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Cambiamenti climatici

L’Antartide si sta riscaldando a un ritmo molto peggiore del previsto: conseguenze catastrofiche

Secondo un nuovo studio internazionale il Polo Sud si sta scaldando molto più velocemente di quanto previsto dai modelli climatici. In alcune aree l’accelerazione è doppia. La fusione dei ghiacciai rischia di far innalzare il mare di diversi metri con conseguenze devastanti su tutto il pianeta.
A cura di Andrea Centini
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L'Antartide si sta riscaldando a un ritmo molto più elevato di quello previsto dai modelli climatici e le conseguenze sull'innalzamento del livello del mare, nonché sugli equilibri ecologici, potrebbero essere sensibilmente peggiori delle stime. È quanto emerso da un nuovo, approfondito studio sull'impatto del cambiamento climatico sull'immenso continente ghiacciato, caratterizzato da una spiccata variabilità climatica e da una difficoltà intrinseca nel condurvi indagini scientifiche. Basti sapere che, nonostante un'estensione di 14 milioni di chilometri quadrati (pari al 9 percento della superficie terrestre), sul suo territorio sono dislocate soltanto una ventina di stazioni meteorologiche, delle quali un paio nell'entroterra e non sulle coste.

Alla luce di questi limiti, dovuti alle rigidissime condizioni, non è possibile avere una fonte esaustiva di dati per comprendere l'evoluzione delle temperature e la variabilità climatica del Polo Sud. Per provare a colmare questa lacuna un gruppo di ricerca internazionale ha raccolto e analizzato 78 carote di ghiaccio antartiche al fine di determinare le variazioni delle temperature nell'arco degli ultimi 1000 anni. Incrociando i dati isotopici con quelli dei modelli climatici è emerso un risultato preoccupante, che tuttavia non stupisce troppo gli esperti di clima: l'attuale aumento delle temperature, che si riflette in un drammatico scioglimento dei ghiacciai e delle piattaforme affacciate sul mare, non ha nulla a che vedere con le passate oscillazioni naturali. È infatti in corso anche in Antartide un fenomeno chiamato “amplificazione polare”, catalizzato dalle emissioni di CO2 (anidride carbonica) e altri gas a effetto serra in atmosfera derivate dalle attività umane. In altri termini, l'accelerazione nel riscaldamento del Polo Sud è colpa nostra.

A determinare che l'aumento delle temperature nel continente antartico è più rapido del previsto è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati francesi del Laboratoire des Sciences du Climat et de l’Environnement dell'Università Parigi–Saclay, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Alfred-Wegener-Institut, Helmholtz Centre for Polar and Marine Research di Potsdam (Germania) e del London Mathematical Laboratory. I ricercatori, coordinati dal professor Mathieu Casado, dalle analisi degli isotopi nelle carote di ghiaccio hanno determinato che l'Antartide si sta scaldando a una velocità compresa tra 0,22° C e 0,32° C ogni dieci anni, sensibilmente superiore alla media di 0,18° C prevista dai modelli climatici. La situazione è particolarmente critica nell'area occidentale, dove il riscaldamento è praticamente doppio rispetto ai modelli predittivi. Preoccupa lo scioglimento di grandi ghiacciai come il Twahites, la cui completa fusione farebbe innalzare il livello del mare di 65 centimetri. Ma lo scioglimento delle grandi piattaforme di ghiaccio antartiche potrebbe farlo innalzare di svariati metri, facendo sprofondare sott'acqua isole, regioni e metropoli costiere in tutto il mondo (Italia compresa). È una delle minacce principali del cambiamento climatico.

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“È estremamente preoccupante vedere un riscaldamento così significativo in Antartide, al di là della variabilità naturale”, ha dichiarato al Guardian il professor Casado. “Se in Antartide si sta già verificando un’amplificazione polare di origine antropica che supera quella simulata dai modelli climatici, allora il riscaldamento futuro sarà probabilmente maggiore di quello attualmente previsto dai modelli climatici”, gli ha fatto eco il dottor Kyle Clem della Victoria University (Nuova Zelanda), che non ha collaborato allo studio ma ha effettuato diverse spedizioni al Polo Sud. “Le implicazioni di questo studio sono di particolare importanza per considerare i futuri cambiamenti nel ghiaccio marino antartico, negli ecosistemi terrestri e marini e potenzialmente anche nell’innalzamento del livello del mare”, ha aggiunto l'esperto.

Il processo di scioglimento del ghiaccio antartico è iniziato nel 2014, dopo 35 anni in cui si è accresciuto anno dopo anno. Un'indagine della NASA basata su immagini satellitari ha dimostrato che al Polo Sud, in soli tre anni, sono andati perduti 2 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio, un'area estesa quanto il Messico o sette volte l'Italia. La fusione legata al cambiamento climatico avrà conseguenze globali e solo con una drastica e repentina riduzione delle emissioni di gas climalteranti possiamo sperare di scongiurare le conseguenze più drammatiche della crisi climatica, prossime all'irreversibilità se supereremo un riscaldamento di 1,5° C superiore rispetto all'epoca preindustriale. I risultati della nuova ricerca “The quandary of detecting the signature of climate change in Antarctica” e dello studio associato “Ice core records suggest that Antarctica is warming faster than the global average” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata Nature Climate Change.

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