La vitamina D può alleviare i sintomi della depressione
Tra i benefici della vitamina D potrebbe esserci un’azione potenzialmente in grado di alleviare i sintomi della depressione. A suggerirlo sono i risultati di un’ampia meta-analisi pubblicata sulla rivista Critical Reviews in Food Science and Nutrition da un team internazionale di esperti che hanno preso in esame i risultati di 41 studi, per un totale di oltre 50.000 persone in tutto il mondo, valutando l’efficacia dell’assunzione della vitamina D nel ridurre i sintomi depressivi.
Oltre a controllare i livelli di calcio e fosfato nel corpo, si pensa infatti che la vitamina D aiuti a regolare varie funzioni nel sistema nervoso centrale e ricerche precedenti sugli animali hanno indicato che possa contribuire anche al controllo degli equilibri chimici nel cervello, il che spiegherebbe l’associazione tra vitamina D e salute mentale. È inoltre noto che l’efficacia terapeutica degli attuali antidepressivi è spesso insufficiente, motivo per cui gli studiosi stanno cercando ulteriori opzioni per il trattamento, valutando anche le alternative nutrizionali.
La nuova meta-analisi ha incluso studi condotti su pazienti con e senza depressione, ma anche persone assumevano integratori di vitamina D, soggetti che hanno assunto placebo e pazienti con malattie sistemiche, mettendo in evidenza i benefici dell’integrazione (generalmente dai 50 ai 100 microgrammi al giorno) in diverse popolazioni.
Nei partecipanti con depressione, in particolare, l’assunzione di vitamina D ha mostrato di essere più efficace del placebo nell’alleviare i sintomi depressivi. Tale azione è risultata più significativa quando gli integratori erano stati assunti per periodi di tempo più brevi (meno di 12 settimane), sia in presenza di disturbo depressivo maggiore sia di sintomi depressivi più lievi.
“Questi risultati incoraggeranno nuovi studi clinici in pazienti con depressione al fine di fare più luce sul possibile ruolo della supplementazione di vitamina D nel trattamento della depressione – ha affermato Tuomas Mikola, ricercatore dell’Istituto di Medicina Clinica dell’Università della Finlandia orientale e autore principale dell’analisi – . Nonostante l’ampia portata di questa meta-analisi, la certezza dell’evidenza rimane comunque bassa […] e non permette di generalizzare su bambini o adolescenti, poiché la nostra revisione includeva solo studi con partecipanti giovani, di mezza età e anziani”.