Perché questa pianta si chiama uccello del paradiso: il “becco” che vedi è un indizio che inganna
Tra le piante ornamentali esotiche più belle e apprezzate figura senza alcun dubbio Strelitzia reginae, conosciuta comunemente come “uccello del paradiso”. Più o meno a tutti è capitato di vederne esemplari in vendita da fiorai e vivai, oppure in bella esposizione nei giardini o negli appartamenti di amici e parenti. Del resto ha un aspetto inconfondibile che attira subito l'attenzione, oltre a colori davvero meravigliosi.
Strelitzia reginae, cioè Strelitzia della regina, è così chiamata per omaggiare la regina britannica Carlotta di Meclemburgo-Strelitz, moglie di re Giorgio III d'Inghilterra; la sovrana aveva infatti una grandissima passione per la botanica. Non a caso diede un contributo fondamentale per la nascita dei bellissimi giardini reali di Kew, tra i più famosi al mondo. Si trovano tra Richmond upon Thames e Kew a una decina di chilometri da Londra, dove spicca anche l'uccello del paradiso.
Questa pianta è una perenne sempreverde appartenente alla famiglia delle Strelitziaceae e, sebbene spesso la si associ ai climi tropicali e alle foreste pluviali delle zone equatoriali, dove del resto vivono i meravigliosi uccelli del paradiso, in realtà è originaria di un'area subtropicale del Sudafrica. Più nello specifico, come specificato dall'Università del Wisoncins-Madison, Strelitzia reginae può essere osservata lungo gli argini dei fiumi o nella macchia costiera nelle province del Capo e del KwaZulu-Natal, mentre svetta tra spettacolari arbusti variopinti. La parte esterna del fiore si presenta con tre bellissimi sepali tinti di arancione iridescente e tre petali blu notte, che si ergono su una struttura a forma di becco di airone appuntito chiamato spata. Due dei petali blu si uniscono per dar vita al nettario, all'interno del quale si nutrono gli uccelli impollinatori (come per altre piante sono proprio i "pennuti" i principali organismi impollinatori, non gli insetti).
In genere si tende a pensare che il nome “uccello del paradiso” sia legato proprio a questo becco di airone, sormontato da un ciuffo di coloratissime penne. Del resto sono tante le specie di uccelli con simili caratteristiche. In realtà, state osservando il fiore dalla prospettiva sbagliata, come sottolinea anche questa simpatica vignetta condivisa dal profilo Instagram di Scienze Naturali, pagina social gestista dall'ecologo marino Andrea Bonifazi.
È solo guardando l'immagine da destra verso sinistra che si vede comparire il magnifico uccello del paradiso, con le ali aperte e colorate mentre sta volando. È un cambio di prospettiva affascinante che in genere stupisce molti degli appassionati di queste splendide piante ornamentali, convinti di aver sempre visto un uccello del paradiso, ma evidentemente non quello giusto.