La Terra colpita da una tempesta geomagnetica acuta, aperta “crepa” nella magnetosfera: cosa succede
Alle 14:37 del Tempo Coordinato Universale (UTC) – le 15:37 ora italiana – di domenica 24 marzo 2024 la Terra è stata colpita da una tempesta geomagnetica acuta, la più forte degli ultimi 7 anni. Si è trattato infatti di un evento di Classe G4, il penultimo sulla scala di potenza indicata dallo Space Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), agenzia federale statunitense che si occupa anche di meteo spaziale. Le tempeste solari spaziano da eventi lievi (Classe G1) a fenomeni estremi (Classe G5), con questi ultimi in grado di rispedirci in un vero e proprio medioevo tecnologico per settimane o addirittura mesi. L'evento del 24 marzo è ancora in corso e gli effetti sono visibili anche nella giornata odierna, lunedì 25 marzo, sebbene la potenza della tempesta sia ormai scemata a livello G2 o inferiore.
A scatenare la tempesta geomagnetica del 24 marzo è stata un'espulsione di massa coronale (CME) legata a un brillamento solare di classe X1, una violenta eruzione sulla fotosfera del Sole verificatasi attorno alle 01:30 UTC del 23 marzo, come evidenziato dalle immagini catturate dai coronografi LASCO (Large Angle Spectrometer Coronagraph) del Solar and Heliospheric Observatory (SOHO), telescopio solare della NASA e dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA). Il brillamento è originato dalle due macchie solari AR3614 e 3615, come specificato da Spaceweather.com. Non tutti i brillamenti o flare solari sono seguiti da espulsioni di massa coronale, cioè proiezioni nello spazio di miliardi di tonnellate di materiale dalla corona solare, a seguito delle violentissime esplosioni che avvengono sulla stella. Questi fenomeni sono in grado di sprigionare la stessa energia di milioni di bombe atomiche esplose simultaneamente.
L'evento del 23 marzo ha scagliato in direzione della Terra un flusso altamente energetico di particelle cariche elettricamente (plasma) che ha “sfondato” la magnetosfera, il campo magnetico terrestre che ci protegge dalle radiazioni solari e cosmiche. “L’impatto ha aperto una crepa nella magnetosfera del nostro pianeta e ha scatenato una violenta tempesta geomagnetica di classe G4 , la tempesta geomagnetica più forte dal settembre 2017”, ha dichiarato l'astrofisico Tony Phillips su Spaceweather.com, portale specializzato in meteo spaziale.
Quando il vento solare legato a un'espulsione di massa coronale raggiunge la Terra, in base alla velocità / intensità può dar vita a una serie di fenomeni, comprese spettacolari aurore polari a latitudini molto più basse di quelle tipiche. A causa dell'orario, il fenomeno del 24 marzo non ha dato manifestazioni visibili in Europa e negli Stati Uniti, tuttavia sono comparse aurore nei cieli della Nuova Zelanda. Come indicato, le tempeste solari possono avere anche un impatto grave sulla Terra, compromettendo ad esempio reti elettriche, comunicazioni radio, navigazione satellitare e altro ancora.
La NOAA sottolinea che una tempesta geomagnetica G4 può scatenare problemi diffusi ai sistemi di alimentazione e al tracciamento dei satelliti, che potrebbero necessitare correzioni “per problemi di orientamento”. La navigazione satellitare può essere “degradata per ore”, mentre possono esserci significativi black out radio nella bassa frequenza. Al momento non è chiaro quali conseguenze abbia comportato la tempesta geomagnetica del 24-25 marzo, al di là di di interruzioni nelle comunicazioni radio ad elevate latitudini.
Il rischio principale di questi eventi è che il Sole possa dar vita a una tempesta geomagnetica di Classe G5, i cui effetti possono essere catastrofici. Nel 1859 il famigerato “Evento di Carrington” fece incendiare i telegrafi e molti specialisti presero la scossa. Diverse pile iniziarono a funzionare pur non essendo collegate. Nel mondo iperconnesso e ipertecnologico moderno gli effetti su comunicazioni, rete internet e reti elettriche sarebbero devastanti. Il Sole si sta dirigendo verso il picco massimo di attività magnetica del suo ciclo undecennale, proprio per questo sono frequenti fenomeni di eruzione, legati alle macchie solari e agli intensi campi magnetici che si riconnettono repentinamente. Il picco è atteso tra la fine del 2024 e l'estate del 2025.