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La stitichezza è pericolosa anche per il cuore: raddoppia il rischio di infarti e ictus

Lo sforzo eccessivo e la persistente difficoltà nell’espellere le feci (stitichezza o stipsi cronica) possono avere seri impatti sul cuore, aumentando la probabilità di infarto, ictus e scompenso cardiaco: ecco cosa ha scoperto un nuovo studio sul rischio di eventi cardiaci avversi.
A cura di Valeria Aiello
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La stitichezza è un problema spesso sottovalutato, ma che può avere seri impatti sulla salute, soprattutto quando la difficoltà nell’espellere le feci si prolunga nel tempo: emorroidi e disturbi come l’occlusione intestinale sono alcune delle complicanze più comuni della condizione che, se trascurata, può mettere in serio pericolo anche il cuore. Lo sforzo eccessivo e la persistente difficoltà nell’evacuazione (stitichezza o stipsi cronica) possono infatti contribuire ad aumentare il rischio di eventi cardiaci avversi, come emerso dai risultati di una nuova ricerca internazionale pubblicata sull’American Journal of Physiology-Heart and Circulatory Physiology.

Il nostro studio – spiegano gli autori della ricerca – ha esplorato il potenziale ruolo della stitichezza come fattore di rischio cardiovascolare, rivelando risultati preoccupanti”. Nell’analisi, il team ha analizzato i dati di oltre 400.000 persone, di cui quasi 24.000 soffrivano di stitichezza, mostrando che la probabilità di infarto, ictus o scompenso cardiaco è significativamente più elevata in coloro che hanno un’evacuazione infrequente o difficoltosa.

Cos’è la stitichezza e quando è pericolosa

La stitichezza, o stipsi, cioè la difficoltà o la bassa frequenza di evacuazione delle feci (meno di tre volte alla settimana), è un problema abbastanza comune, spesso dovuto a una dieta povera di fibre e una vita sedentaria, ma che può avere anche altre cause, legate ad esempio all’assunzione di farmaci che rallentano il transito intestinale o alcune condizioni di salute.

La stitichezza può essere transitoria (associata ad esempio alla gravidanza o cambiamenti nelle abitudini alimentari) oppure cronica, quando sintomi come la bassa frequenza di evacuazione, feci secche o grumose e la sensazione di svuotamento parziale persistono nel tempo (tre mesi o più). In questi casi, la stipsi può essere all’origine di complicanze come le emorroidi (dovute allo sforzo eccessivo) o le ragadi (causate dal passaggio di feci troppo dure), con conseguente sanguinamento anale, oltre ad essere causa dell’occlusione intestinale (fecaloma). Lo sforzo eccessivo durante l’evacuazione può inoltre portare a un aumento della pressione sanguigna, generalmente temporaneo, ma che quando ripetuto per la presenza di stitichezza cronica può determinare un incremento del rischio di malattie cardiovascolari e infarto.

La stitichezza raddoppia il rischio di infarti e ictus

Per valutare in che misura la stitichezza aumenta il rischio di eventi cardiaci avversi, i ricercatori hanno esaminato i dati della UK Biobank, un database di informazioni relative alla salute di circa mezzo milione di persone nel Regno Unito, identificando 23.814 casi di stitichezza.

I risultati dell’analisi hanno mostrato che le persone che soffrivano di stitichezza avevano più del doppio delle probabilità di avere un infarto, un ictus o un’insufficienza cardiaca, rispetto alle persone che non soffrivano di stitichezza. Lo studio ha inoltre messo in evidenza un forte legame tra stitichezza e ipertensione, rilevando che le persone stitiche con ipertensione avevano un rischio del 34% più alto di sperimentare un evento cardiaco avverso rispetto alle persone con sola ipertensione.

La nostra ricerca suggerisce che la stitichezza può esacerbare i rischi cardiovascolari associati all’ipertensione, aumentando ulteriormente la probabilità di infarti e ictusha affermato la professoressa Francine Marques della School of Biological Sciences di Melbourne e autrice corrispondente della ricerca – . Questi risultati hanno implicazioni di vasta portata, considerando la stitichezza colpisce circa il 14% della popolazione mondiale, di cui una parte significativa potrebbe essere esposta a maggior rischio di malattie cardiovascolari a causa della salute intestinale”.

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