Lancio di Starship di SpaceX, secondo volo durato pochi minuti: persi entrambi gli stadi
Starship, l'innovativo e potentissimo razzo di SpaceX, è stato lanciato con successo nello spazio, ma poco dopo la separazione entrambi gli stadi sono stati persi. Il primo dopo meno di 3 minuti a 70 chilometri di quota, il secondo dopo 11 minuti a circa 150 chilometri, dopo essere effettivamente entrato nello spazio. Al momento non sono state rese note le cause, ma sembra che siano stati entrambi distrutti da SpaceX attraverso una consolidata procedura di sicurezza dopo la perdita del controllo.
Il lancio, visibile nello spettacolare filmato soprastante assieme alla separazione dei due stadi, era avvenuto poco dopo le 14:00 ora italiana di oggi sabato 18 novembre 2023, quando il veicolo spaziale – una vera e propria astronave – si è sganciato dalla piattaforma della Spacebase di Boca Chica in Texas, negli Stati Uniti, dove la compagnia aerospaziale privata di Elon Musk ha iniziato a lanciare i propri razzi a partire dal 2023.
Il test di oggi era considerato una vera e propria pietra miliare per l'esplorazione spaziale, poiché avrebbe gettato le basi per le future missioni umane verso la Luna e, si spera, anche verso Marte, il principale obiettivo della rinnovata corsa allo spazio. Starship infatti è pienamente coinvolta nel programma Artemis della NASA, che porterà la prima donna e la prima persona nera sul satellite della Terra nei prossimi anni (oltre a essere un trampolino di lancio per il Pianeta Rosso). Ma come avvenuto col primo lancio, anche il secondo è stato un successo a metà. Come indicato, infatti, il decollo è avvenuto con successo, permettendo agli ingegneri di raccogliere molteplici e preziose informazioni, tuttavia dopo la separazione i due stadi – separati correttamente – sono andati distrutti.
Quello di oggi, come indicato, è stato il secondo test di lancio di Starship, il più imponente, pesante e potente razzo mai costruito dall'uomo. Il veicolo spaziale, alto ben 122 metri, si compone infatti del razzo lanciatore vero e proprio – il Super Heavy alto 69 metri e dotato di 33 motori Raptor, ciascuno in grado di sprigionare una spinta di 230 tonnellate – e la navicella soprastante (SHIP25) di circa 50 metri, che può ospitare un equipaggio di astronauti o carico utile, come i satelliti da liberare in orbita. Nella nuova versione è stato aggiunto un anello spesso due metri e pesante ben 9 tonnellate per assecondare una nuova procedura di accensione dei motori. La spinta complessiva di questo colosso è di ben 7.600 tonnellate, circa il doppio di quella degli imponenti Saturn V della NASA alla base delle missioni Apollo.
Gli obiettivi fondamentali del test di oggi erano diversi. Uno di essi era il lift-off (decollo) della Starship senza distruggere la piattaforma di lancio, come avvenuto nel test del 20 aprile, quando i detriti furono scagliati in un'area di 150 ettari. Nel momento in cui stiamo scrivendo la struttura sembra aver retto alla mostruosa potenza del razzo, ma la stessa impressione c'era stata anche subito dopo il primo lancio. Sarà necessario attendere le analisi sulla piattaforma e su “Mechazilla”, l'enorme gru di assemblaggio e supporto, per sapere se tutto è andato bene. Ciò che è certo, come ammesso dallo stesso Elon Musk, nel primo tentativo la piattaforma di lancio non era completata, essendo ancora priva di alcune componenti fondamentali (come un deviatore di fiamma).
Un altro obiettivo fondamentale era la corretta separazione degli stadi uno e due, avvenuta con successo pochi minuti dopo il lift-off. Purtroppo dopo la separazione sia il Super Heavy che la SHIP25 sono andati distrutti. L'intera missione avrebbe dovuto durare 90 minuti, con l'"ammaraggio" del Booster 9 del Super Heavy nel Golfo del Messico e il tuffo dello stadio finale nelle acque delle Hawaii. Nessuno due obiettivi è stato centrato. Durante il suo volo l'astronave avrebbe dovuto sorvolare Cuba, l'Oceano Atlantico, la Namibia, l'Oceano Indiano, l'Indonesia e infine il Pacifico, per raggiungere la meta finale. Ricordiamo che la Starship è progettata per essere interamente recuperabile e riutilizzabile, obiettivi che verranno testati con i prossimi lanci di prova.
Il test di oggi segue quello parzialmente fallito del 20 aprile. In quell'occasione Starship riuscì a volare per circa 3 minuti e raggiunse una quota di 34 chilometri, prima di essere fatta esplodere da SpaceX per ragioni di sicurezza (aveva perduto la traiettoria prestabilita). Lo stesso sembra essere accaduto oggi, anche se in una fase successiva del test. Nonostante l'esplosione il primo lancio fu considerato un successo da Musk e da altri esperti; grazie ad esso, infatti, sono state apportate migliaia di modifiche a Starship che hanno consentito il lancio di oggi. Anche quello odierno, nonostante non sia stato completato, è stato comunque un significativo passo avanti rispetto al precedente. Prima della distruzione dei due stadi sono stati infatti raggiunte due delle quattro pietre miliari del test.