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La tua prossima casa potrà essere fatta con i funghi: l’idea di una start up per sostituire il cemento

Un’azienda nello stato africano della Namibia punta a risolvere il problema dell’emergenza abitativa costruendo case con mattoni realizzati a partire dai materiali di scarto dalla coltivazione di funghi. Oltre a offrire case a basso costo, il progetto potrebbe ridurre le emissioni di CO2 nell’ambiente.
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MycoHab | Rendering delle case costruite con mattoni di micelio
MycoHab | Rendering delle case costruite con mattoni di micelio

Le idee migliori non sono sempre le più costose. Potrebbe essere questo il caso di questa start up della Namibia, nell'Africa Sud-occidentale, che promette di risolvere due problemi con una sola soluzione: la grave emergenza abitativa e la forte presenza di cespugli rampicanti invasivi. Il tutto coltivando normalissimi funghi.

L'obiettivo della start up MycoHab, finanziata dalla Standard Bank della Namibia, punta a costruire nuove case utilizzando come materiale costruttivo il micelio, ovvero la parte vegetativa dei funghi, che cresce sottoterra sotto forma di lunghi filamenti. In poche parole, il piano, ambizioso quanto innovativo, è quello di costruire case fatte di funghi.

Come sono fatte le case di funghi

Come racconta al Guardian, Magreth Mengo, a capo dell'azienda, l'idea è semplice: utilizzare i cespugli invasivi che crescono in modo incontrollato nel paese – dove ricoprono una superficie molto ampia – come base dove coltivare quantità industriali di funghi ostrica, anche noti in Italia come funghi orecchione.

Dopo aver raccolto i funghi, che verranno acquistati dai rivenditori locali, i cespugli, che a quel punto saranno ricchi di micelio, verranno compressi e cotti in modo tale da ottenere mattoni utilizzabili per la costruzione di nuove case. In media, dai primi esperimenti condotti finora, si è visto che per ottenere una lastra servirebbero 10 chili di scarti di cespugli.

I vantaggi per l'ambiente

L'approccio tradizione della Namibia oggi è quello di bruciare gli scarti dei cespugli per produrre carbone e legno, ma questo significa rilasciare nell'ambiente di grandi quantità di CO2. Soprattutto se si pensa che ogni 15 anni il governo della Namibia brucia circa 300 tonnellate di cespuglio per limitare gli effetti negativi della sua crescita incontrollata e allo stesso tempo produrre carbone.

Utilizzandoli invece come suggeriscono di fare i creatori di MycoHabs, alla cui realizzazione hanno partecipate anche enti di ricerca del calibro del Massachusetts Institute of Technology (MIT), invece di rilasciare nuova anidride carbonica, sarà possibile assorbire ed eliminare quella già presente nell'ambiente. Tutto grazie ai funghi. Questi – spiega la start up – agiscono infatti come "decompositori della natura": da una parte riciclano il materiale organico di scarto, dall'alte catturano molto carbonio, scomponendolo per assorbirne i nutrienti. Sempre MycoHab stima che produrre 1 kg di lastre dal micelio equivale ad assorbire dall'atmosfera 0,8 kg di CO2.

Costruire case a basso costo

Anche se il progetto ancora è in fase sperimentale e resta da risolvere il problema dei fondi, sembra offrire una soluzione potenzialmente efficace per le tante persone attualmente senza una casa. In Namibia, su una popolazione complessiva di 2,7 milioni di persone, circa mezzo milione ha bisogno di una nuova casa: la maggior parte delle famiglie non ha infatti le risorse economiche per acquistarne una ed è costretta ad accontentarsi di abitazioni di fortuna fatte con materiali di scarto.

Il progetto di MycoHabs avrebbe infatti il vantaggio di offrire soluzioni abitative con costi di produzione molto più contenuti, perché prodotti a partire da materiali di scarto, ovvero i cespugli, che andrebbero eliminati in ogni modo: con 12 tonnellate di cespuglio potrebbe essere possibile costruire una casa in grado di ospitare un'intera famiglia.

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