Lanciata con successo Starship, l’astronave di Elon Musk che ci porterà su Marte
Alle 14:25 ora italiana di oggi, 14 marzo 2024, SpaceX ha lanciato con successo la Starship, la rivoluzionaria astronave che porterà l'uomo su Marte. Si è trattato del terzo test di volo integrato (IFT) del gigantesco vettore spaziale, composto dalla combinazione del razzo lanciatore SuperHeavy e della "navetta" vera e propria chiamata Starship (assieme mantengono il nome di Starship). Il razzo è ammarato come da programma nel Golfo del Messico, tuttavia lo ha fatto meno dolcemente di quanto preventivato, dopo aver imbardato pericolosamente nella fase finale della manovra. La Starship è entrata correttamente nella traiettoria suborbitale – un altro obiettivo principale del test – ma è esplosa durante il rientro in atmosfera verso la sua destinazione finale, l'Oceano Indiano. La missione può essere comunque considerata un enorme successo, dato che sono stati raggiunti anche diversi target "minori".
Ricordiamo che Starship è il più grande, pesante e potente veicolo spaziale mai realizzato; raggiunge infatti un'altezza di 122 metri, mentre la sua massa al lancio è di ben 5.000 tonnellate. Sono dati che gli permettono di “strapazzare” i record del colossale Saturn V del Programma Apollo, quello che tra gli anni '60 e '70 del secolo scorso permise agli astronauti della NASA di conquistare la Luna.
Il lift-off o decollo della Starship, inizialmente previsto alle 13:00 ora italiana (le 07:00 a.m. CT ), è stato posticipato a più riprese dalla compagnia aerospaziale privata di Elon Musk, a causa di barche presenti nella zona di esclusione e venti forti nell'alta atmosfera. Nonostante il ritardo di circa un'ora e mezza sulla tabella di marcia, il caricamento del carburante è stato completato correttamente e l'astronave è stata lanciata con successo nel nuovo orario programmato. La finestra utile per tentare il lift-off era di 110 minuti (14:50 soglia limite). Starship, al termine dell'emozionante countdown, ha scaricato l'enorme potenza dei 33 potentissimi motori Raptor del primo stadio e si è staccata dalla piattaforma di lancio di Starbase, la base spaziale di SpaceX sita a Boca Chica, nel Texas meridionale.
L'obiettivo principale di questo terzo test di volo integrato (IFT) della Starship era conquistare per la prima volta il volo orbitale (o meglio, suborbitale), raggiunto pienamente. Ricordiamo infatti che i due precedenti lanci, pur essendo stati considerati un successo (più o meno parziale), non avevano consentito all'astronave di raggiungere la quota prevista. Il lancio di esordio di giovedì 20 aprile 2023, rinviato di 3 giorni a causa di una valvola congelata, durò appena 3 minuti; dopo il lift off, infatti, gli ingegneri di SpaceX distrussero l'astronave a causa della mancata separazione degli stadi. Tuttavia raccolsero dati preziosissimi per il secondo test di lancio, effettuato il 18 novembre del 2023. Grazie ad essi, infatti, i due stadi principali – il razzo lanciatore SuperHeavy / Booster 9 e la navicella Starship / SHIP25 – si separarono correttamente attraverso la spettacolare procedura Hot Staging, avvenuta correttamente anche nel volo di oggi.
A causa della perdita dei dati (dopo 9 minuti dal lancio) e di controllo, verosimilmente per un ritardo nell'accensione del sistema automatizzato di terminazione del volo presente sul secondo stadio, anche nel secondo test SpaceX fu costretta a distruggere le componenti del veicolo spaziale: il razzo lanciatore a 70 chilometri di quota, il secondo a oltre 150 chilometri. Ciò significa che l'astronave riuscì comunque a superare efficacemente la Linea di Karman ed entrare nello spazio. Un primo traguardo storico, pur non essendo riuscita a raggiungere la quota desiderata e compiere il volo orbitale previsto. Questo obiettivo è stato raggiunto con il test odierno, il primo del 2024. I due test precedenti sono stati fondamentali per il successo di oggi, dato che hanno permesso agli ingegneri di correggere tutte le anomalie e i problemi riscontrati. Basti sapere che SpaceX ha effettuato 60 correzioni di difetti dopo il primo lancio di aprile e altre 17 dopo il secondo.
Oltre ai target principali raggiunti, SpaceX per oggi puntava anche ad altri traguardi "minori", quasi tutti centrati. Tra essi l'accensione corretta di entrambi gli stadi; l'apertura e la chiusura di un particolare portello per il carico utile della Starship (ad esempio per il rilascio di satelliti); il trasferimento del carburante dai piccoli serbatoi sulla “testa” di Starship a quelli più grandi per il decollo, un requisito richiesto dalla NASA necessario per permettere le future missioni sulla Luna; e la prima riaccensione in assoluto di un motore Raptor nello spazio e il rientro controllato dell'astronave.
Se nel primo lancio la soglia di successo parziale era il lift-off (lo stacco dalla piattaforma di lancio) e nel secondo la separazione dei due stadi principali, per il terzo SpaceX ha naturalmente spostato ancora più in alto l'asticella. In questo caso, innanzitutto, doveva infatti verificarsi l'ammaraggio controllato del SuperHeavy nel Golfo del Messico. Come indicato lo stadio è giunto correttamente a destinazione, ma troppo velocemente ed è andato distrutto durante la manovra finale. Sarà da capire che problema c'è stato con i motori. Il secondo obiettivo era il "tuffo" di pancia nell'Oceano Indiano (al largo dell'Australia) della Starship. Purtroppo, come indicato, è andata distrutta durante il rientro in atmosfera. Lo "splashdown" non era considerato comunque un target principale del test.
È interessante notare che in questo terzo lancio il piano di volo era leggermente differente rispetto a quello previsto per i primi due; nei primi due test, infatti, si prevedeva l'ammaraggio dell'astronave nei pressi delle Hawaii, in questo caso è stata scelta un'orbita più breve, fin sopra l'Oceano Indiano. Ricordiamo che si è trattato del test di veicolo sperimentale; solo dopo aver superato tutte queste fasi fondamentali SpaceX proverà a recuperare anche Starship, esattamente come con i razzi Falcon9.