video suggerito
video suggerito

La storia di Krysia affetta da alessitimia: “Non capisco cosa provo, a volte nemmeno se ho fame”

Krysia Waldock è una ricercatrice del Galles che da dieci anni convive con l’alessitimia, una condizione che impedisce il normale riconoscimento delle proprie emozioni e quelle degli altri. A volte può anche ostacolare la percezione di segnali fisiologici basici, come la fame o la stanchezza.
0 CONDIVISIONI
Immagine

"Non riesco quasi mai a capire come mi sento. Se succede qualcosa, so che sto provando un sentimento, ma per capire di cosa si tratta mi ci vorrà del tempo". Krysia Waldock ha scoperto di essere affetta da alessitimia circa dieci anni fa. Si tratta di un condizione che rende difficile riconoscere i sentimenti e le proprie emozioni, non solo quelli degli altri ma anche le proprie.

L'alessitimia – la parola dal greco significa proprio "mancanza di parole per esprimere emozioni" – è una condizione più comune di quanto si possa pensare: interessa infatti circa il 10% della popolazione mondiale. Oltre a ostacolare l'interpretazione delle emozioni, questo disturbo può anche alterare o silenziare i segnali fisiologici del corpo, quelli che ci suggeriscono se abbiamo fame, sonno o se siamo stanchi.

La storia di Krysia e Rebecca

Come ha raccontato alla Bbc, Krysia Waldock, è una ricercatrice della Swansea University, nel Galles, dove al momento sta partecipando a uno studio sulla salute riproduttiva delle persone con autismo, condizione che vive in prima persona. Per lei la sua alessitimia è parte stessa del suo essere autistica. D'altronde, da diversi studi l'alessitimia è stata considerata una condizione subclinica dell'autismo, anche se è comune anche nelle persone con depressione o ansia, e può essere acquisita, ovvero insorgere in un determinato momento, – spiega Fondazione Humanitas – dopo una lesione cerebrale.

"Per me fa parte del fatto stesso di essere autistici e neurodivergenti", ha raccontato Krysia. Tuttavia, non è detto che tutti vivano questa condizione allo stesso modo: anche una sua collega universitaria, la ricercatrice Rebecca Ellis, a capo dello stesso progetto di ricerca sull'autismo, ha la stessa condizione, ma per lei si tratta di un'esperienza che può essere molto diversa da persona a persona, anche se secondo la sua esperienza sembra essere più comune tra chi ha problemi di ansia o depressione.

Vivere con l'alessitimia può rappresentare a volte un ostacolo alle normali attività quotidiane o alla vita sociale. Ad esempio, Krysia ha raccontato di mangiare a orari prestabiliti perché a volte le capita di non avvertire il senso di fame, invece Rebecca ha raccontato di non riuscire sempre a riconoscere l'ansia dall'eccitazione e questo a volte le crea confusione.

Che cos'è l'alessitimia

Lo studio di questa particolare condizione è relativamente recente: il termine venne infatti coniato negli anni '70 dagli psicoterapeuti Peter Emanuel Sifneos e John Nemiah che l'avevano inizialmente ricollegata ad alcuni tratti frequenti nelle persone con disturbi psicosomatici. Secondo questa teoria infatti le difficoltà nell'identificare e quindi rielaborare le proprie emozioni ne causerebbe la manifestazione sotto forma di sintomi fisici, come accade proprio nei disturbi psicosomatici. Inizialmente è stata associate a diverse patologie, ma oggi si tende sempre più spesso a ritenerla un tratto della personalità.

Come avevamo spiegato in questo articolo, questa condizione può portare anche a forme di disregolazione affettiva, per cui le persone con alessitimia possono avere manifestazioni eccessive delle proprie emozioni. Inoltre, la difficoltà di riconoscere gli stati d'animo e le reazioni emotive anche degli altri può causare deficit di empatia che possono interferire con la vita relazionale della persona con alessitimia.

0 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views