L’Antartide si sta sollevando e rischia di provocare una catastrofe globale: ma possiamo evitarla
L'Antartide si sta sollevando e questo processo, legato allo scioglimento del ghiaccio catalizzato dal cambiamento globale, potrebbe peggiorare sensibilmente l'innalzamento del livello dei mari, una delle principali minacce provocate dal riscaldamento globale. Oppure, potrebbe aiutarci a tenere a bada questo fenomeno. Tutto dipende da quanto riusciremo a tagliare – e se lo faremo – le emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas climalteranti, responsabili della crisi climatica in corso. Se le lasceremo correre, l'innalzamento del livello dei mari crescerà in modo significativo e sarà favorito anche dal sollevamento della terra sotto la calotta glaciale antartica, se invece taglieremo le emissioni in modo netto riusciremo a contrastare il fenomeno, salvando intere isole, città e regioni costiere dalla furia dell'acqua. È quanto emerso da un nuovo studio che ha indagato a fondo sul modo in cui il ghiaccio antartico interagisce con la terra sottostante e su come le emissioni di carbonio influenzano questo processo. Si tratta di studi fondamentali perché in Antartide si trova il più grande deposito di ghiaccio della Terra e il suo scioglimento può avere un impatto catastrofico sulle terre emerse e sull'intera umanità, oltre che sull'ambiente e gli equilibri ecologici.
A determinare che la terra sotto la calotta glaciale antartica si sta sollevando e che tale fenomeno potrebbe influenzare drammaticamente l'innalzamento del livello dei mari è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati canadesi dell'Università McGill di Montreal, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di vari istituti. Fra quelli coinvolti il Dipartimento di Geoscienze dell'Università Statale della Pennsylvania, il Dipartimento di Scienze della Terra, Geografiche e Climatiche dell'Università del Massachusetts, il Lamont Doherty Earth Observatory dell'Università Columbia di New York e altri. I ricercatori, coordinati dalla professoressa Natalya Gomez, docente presso il Dipartimento di Scienze della Terra e Planetarie dell'ateneo canadese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a punto un innovativo modello 3D della Terra, basato sui dati della ricerca ANET-POLENET condotta da scienziati statunitensi per misurare valori sismici e il sollevamento degli strati rocciosi (crosta e mantello) al di sotto della calotta glaciale antartica.
È stato determinato che la calotta glaciale antartica si sta sollevando proprio a causa dello scioglimento del ghiaccio catalizzato dalle attività umane. In parole semplici, si sta riducendo il peso sullo strato roccioso e ciò lo spinge a espandersi, come una sorta di gigantesca spugna che perde l'acqua, spiegano gli autori dello studio. Questo processo, che gli scienziati chiamano “sollevamento post-glaciale”, può avere un impatto positivo sull'innalzamento del livello dei mari in un mondo a basse emissioni di CO2. La ragione è semplice: sollevandosi il terreno, il ghiaccio superstite viene allontanato dal mare e ciò riduce sensibilmente il flusso dell'acqua fusione. È stato calcolato che l'innalzamento del livello del mare potrebbe essere abbattuto del 40 percento, qualora riuscissimo a tagliare in modo significativo le emissioni di anidride carbonica e gli altri gas climalteranti. Ma il processo del sollevamento può essere un'arma a doppio taglio, nel caso in cui continuassimo a pompare carbonio nell'atmosfera. In questo caso la risalita del terreno non riuscirebbe a contenere la fusione del ghiaccio, ma al contrario, favorirebbe l'espulsione dell'acqua dal continente antartico, aumentando in modo sostanziale l'innalzamento del livello del mare.
In termini squisitamente numerici, è stato stimato che contenendo le emissioni l'innalzamento del livello del mare causato dal ghiaccio dell'Antartide si fermerebbe a 1,7 metri entro il 2500, ma se invece continuassero a crescere, come mostra il trend attuale, tale innalzamento arriverebbe a sfiorare i 20 metri nello stesso arco temporale. Il dato risulta ancor più impressionante se si tiene presente che nel calcolo non viene tenuto in considerazione l'impatto dello scioglimento della fusione della Groenlandia e di altri ghiacciai sulla terraferma. Molte isole oceaniche, in particolar modo quelle del Pacifico, rischiano di sparire definitivamente sott'acqua, così come città costiere – comprese Venezia e altre in Italia – e intere regioni, soprattutto quelle del Sud Est asiatico. “I nostri risultati mostrano che, sebbene un certo innalzamento del livello del mare sia inevitabile, un'azione rapida e sostanziale per ridurre le emissioni potrebbe prevenire alcuni degli impatti più distruttivi del cambiamento climatico, in particolare per le comunità costiere”, ha dichiarato la professoressa Gomez in un comunicato stampa. I dettagli della ricerca “The influence of realistic 3D mantle viscosity on Antarctica’s contribution to future global sea levels” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science Advances.