L’asteroide che fece estinguere i dinosauri provocò un mostruoso terremoto durato settimane o mesi
L'asteroide Chicxulub che 66 milioni di anni fa, alla fine del Cretaceo, determinò l'estinzione dei dinosauri non aviani – e del 75 percento delle specie viventi sulla Terra – provocò un colossale terremoto durato per settimane o addirittura mesi. L'impatto del “sasso spaziale” con un diametro stimato di 10 chilometri sprigionò un'energia di 1023 joules, talmente potente da superare di 50mila volte quella rilasciata dal catastrofico terremoto di magnitudo 9.1 che il 26 dicembre 2004 si sviluppò nell'Oceano Indiano, al largo di Sumatra (Indonesia). Il sisma durò 8 minuti e scatenò uno tsunami con onde alte fino a 15 metri, che provocarono oltre 230mila vittime nel Sud Est asiatico. Per fare un paragone, lo tsunami scatenato da Chicxulub generò onde alte 1,5 chilometri, che si propagarono alla mostruosa velocità di 143 chilometri orari sulla terraferma. L'evento, come dimostrato dal nuovo studio, fu accompagnato da un sisma lunghissimo e di una violenza inimmaginabile (magnitudo 10+).
A calcolare l'intensità del terremoto generato dall'asteroide che uccise i dinosauri non aviani è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università Statale Montclair (Stati Uniti), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università Nazionale Autonoma del Messico, dell'Università di Manchester, della Scuola di Geoscienze “Jackson” dell'Università del Texas e di altri istituti. I ricercatori, coordinati dal professor Hermann Bermudez, docente presso l'Environmental Science and Management program dell'ateneo del New Jersey, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i sedimenti delle sezioni del Cretaceo-Paleogene (K/Pg) – risalenti a 66 milioni di anni fa – in vari Paesi: Colombia, Messico e Stati Uniti. L'asteroide Chicxulub formò l'omonimo cratere di circa 200 chilometri nell'attuale Penisola dello Yucatan, in Messico.
Tutti i sedimenti coinvolti furono interessati da fenomeni come liquefazione e deformazione dovuti all'asteroide. Parte di questi sedimenti sono composti da sferule di vetro chiamate tectiti o microtectiti formatesi dal calore e dalla pressione estremi generati dalla collisione; l'impatto ha infatti disperso nell'atmosfera gocce fuse di materiale presente sulla crosta terrestre, poi ricadute sulla superficie sotto forma di sfere di vetro. Analizzando la disposizione e le deformazioni di questi sedimenti depositati dopo l'impatto gli scienziati hanno potuto calcolare l'entità dello “scuotimento” cui sono stati sottoposti, a causa del terremoto generato da Chicxulub.
Il professor Bermudez e colleghi ritengono particolarmente prezioso il deposito di sedimenti innanzi alla costa dell'isola di Gorgonilla, a 2 chilometri di profondità. A una quindicina di metri sotto il fondale marino, infatti, gli strati di sedimenti evidenziano gli effetti di questo mega-terremoto preistorico, durato forse per mesi. “La sezione che ho scoperto sull'isola di Gorgonilla è un posto fantastico per studiare il confine K-Pg, perché è uno dei meglio conservati e si trovava in profondità nell'oceano, quindi non è stato colpito dagli tsunami”, ha dichiarato lo scienziato in un comunicato stampa. I dettagli dello studio saranno presentati presso il GSA Connects 2022 Meeting della The Geological Society of America che si terrà nei prossimi giorni. L'abstract è consultabile a questo link.