – la maggior parte di questi sintomi può verificarsi anche in molte altre malattie o disturbi, anche meno gravi.

I campanelli d'allarme da non sottovalutare

Tra i possibili campanelli d'allarme precoci, anche prima dei 50 anni, un recente studio della Washington University School of Medicine di St. Louis indica ad esempio diarrea frequente, anemia, dolori addominali e perdite di sangue. I ricercatori hanno visto negli oltre 5.000 partecipanti che nel periodo precedente alla diagnosi, tra i due anni e i tre mesi, questi sintomi possono rappresentare un fattore di rischio negli under 50.

Gli autori di questo studio hanno ipotizzato che questi campanelli d'allarme potrebbero aiutare a identificare un tumore del colon-retto agli inizi, anche due anni prima rispetto alla media con cui vengono scoperti oggi. Nello specifico hanno calcolato che nei partecipanti allo studio avere uno dei sintomi era collegato a un rischio doppio, con due sintomi il rischio aumentava di oltre 3,5 volte e con tre o più di questi campanelli d'allarme, il rischio era maggiore di oltre 6,5 volte.

Ma i sintomi riscontrabili in caso di tumore del colon-retto possono essere molto variabili e difficili da incasellare in un elenco fisso. Ad esempio Airc indica anche un senso di stanchezza importante, mancanza di appetito, stitichezza ostinata. Inoltre, per quanto riguarda la presenza del sangue nelle feci, è vero che la maggior parte dei polipi può causarla, ma è altrettanto vero che quasi sempre si tratta di sangue occulto, ovvero non visibile all'occhio. Per questo è fondamentale sottoporsi ai programmi di screening e contattare il proprio medico in caso di dubbi o sospetti.

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