L’asteroide Apophis è diretto verso la Terra: “Sarà visibile a occhio nudo”
L’asteroide Apophis (formalmente noto come 99942 Apophis) è una roccia spaziale classificata come asteroide potenzialmente pericoloso (PHA), che passerà così vicino alla Terra da risultare visibile ad occhio nudo nel cielo notturno di gran parte dell’Europa, dell’Africa e in alcune parti dell’Asia. L’appuntamento con Aphopis, che prende il nome dal dio egizio del caos e della distruzione, è fissato per venerdì 13 aprile 2029: sarà infatti in quel giorno che l’asteroide grande quanto l’Empire State Building di New York – ha un diametro medio di circa 375 metri – raggiungerà la minima distanza dalla superficie terrestre.
“Per un breve periodo, sarà più vicino dei satelliti per le telecomunicazioni che si trovano nell’orbita geostazionaria” precisa l’Agenzia spaziale europea (ESA) che, in occasione dell’incontro ravvicinato, schiererà la sua sonda di difesa planetaria, la Rapid Apophis Mission for Space Safety (Ramses), che raggiungerà Aphopis e lo accompagnerà durante lo storico sorvolo, osservando come la roccia spaziale verrà deformata e modificata dalla gravità del nostro pianeta. Nelle vicinanze ci sarà anche la sonda spaziale OSIRIS-APEX della NASA (in precedenza chiamata come OSIRIS-REx ), già protagonista della missione di raccolta di campioni dell’asteroide Bennu.
Quando l’asteroide Aphopis transiterà vicino alla Terra
L’asteroide Aphopis (99942 Apophis) raggiungerà la distanza minima dalla superficie terrestre il 29 aprile 2029, un venerdì, quando la roccia spaziale si troverà a meno di 32.000 km dal nostro pianeta. L’asteroide sarà così vicino che, per un breve periodo, sarà visibile a occhio nudo da circa due miliardi di persone, che potranno osservare la roccia spaziale nel cielo notturno di gran parte dell’Europa, dell’Africa e in alcune zone dell’Asia. Aphopis sarà simile a un punto di luce moderatamente luminoso che si muoverà rapidamente nel cielo.
L’asteroide Aphopis non colpirà la Terra: rispetto alle ipotesi formulate quando Aphopis fu scoperto, nel 2004, ulteriori osservazioni hanno permesso di escludere un impatto sia nel 2029 sia in occasione del suo successivo transito ravvicinato, nel 2036. Anche la piccola possibilità di impatto, prevista per il 2068, è stata definitivamente esclusa, grazie alle più recenti osservazioni radar effettuate dal Goldstone Deep Space Communications Complex della NASA in California e dal Green Bank Observatory della West Virginia, che hanno inoltre permesso di determinare che Apophis non impatterà con la Terra per almeno 100 anni.
Il passaggio ravvicinato del 2029 altererà l’orbita di Aphopis
Quando, il 13 aprile 2029, l’asteroide Aphopis si troverà a 32.000 km dalla superficie terrestre (“Sarà il passaggio più vicino di un asteroide delle sue dimensioni che l’umanità abbia mai conosciuto in anticipo” ricorda l’ESA), il sasso spaziale sarà notevolmente influenzato dal campo gravitazione del nostro pianeta. “Forti forze di marea comprimeranno e distorceranno l’asteroide, poiché il lato più vicino alla Terra verrà tirato verso il nostro pianeta più del lato più lontano – spiega l’Agenzia europea – . Ciò ne altererà la superficie, innescando forse terremoti e frane, e il modo in cui ruoterà”.
L’avvicinamento modificherà anche l’orbita dell’asteroide attorno al Sole. “Apophis è attualmente un membro del gruppo di asteroidi ‘Atens’, che intersecano l’orbita terrestre e hanno orbite attorno al Sole che sono più piccole in larghezza totale rispetto a quella della Terra – ha aggiunto l’ESA – . Come risultato del suo sorvolo della Terra del 2029, l’orbita di Apophis verrà allargata e, di conseguenza, a partire da allora, la roccia spaziale diventerà un membro del gruppo ‘Apollo’, la famiglia di asteroidi che attraversa l’orbita terrestre ma che ha orbite attorno al Sole più ampie di quella della Terra”.
Lo studio dell’asteroide Aphopis
Apophis, come detto, non rappresenterà alcun rischio per la Terra nel 2029, ma offrirà la doppia opportunità di studiare da vicino un asteroide formatosi più o meno nello stesso periodo in cui sono nati i pianeti del Sistema solare, oltre a permettere di preparare al meglio una risposta a eventuali asteroidi futuri che dovessero diventare potenzialmente pericolosi.
“Ramses dimostrerà che l’umanità può dispiegare una missione di ricognizione in grado di raggiungere un asteroide in arrivo in pochi anni – ha affermato Richard Moissl, capo del Planetary Defence Office dell’ESA – . Questo tipo di missione è una pietra miliare nella risposta dell’umanità agli oggetti potenzialmente pericolosi: una missione di ricognizione verrebbe innanzitutto lanciata per analizzare l’orbita e la struttura dell'asteroide in arrivo; i risultati verrebbero quindi impiegati per determinare il modo migliore per reindirizzare l’asteroide o per escludere i non impatti prima che venga sviluppata una costosa missione di cambiamento dell’orbita”.