La zecca gigante che insegue le vittime si diffonde in Italia: può correre per 100 metri
Sull'altopiano Carsico o Carso, in Friuli-Venezia Giulia, i ricercatori hanno scoperto una significativa presenza della zecca marginata (Hyalomma marginatum), una specie di grandi dimensioni – viene chiamata "zecca gigante" – che in precedenza era stata rilevata solo occasionalmente nell'area. La peculiarità di questo artropode parassita risiede nel fatto che, a differenza delle altre zecche più comuni, invece di attendere passivamente la propria vittima, ne percepisce la presenza e può inseguirla in modo attivo, correndogli dietro anche per 10 minuti e su distanze di 100 metri lungo i sentieri.
È probabile che la diffusione della zecca marginata sul Carso Triestino – definita “abbastanza cospicua” dai ricercatori Museo Civico di Storia Naturale di Trieste che hanno condotto l'indagine – possa essere intimamente connessa con la devastante crisi climatica che stiamo vivendo. “Negli ultimi anni, il nostro inquinamento climatico ha annullato le prolungate gelate invernali sul Carso; ciò con ogni probabilità ha consentito l’insediamento di popolazioni della Zecca Marginata, attualmente ritrovate soprattutto nella parte orientale della provincia di Trieste”, ha specificato il museo. La diffusione di vettori di zoonosi – come zanzare e zecche – è del resto contemplata tra le principali minacce associate al riscaldamento globale.
La zecca marginata, conosciuta anche come Hyalomma mediterraneo, come evidenziato dall'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) è normalmente distribuita in Nord Africa – in particolar modo nei Paesi affacciati sul Mare Nostrum – e in Asia. Si trova ad esempio in Marocco, Egitto, Tunisia, Iran, Iraq, Israele e Turchia. Proprio in Turchia la specie ha dato vita a una recente esplosione demografica, con un aumento significativo dei bovini infestati. Basti pensare che si è passati dal 5 percento colpito prima del 2005 all'oltre 70 percento di quell'anno. L'84 percento delle zecche rilevate sui bovini parassitati erano proprio zecche marginate. A causa del cambiamento climatico, come indicato, rischia di diffondersi anche in Italia, sebbene la specie sia stata già rilevata più volte.
La diffusione di questa zecca, come per altri parassiti, è legata agli spostamenti dei vertebrati che parassitano, in particolar modo uccelli migratori ma anche mammiferi, soprattutto il bestiame che viene commercializzato e spostato tra Paesi. Queste zecche possono succhiare sangue per un massimo di circa trenta giorni dall'ospite, un periodo più che sufficiente per permettere lo spostamento delle zecche da un continente all'altro. Tra gli uccelli infestati dalla zecca marginata rilevati in un recente studio britannico figuravano il culbianco (Oenanthe oenanthe) e la sterpazzola (Sylvia communis), “con ciascun uccello positivo che ospitava 2-5 ninfe”, hanno spiegato gli ECDC. Tra gli altri uccelli coinvolti il forapaglie (Acrocephalus schoenobaenus), il codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) e il balestruccio pallido (Ptyonoprogne obsoleta).
È verosimile che gli uccelli migratori abbiano trasferito la zecca marginata in Friuli-Venezia Giulia, dove in precedenza non riusciva a insediarsi con popolazioni stabili proprio a causa della condizione climatica sfavorevole. Ma le cose stanno cambiando rapidamente. “Singoli esemplari di questa zecca originaria di ambienti caldi e secchi del Mediterraneo meridionale, erano già stati rilevati in passato, portati dagli uccelli migratori o dal commercio di bestiame, ma sinora gli inverni freddi avevano scongiurato l’insediarsi di popolazioni locali”, ha spiegato il Museo Civico di Storia Naturale di Trieste.
Questa situazione catalizza le probabilità di incontrare i parassiti sui sentieri, dove si corre il rischio di essere inseguiti. A differenza delle altre zecche, infatti, gli adulti di zecca marginata non attendono passivi sui fili d'erba, ma aspettano pazienti sul terreno il passaggio della prossima vittima e gli corrono dietro una volta individuata. Lo fanno attraverso la vista (entro i 4 metri) oppure percependo vibrazioni, emissioni di anidride carbonica, temperatura corporea e altri segnali che la invitano ad attaccare. L'ECDC spiega che nella specie Hyalomma asiaticum gli adulti “possono seguire l'ospite per dieci minuti o più e durante questo tempo camminano/corrono per una distanza massima di 100 metri”; osservazioni analoghe sono state fatte anche per la zecca marginata.
Fortunatamente si tratta di zecche di grosse dimensioni; sono molto più grandi delle comuni zecche dei boschi e arrivano fino a 1 centimetro di diametro (2 centimetri quando sono gonfie di sangue). Pertanto sono più facili da vedere sia sul terreno che addosso, soprattutto se si rispettano i consigli degli esperti quando si cammina in zone a rischio (indossare abiti chiari per individuarle facilmente, infilare i pantaloni nelle calze e negli stivali etc etc). In caso di morso, prima vengono staccate, minore il rischio di essere infettati da eventuali patogeni presenti nei fluidi corporei della zecca. In questo link i consigli dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS) per farlo nel modo corretto.
Nel caso della zecca marginata, si tratta del vettore competente più importante per la trasmissione del virus della febbre emorragica Crimea-Congo (CCHFV). È una febbre emorragica virale simile a quelle provocate dal virus dell'Ebola e il virus Marburg. Nella maggior parte dei casi l'infezione è asintomatica o lieve, ma in alcuni casi è mortale. Delle 10-15.000 infezioni annue rilevate dall'ECDC, circa 500 risultano letali. In uccelli migratori analizzati sull'isola di Pianosa in Italia e a Cipro, i ricercatori hanno rilevato zecche marginate portatrici di diversi virus, fra i quali Dhori, Bahig e Matruh, tuttavia non è chiaro se sono vettori competenti delle patologie associate. Ciò che è certo è che la diffusione di questi parassiti causata dal cambiamento climatico rappresenta comunque una significativa minaccia per la salute pubblica.