L’asteroide Apophis potrebbe ancora colpirci nel 2029: cosa deve succedere secondo uno scienziato
La Terra orbita nello spazio attorno al Sole e viene costantemente bersagliata da piccoli asteroidi o meteoroidi, che in genere si disintegrano completamente nell'atmosfera oppure giungono al suolo sotto forma di meteoriti. Periodicamente il nostro pianeta viene colpito da oggetti più grandi, come ci ricorda la famosa “meteora di Čeljabinsk” che nel 2013 si disintegrò nel cielo della Russia, provocando oltre mille feriti a causa dell'onda d'urto e facendo arrivare al suolo un frammento di quasi 600 chilogrammi (per fortuna finì in un lago remoto). Si è stimato che il “sasso spaziale” aveva un diametro di 15 metri e un peso di 10 tonnellate.
In tempi geologici avvengono impatti catastrofici come quello che 66 milioni di anni fa fece estinguere i dinosauri non aviani, alla fine del Cretaceo, a causa del mostruoso chicxulub di almeno 10 chilometri di diametro. Ad oggi e per almeno il prossimo secolo gli scienziati non prevedono alcun impatto con oggetti potenzialmente pericolosi (chiaramente fra quelli conosciuti e monitorati), ma ce n'è uno che ha tenuto col fiato sospeso a lungo gli esperti. Si tratta di Apophis 99942, un asteroide di circa 340 metri che avrebbe avuto diverse probabilità di colpirci nel 2029, nel 2036 oppure nel 2068 (poi smentite da una ricerca della NASA). Ora un nuovo studio suggerisce che il rischio che possa colpirci non è del tutto da escludere. Ma deve verificarsi uno specifico quanto improbabile evento.
Facciamo prima un passo indietro. Apophis 99942, con le sue dimensioni, entra a pieno titolo tra gli asteroidi classificati come potenzialmente pericolosi dalla NASA. Lo sono tutti quelli con un diametro di almeno 150 metri e che incrociano l'orbita terrestre entro i 7,5 milioni di chilometri. Considerando che, secondo le stime degli esperti, per cancellare New York e uccidere in un istante milioni di persone sarebbe sufficiente un asteroide di “appena” 100 metri, uno di 340 metri potrebbe provocare una catastrofe a livello regionale o addirittura nazionale, in base al Paese colpito. Non siamo innanzi a un “killer di pianeti” in grado di innescare vaste estinzioni di massa come chicxulub, ma chiaramente rappresenterebbe un enorme problema.
Ebbene, da quando è stato scoperto nel 2004, Apophis è stato l'unico asteroide ad essere inserito nel grado 4 della Scala di Torino (composta da 10 livelli). Zero significa nessuna probabilità di impatto, 10 collisione certa con annessa catastrofe climatica in grado di determinare la possibile scomparsa della civiltà umana. Il livello 4 indica “un incontro ravvicinato, che merita l'attenzione degli astronomi”, spiega il Jet Propulsion Laboratory (JPL) della NASA. “I calcoli attuali danno una probabilità dell'1% o superiore di collisione in grado di devastare la regione. Molto probabilmente, nuove osservazioni telescopiche porteranno alla riassegnazione al Livello 0. L'attenzione del pubblico e dei funzionari pubblici è meritata se l'incontro è a meno di un decennio di distanza”, conclude il JPL.
Come indicato, dopo la paura iniziale, recentemente la NASA ha stabilito che non ci sono probabilità di impatto con la Terra nel 2029, nel 2036 e nel 2068, le date dei prossimi massimi avvicinamenti. Per il futuro si vedrà. Ora un nuovo studio condotto dall'astrofisico Paul Wiegert del Dipartimento di Fisica e Astronomia e dell'Istituto per l'esplorazione della Terra e dello spazio dell'Università dell'Ontario Occidentale (Canada) suggerisce che questa condizione potrebbe cambiare se, durante il suo peregrinare nello spazio profondo, Apophis 99942 venisse investito dall'impatto di un altro piccolo corpo celeste, in grado di deviarlo e metterlo in rotta di collisione contro la Terra. Le probabilità sono remotissime, ma non sono zero e dunque non si può escludere del tutto che non possa verificarsi un fenomeno del genere.
Ad esempio, Wiegert ha calcolato che per un impatto nel 2029 l'asteroide Apophis dovrebbe essere colpito – dalla giusta direzione – da un oggetto di 3,4 metri, mentre per un impatto successivo ne basterebbe uno di 0,6 metri, in grado di metterlo sui “binari” che in futuro lo porterebbero a collidere col nostro pianeta. È chiaro che si tratta di eventi altamente improbabili; Wiegert ha determinato che le probabilità di impatto con un oggetto inferiore di 3,4 metri – in grado di spedire Apophis 99942 su una traiettoria maligna – sono appena di 1 su 1 milione.
Lo scienziato ha sottolineato che questi impatti potrebbero essersi già verificati, tuttavia lo scopriremmo solo studiando la traiettoria dell'oggetto dopo il 2027, quando tornerà visibile ai telescopi (non lo è da alcuni anni a causa dei moti celesti). Non resta che attendere i prossimi anni per saperne di più, ma è chiaro che questi studi sono particolarmente significativi per comprendere cosa potrebbe accadere in futuro ma soprattutto per difenderci; l'impatto cinetico utilizzato nella missione DART potrebbe ad esempio essere sufficiente per spostare un sasso spaziale al di fuori della traiettoria di pericolo, senza doverlo disintegrare con missili nucleari in stile Armageddon. I dettagli della ricerca “On the Sensitivity of Apophis's 2029 Earth Approach to Small Asteroid Impacts” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata The Planetary Science Journal.