L’asteroide compagno di Dinkinesh non è ciò che pensavamo: nuova sorpresa nei dati della NASA
Il primo sorvolo della sonda Lucy della NASA; la navicella spaziale che ci svelerà i segreti degli asteroidi della fascia principale, continua a regalare sorprese: dopo aver rivelato che l’asteroide Dinkinesh non è una singola roccia spaziale ma fa parte di un sistema binario, la navicella spaziale ha mostrato che la piccola roccia appena scoperta non è affatto una singola luna, ma è formata da due oggetti di dimensioni simili che si toccano l’uno con l’altro, creando quello che in gergo viene chiamato sistema binario di contatto.
Nelle prime immagini diffuse dalla NASA, ottenute durante il massimo avvicinamento di Lucy a Dinkinesh, queste due piccole rocce si trovavano l’una dietro l’altra: quando però la sonda si è allontanata dal suo obiettivo, quell’unico oggetto satellite è stato catturato nella sua vera natura. “È a dir poco sconcertante – ha affermato Hal Levison, ricercatore principale di Lucy e scienziato planetario del Southwest Research Institute a San Antonio, in Texas – . Non mi sarei mai aspettato un sistema simile. In particolare, non capisco perché le due componenti del satellite abbiano dimensioni simili”.
Lucy della NASA scopre un sistema binario di contatto nell'orbita di Dinkinesh
I sistemi binari di contatto non sono una novità assoluta nel Sistema solare. “Sembrano essere abbastanza comuni, anche se non ne abbiamo visti molti da vicino – ha aggiunto John Spencer, vice scienziato del progetto Lucy – . Non ne avevamo però mai visto uno in orbita attorno a un altro asteroide”.
La missione di Lycy è, come detto, quella di esplorare una popolazione diversificata di piccole rocce spaziali nella fascia principale tra Marte e Giove, tra cui gli asteroidi troiani di Giove. Queste rocce sono “intrappolate” in orbite stabili associate, ma non vicine, al pianeta gassoso e risiedono in “sciami” controllati che seguono Giove nella sua orbita attorno al Sole. Gli scienziati ritengono che questi asteroidi siano rimasti relativamente immutati fin dagli albori del Sistema solare e che siano simili ai “mattoni” da cui si sono formati i pianti, circa 4,6 miliardi di anni fa.
Gli studiosi presumono inoltre che i pianeti rocciosi del Sistema Solare si siano formati tramite accrescimento dal basso verso l’alto, in cui frammenti di polvere e roccia nella nube di gas che vorticava attorno al Sole si accumularono nel tempo, aggregandosi insieme per formare pianeti. Pertanto, trovare sistemi legati gravitazionalmente e costituiti da più oggetti, come Dinkinesh, potrebbe dirci di più su come avviene questo processo e quanto sia comune. “È davvero meraviglioso quando la natura ci sorprende con un nuovo puzzle – ha evidenziato lo scienziato planetario Tom Statler della NASA – . La grande scienza ci spinge a porre domande che non sapevamo di doverci porre”.
Il prossimo obiettivo di Lucy sarà l’asteroide della fascia principale Donaldjohnson, che dovrebbe incontrare nel 2025, per continuare il suo viaggio verso gli asteroidi troiani di Giove.